Nel panorama musicale globale, il mercato discografico italiano si distingue per la sua resilienza e crescita costante. Secondo i dati recentemente pubblicati dalla FIMI , il 2024 segna il settimo anno consecutivo di crescita per il settore, con un incremento dell’8,5% e un valore complessivo di 461,2 milioni di euro. Questo trend positivo colloca l’Italia come il terzo mercato dell’Unione Europea, dopo Germania e Francia, superando la media globale che si attesta su un +4,8%.
La forza del digitale nel mercato musicale
Il mercato musicale italiano, come quello globale, continua a essere guidato dalla digitalizzazione. Le piattaforme di streaming rappresentano la principale fonte di ricavi, contribuendo per il 67% al totale, con un incremento del 13,5% che porta i guadagni a 308,1 milioni di euro. Nel 2024, gli ascolti sulle piattaforme di streaming hanno raggiunto i 95 miliardi, con un aumento del 31% rispetto all’anno precedente. Questo significa che ogni minuto vengono ascoltate circa 180.000 canzoni. Tra le tracce più popolari, spicca “Tuta Gold” di Mahmood, che si è affermata come la canzone più ascoltata dell’anno.
La crescita del mercato è alimentata principalmente dagli abbonamenti, che hanno registrato un aumento del 17,1%, e dal video streaming, con un incremento del 14,1%. Tuttavia, il segmento degli abbonamenti supportati da pubblicità ha mostrato una crescita marginale , mentre il download di brani musicali ha subito un forte calo, segnando un -12,7%.
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I supporti fisici e il loro declino
Nonostante la crescita del digitale, anche i supporti fisici continuano a mostrare un trend negativo, con una diminuzione del 2,1%. Questi rappresentano attualmente il 13% dei ricavi totali, per un valore di 61,3 milioni di euro. Tuttavia, il vinile sta vivendo una rinascita, con un incremento del 6,8% e un valore di 38,9 milioni di euro, anche se non riesce a compensare il calo delle vendite dei CD. FIMI ha attribuito parte di questa diminuzione alla sostituzione del Bonus Cultura con le nuove Carte Cultura, che hanno avuto un impatto minore sugli acquisti di musica registrata.
Crescita dei diritti connessi e sfide future
Il settore musicale beneficia anche di un aumento dei diritti connessi, che hanno visto una crescita del 2,6%, raggiungendo 74,8 milioni di euro, pari al 16% dei ricavi complessivi. Tuttavia, all’interno di questo comparto, si è registrata una diminuzione del valore della copia privata, dovuta al calo delle vendite di apparecchi elettronici, mentre le royalty per l’utilizzo pubblico della musica sono aumentate. D’altro canto, i ricavi derivanti dalle sincronizzazioni, ovvero l’uso della musica in colonne sonore e pubblicità , sono diminuiti del 4,8%, rappresentando solo il 3% del totale.
L’internazionalizzazione della musica italiana
Lo streaming ha abbattuto le barriere geografiche, permettendo alla musica italiana di espandere la propria portata. Negli ultimi cinque anni, le royalty provenienti dall’estero sono aumentate del 140%, con un incremento del 13,8% nel 2024 rispetto all’anno precedente. Inoltre, gli italiani mostrano una crescente preferenza per la musica nazionale: negli ultimi dieci anni, la presenza di artisti italiani nelle classifiche è passata dal 59% all’84%. Tuttavia, nonostante questo aumento, l’ascolto di musica internazionale rimane predominante, portando la quota di mercato nazionale a rappresentare il 45% degli stream totali.
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