I The Jackal hanno conquistato il pubblico con la loro spontaneità, anche quando tutto sembra scritto a tavolino. Lo sapevate che questa sensazione di “stanno parlando proprio di noi” è il loro punto forte? Anche nella seconda stagione di pesci piccoli, la serie che racconta la vita di un’agenzia piena di idee e con poco budget, il collettivo napoletano ha mantenuto questo mix perfetto di realtà e follia. La serie è tornata su prime video, sempre con loro stessi dietro e davanti alla telecamera, offrendo una visione fresca e riconoscibile del lavoro creativo.
Nerd e cultura pop , un binomio vincente
La natura nerd dei The Jackal è un aspetto che li distingue. Non è un caso che abbiano pubblicato un libro con il titolo che già spiega tutto: non siamo mai stati bravi a giocare a pallone. Questa passione per serie TV, videogiochi, fumetti si riflette nei dettagli delle loro produzioni. Francesco Capaldo, regista e fondatore del gruppo, dice che dentro di loro ci sono troppe informazioni “inutili” che si accumulano e si trasformano in idee. Questo spiega certe citazioni, come quella a High Potential in una scena in cui la protagonista, Greta, pulisce l’ufficio. Insomma, la cultura pop degli anni recenti è incastonata nel loro lavoro, senza mai risultare forzata.
Fabio Balsamo, che è entrato nel collettivo attraverso la parodia di Gomorra, racconta che si concentra soprattutto su ciò che accade dentro le persone, sulle emozioni che si provano. Questa attenzione ai dettagli psicologici rende pesci piccoli più di una semplice serie comica. È un racconto di come reagiamo e viviamo situazioni comuni, ma con un taglio mai banale.
Un episodio ricco di simbolismi e omaggi
Un momento speciale è il quarto episodio di ogni stagione, dedicato a un tema particolare. In questa seconda stagione, la squadra ha accarezzato l’idea di un piccolo omaggio a Boris, portando un pesce rosso nell’ufficio, come nel celebre telefilm. Francesco Ebbasta, dietro la macchina da presa, ci spiega che hanno quasi scritto un soggetto su questo, ma poi non è andata in porto. Chissà se tornerà nella terza stagione, l’idea resta lì, in cantiere.
Per la regia, oltre a Ebbasta, ci sono anche Alessio Dogana, Danilo Carlani e Alessandro Grespan, che insieme hanno dato forma a questa stagione. L’atmosfera di lavoro è quella di chi conosce bene i propri strumenti e sa come tirare fuori il meglio con mezzi modesti.
Intrecci di sentimenti e sincerità
Nella seconda stagione si approfondiscono anche i rapporti tra i personaggi, in particolare storie d’amore che aggiungono una dimensione più umana a pesci piccoli. Fabio, Aurora, Martina e in parte Ciro portano avanti una narrazione che parla di onestà e “noi”. Fabio non ha dubbi: in amore vince chi è sincero e disponibile a fare squadra, a mettersi a disposizione dell’altro.
Aurora Leone aggiunge che nella narrazione funzionano meglio le storie d’amore finite male, perché sono queste che generano canzoni, film e serie memorabili. Non è solo una battuta leggera, in effetti conferma una tendenza narrativa consolidata: i drammi sentimentali offrono contenuti con più spessore e coinvolgimento.
Amicizie , risate e riferimenti culturali
Il quarto episodio ha regalato momenti di caos e risate dietro le quinte. Aurora racconta come nelle riprese ci siano stati scambi intensi di battute, soprattutto tra Fabio e Ciro. Fabio si diverte a lanciare una serie interminabile di imprecazioni nei confronti di Ciro, versione molto ridotta di quanto successo fuori camera, decisamente più pesante. L’atmosfera è quella di amici che si prendono in giro senza limiti, mantenendo il tono comico e scanzonato della serie.
C’è anche un richiamo esplicito alla Melevisione, con scene che richiamano quel mondo fantastico, a conferma di quanto i The Jackal si siano abituati a inserire riferimenti culturali amati dal pubblico.
Precisione sul set e ritmo serrato
Francesco Ebbasta si diverte dietro alla telecamera, ma sul set le cose non sono sempre così spensierate. I The Jackal sono ormai rodati e sanno gestire i tempi per evitare di perdere ore inutili. Fabio scherza sul fatto che se lui starnutisce deve controllarsi, perché luci o camere che non vanno rallentano la produzione di ore. Però dietro il monitor Ebbasta può lasciarsi andare alle risate senza rischi per la riuscita del lavoro.
Questa disciplina sul set è necessaria per mantenere alti livelli di qualità e rispettare le tempistiche, soprattutto con budget limitati. La serie rimane un prodotto “di pancia” ma con una professionalità che si avverte in ogni scena e in ogni ritocco in post-produzione.
pesci piccoli 2 mostra così un gruppo che sa come divertirsi con intelligenza, portando sullo schermo un universo riconoscibile e pieno di dettagli inediti, senza scadere nella banalità o nella ripetizione. La sorpresa per i fan potrebbe venire proprio dalla prossima stagione.