Nel 2025, l’intelligenza artificiale è ormai parte integrante delle storie che raccontiamo, delle immagini che guardiamo e delle esperienze che viviamo. Dalla moda alla musica, i segni di questa trasformazione sono evidenti. Si spingono i confini tradizionali, mettendo in discussione canoni estetici e ruoli sociali che sembravano immutabili. Capire come l’AI modella nuovi modelli di bellezza, relazioni umane e forme di creatività è fondamentale per afferrare le dinamiche di un cambiamento che riguarda tutta la società.
Raccontare da punti di vista diversi: come cambia la storia
Ogni storia cambia a seconda di chi la racconta. Basta spostare l’angolazione per vederla sotto una luce diversa. Un esempio chiaro arriva dal cinema con “L’innocenza” di Kore’eda Hirokazu, premiato a Cannes nel 2023. Il film mostra la vicenda di un maestro violento e un bambino attraverso tre versioni, ognuna da una prospettiva diversa. Il giudizio dello spettatore sugli eventi cambia di conseguenza.
Questo dimostra che, anche se i fatti restano gli stessi, la loro interpretazione varia molto a seconda di chi racconta. Non tutte le storie però si prestano a questa relatività. Prendiamo il genocidio di Gaza: resta un genocidio, qualsiasi sia il punto di vista, anche quello più razionale. Però il modo in cui se ne parla cambia il modo in cui lo percepiamo e lo comunichiamo.
Nel mondo dell’arte e della comunicazione questa elasticità del racconto è un’arma a doppio taglio. Può servire a esplorare la complessità umana, ma anche a nascondere o ribaltare realtà scomode. Saperlo è essenziale per capire l’evoluzione delle storie che media, cinema e social ci propongono.
Modelle virtuali in passerella: la sfida dell’AI nella moda
Vogue USA ha di recente mostrato una campagna Guess con una modella creata interamente dall’intelligenza artificiale, firmata dall’agenzia Saraphinne Valora. Questa novità ha subito acceso il dibattito nel mondo della moda, un settore da sempre segnato da canoni estetici rigidissimi e spesso irraggiungibili.
La modella virtuale rispecchia in tutto e per tutto quei canoni: alta, magra, proporzionata. È perfetta, senza alcuna imperfezione, frutto di un disegno digitale, senza bisogno di ritocchi fotografici. Questo fa riflettere sul destino delle modelle “in carne e ossa”, costrette a diete estreme e ritmi estenuanti per rientrare in questi standard, spesso a costo della loro salute.
Chi ha seguito le fashion week di Milano o di altre capitali lo sa bene: ragazze emaciate, scoraggiate, con poche possibilità se non si conformano. L’arrivo delle modelle generate dall’AI potrebbe alleggerire un po’ questa pressione, ma è anche possibile che gli stereotipi di bellezza si facciano ancora più rigidi e irraggiungibili.
Prendiamo Emily Pellegrini, modella virtuale con un grande seguito sui social: il digitale apre nuovi scenari di bellezza “su misura”. Ma dall’altra parte, questo cambiamento rischia di tagliare posti di lavoro a fotografi, truccatori, stylist e soprattutto a modelle reali, con un impatto non da poco sull’industria della moda.
Sex Dolls e AI: un cambiamento che va oltre l’estetica
L’intelligenza artificiale non si limita a moda e arte. Da tempo si parla di sex dolls, androidi sofisticati dotati di AI capaci di interagire emotivamente con chi li usa. Sono molto più avanzati delle tradizionali bambole gonfiabili e promettono esperienze più realistiche e personalizzate.
Il tema delle sex dolls AI spesso scatena dibattiti morali accesi, ma la questione è più sfumata. Chi usa queste tecnologie non le vede come sostituti degli esseri umani, ma come compagni artificiali con funzioni precise. Questo apre la discussione sulle relazioni intime mediate dalla tecnologia e sulle conseguenze possibili per la salute mentale e sociale.
Il paragone con la diffusione del porno è interessante: i problemi legati a dipendenza o eccessivo coinvolgimento non nascono dalla tecnologia in sé, ma da dinamiche sociali più profonde. In certi casi, le sex dolls con AI possono rappresentare un’alternativa più sicura, evitando situazioni peggiori.
Il dibattito resta aperto, tra chi vede in questi sviluppi un problema etico e chi li considera semplici nuove possibilità tecnologiche, con effetti ancora da capire.
Ai e musica: crisi o opportunità per la creatività?
Nel mondo della musica, l’arrivo dell’intelligenza artificiale ha sollevato molte preoccupazioni. Oggi molte canzoni seguono schemi già collaudati, con testi ripetitivi pensati per piacere agli algoritmi degli streaming. L’AI potrebbe sostituire interi gruppi di autori e produttori che si limitano a replicare formule vincenti.
Dietro a questo c’è il rischio che la creatività umana perda terreno, con produzioni sempre più simili e artificiali. C’è chi teme una “crisi” del sistema, con meno lavoro e contenuti meno autentici.
Ma c’è anche chi vede in questa fase un’occasione di rottura. Se domina la produzione artificiale, il sistema dovrà cambiare o crollare. Nel caos si apriranno spazi per nuove forme di arte, meno legate al mercato e più libere di esprimersi.
In questo senso, l’AI può accelerare una crisi ma anche spingere a ripensare la creatività in modo diverso. Il futuro dell’arte dipenderà da chi saprà gestire quel delicato equilibrio tra tecnologia e umanità.
Realtà virtuale e modelli di bellezza: la società che cambia
Il passaggio dal reale al virtuale nelle industrie creative non riguarda solo moda e musica. Sta diventando chiaro che in futuro gran parte dei modelli, personaggi e ambienti saranno digitali, creati dall’intelligenza artificiale.
Questo sposta la riflessione sul concetto stesso di realtà. Gli standard estetici imposti dalla moda, spesso irrealistici e dannosi, si affermano anche grazie alla loro enorme diffusione. Scoprire che si possono sostituire con modelli virtuali, costruiti su parametri scelti, significa mettere in gioco la libertà di scegliere e di cambiare ciò che consideriamo “normale.”
Fino a oggi, l’idea che la bellezza fosse un valore assoluto ha avuto conseguenze negative in molti campi. L’emancipazione passa anche per il riconoscimento che molto di ciò che chiamiamo reale è costruito e modificabile.
Quando i mondi virtuali prenderanno il sopravvento in moda e creatività, cambieranno profondamente la società, dimostrando che ciò che sembra immutabile può invece essere plasmato a piacere. Resta però da capire chi controllerà questi nuovi spazi e come verranno usati.
Tra androidi, AI e realtà virtuali, il futuro si presenta complesso e pieno di sfide. La realtà cambia sotto i nostri occhi, e sta a tutti noi seguirne il corso.
Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2025 da Luca Moretti