Come femmine e maschi si ribaltano i ruoli nel mondo animale: storie, sorprese e nuovi equilibri
Nel regno animale, i ruoli di maschi e femmine sono più complessi del previsto, con esempi di cambiamenti sessuali, selezione femminile e dinamiche sociali che sfidano gli stereotipi tradizionali.

L'articolo esplora la complessità e la fluidità dei ruoli sessuali nel regno animale, sfatando stereotipi tradizionali grazie a esempi di cambiamento di sesso, selezione femminile attiva e società matriarcali, evidenziando come femmine e maschi adottino strategie diverse e adattabili per la sopravvivenza e il potere. - Unita.tv
Nel mondo animale, i ruoli tradizionali di maschi e femmine non corrispondono quasi mai all’idea rigida che abbiamo ereditato. Studi recenti e osservazioni sul campo mettono in discussione stereotipi vecchi di secoli, mostrando una realtà fatta di strategie complesse, cambiamenti di sesso e comportamenti sociali inaspettati. Da pesci pagliaccio a suricati, la natura racconta storie di potere, cura reciproca e adattamenti sorprendenti.
Quando i maschi cambiano sesso: il caso dei pesci pagliaccio
Il mondo marino racchiude esempi sorprendenti di come il sesso degli animali possa essere più fluido di quanto immaginiamo. Prendiamo i pesci pagliaccio, resi celebri dal film “Nemo”: se la femmina del gruppo muore, il maschio può cambiare sesso e assumere il ruolo di madre. Questa capacità evita il collasso della comunità e garantisce la sopravvivenza della specie.
In natura, il papà Marlin non sarebbe rimasto orfano, anzi avrebbe preso il posto della moglie scomparsa, diventando femmina. Questo fenomeno è noto come cambiamento sessuale sequenziale ed è comune in molti pesci tropicali. Il passaggio da un sesso all’altro avviene in base alle necessità del gruppo, più che a un ordine prestabilito.
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Queste strategie mettono in crisi l’idea diffusa di un mondo animale diviso tra maschi dominanti e femmine passive. Al contrario, dimostrano che i ruoli sessuali sono spesso adattabili e legati a condizioni ambientali o sociali.
La critica agli stereotipi di genere nella natura: il contributo di lucy cooke
Lucy Cooke, zoologa e documentarista inglese, ha dedicato molto del suo lavoro a sfatare le convinzioni errate sui comportamenti delle femmine in natura. Nel suo libro “Femmine. Ribelli, per natura”, edito da Sonda, Cooke si concentra su come la cultura vittoriana e la teoria darwiniana abbiano influenzato negativamente le interpretazioni scientifiche, appiattendo la complessità dei rapporti sessuali animali su binarismi rigidi.
Cooke sottolinea come gli studiosi abbiano spesso cercato conferme alle proprie idee preesistenti, ignorando comportamenti fuori dal coro. Grazie alle ricerche di biologi con prospettive più aperte e degli studiosi legati al movimento femminista, emerge un quadro molto più ricco e variegato delle relazioni sessuali tra animali.
Il libro mette in luce come la femmina in tanti casi tenga saldamente le redini della selezione del partner e delle dinamiche sociali. Non è più visto il ruolo passivo o subordinato ma quello di un agente attivo, spesso capace di influenzare anche l’evoluzione stessa delle specie.
La scelta della femmina nella selezione sessuale: potere e strategie negli animali
Nel regno animale, la femmina prende molte volte la decisione più importante nel processo riproduttivo. La selezione sessuale non dipende esclusivamente dal corteggiamento maschile, ma da un giudizio attento e strategico da parte delle femmine.
Un esempio emblematico è il gallo della salvia, un uccello nordamericano noto per il suo rituale di corteggiamento unico. Il maschio gonfia un sacco nella gola e produce un battito d’aria che attira le femmine. La loro preferenza non è casuale: scelgono i maschi con le performance più vigorose, costringendo i pretendenti a sviluppare modi di corteggiamento elaborati.
Questo processo ha modellato nel tempo intere specie. La selezione femminile è una forza che ha plasmato comportamenti e caratteristiche fisiche dei maschi molto più di quanto si pensasse. Cambia così la visione del corteggiamento: non è un maschio che sceglie, ma la femmina che valuta con criteri precisi chi sarà il compagno.
Le coppie di uccelli: tra monogamia sociale e infedeltà sessuale
Da sempre gli uccelli sono emblematici della fedeltà coniugale, ma studi genetici hanno messo in luce una realtà più complicata. Le coppie formate sembrano fedeli agli occhi del mondo, ma analizzando il Dna di molti nidi si scopre che i piccoli spesso hanno padri diversi.
Le femmine, considerate tradizionalmente monogame, cercano relazioni esterne con la stessa intensità dei maschi. Questo meccanismo serve a garantire il successo riproduttivo, soprattutto quando il partner sociale potrebbe non essere fertile.
Il legame tra i due genitori è forte nella cura della prole, ma non è sempre accompagnato dalla fedeltà sessuale. Così, questa monogamia “sociale” consente un equilibrio tra cooperazione e sopravvivenza, dimostrando che la realtà dell’amore animale è più complessa di quanto si immagini.
Il ruolo collettivo delle femmine nei lemuri del madagascar
Tra i primati, i lemuri variegati del Madagascar mettono in scena una forma di cura collettiva molto particolare. Le femmine vivono in gruppi solidali e si alternano nell’accudire i cuccioli, creando una rete di assistenza paragonabile a un asilo nido naturale.
Questo sistema è funzionale a superare le difficoltà di spostamento nella foresta, dove trasportare piccoli sarebbe un impiccio. L’aiuto reciproco permette alle madri di cercare cibo e muoversi più liberamente, mentre le altre proteggono e nutrono i piccoli.
È un modello che rompe con la visione della maternità come impegno esclusivo di ogni femmina. In questo caso, la comunità femminile si fa carico dei figli, assicurando maggiori possibilità di sopravvivenza per tutta la prole.
Femmine alfa e società brutali: la realtà dei suricati
La società dei suricati nel deserto del Kalahari è nota per la sua durezza, soprattutto nei confronti degli individui più deboli. La femmina dominante controlla il gruppo con leggerezza crudele: impedisce alle altre femmine di riprodursi, elimina le loro nascite e le caccia.
Le femmine escluse dalla riproduzione subiscono conseguenze gravissime. Se tentano di avere piccoli, la leader li uccide e sfratta le rivali. Per rientrare nel gruppo, le madri devono accettare di badare ai cuccioli della femmina dominante, un prezzo alto per la tranquillità.
I suricati risultano mammiferi tra i più violenti verso i propri simili, con una mortalità interna al gruppo molto alta. Il potere femminile in questa specie non è quello di una materna accoglienza, ma di una dominazione feroce che tiene in pugno il gruppo intero.
Plasticità dei ruoli sessuali: maschi e femmine più simili di quanto si pensa
L’idea ottocentesca delle differenze fisse e rigide tra maschi e femmine tende a cadere davanti alle osservazioni più recenti. I ruoli sessuali cambiano a seconda delle specie e delle situazioni ambientali o sociali.
Charles Darwin aveva fissato una linea netta tra i sessi, ma oggi sappiamo quanta variabilità ci sia dietro ogni comportamento. Questo smonta l’idea di una natura dove maschi e femmine seguono ruoli predeterminati, mostrando una natura più liquida e adattabile.
Considerare questa somiglianza può aiutare a confrontarsi con i modelli umani, suggerendo che le differenze tra sessi non sono così marcate né immutabili come molti pensano.
Società matriarcali e modelli di pace: il caso dei bonobo
I bonobo, parenti stretti degli umani, vivono in società dominata dalle femmine. Questa dominanza è rafforzata da alleanze sessuali tra femmine che limitano le dispute e alimentano legami di solidarietà.
La femmina bonobo guida con autorità, ma lo fa tessendo relazioni pacifiche e collaborative. In questo senso, la loro società rappresenta un esempio diverso rispetto a gruppi dominati da maschi o a sistemi più gerarchici e conflittuali.
Tra i primati, i bonobo sono simbolo di una convivenza che si basa su tolleranza e cooperazione, scardinando l’idea che il potere implichi sempre conflitto o aggressione.
L’importanza delle femmine matriarcali nelle orche
Le orche mostrano un’altra faccia del femminile nei regni animali. Le femmine più vecchie, simili a vere matriarche, occupano ruoli di guida e custodia del gruppo.
Queste orche vivono a lungo anche dopo la fine della loro capacità riproduttiva e usano l’esperienza accumulata per condurre la famiglia, decidere dove andare a cacciare e proteggere i più giovani.
La menopausa, rara nel mondo animale, suggerisce che le femmine orche possono avere scopi sociali oltre a quello materno. La loro leadership è cruciale per la sopravvivenza del clan, mostrando un modello alternativo di potere femminile in natura.