Home Come don’t you (forget about me) dei simple minds è diventata la colonna sonora di breakfast club nonostante il rifiuto iniziale della band

Come don’t you (forget about me) dei simple minds è diventata la colonna sonora di breakfast club nonostante il rifiuto iniziale della band

La canzone “Don’t You” dei Simple Minds, simbolo degli anni ’80 grazie a “Breakfast Club” di John Hughes, ha avuto un percorso inaspettato prima di diventare un successo iconico.

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L'articolo racconta la storia dietro la canzone "Don't You" dei Simple Minds, rifiutata inizialmente da vari artisti, diventata poi un'icona grazie al film "Breakfast Club" di John Hughes, e approfondisce il ruolo della band e del cast nel consolidare il successo del brano e del film negli anni '80. - Unita.tv

La canzone don’t you dei simple minds è diventata un simbolo della musica anni ’80 grazie al film breakfast club di John Hughes. Il brano, però, ha avuto una strada tortuosa prima di entrare nella colonna sonora. Dopo il rifiuto di artisti come Bryan Ferry e Billy Idol, anche i simple minds all’inizio evitarono di registrarla, poi però cedettero. Nel nuovo documentario dedicato alla band, emergono dettagli inediti sulla nascita del pezzo e le reazioni delle star legate al film.

Il rifiuto iniziale dei simple minds e lo sviluppo della hit

Quando la canzone don’t you arrivò ai simple minds, il gruppo non era convinto che fosse adatta a loro. Il testo e lo stile sembravano distanti dal sound che avevano costruito, e la traccia era stata proposta anche ad altri nomi famosi come Bryan Ferry e Billy Idol, che invece decisero di non portarla avanti. A quel punto, i simple minds accettarono di provarci quasi per caso, e registrarla. Quel gesto si rivelò decisivo per la loro carriera.

La canzone si distinse subito per il tono grezzo e diretto, un mix che si agganciava perfettamente all’atmosfera del film breakfast club, capace di catturare il disagio e le emozioni degli adolescenti. La fusione tra la musica dei simple minds e le immagini della pellicola ha reso don’t you un brano iconico che ha attraversato diverse generazioni.

La reazione di molly ringwald alla colonna sonora

Molly Ringwald, la protagonista femminile di breakfast club, ha raccontato nel documentario simple minds: everything is possible, la sua impressione sul brano quando lo ascoltò per la prima volta. Definì la canzone “cruda” e “quasi come una telefonata oscena, ma in senso positivo”. La sua descrizione rivela quanto il pezzo fosse diverso dai classici della musica pop inglese dell’epoca.

Ringwald conosceva già i simple minds prima del film e ha ammesso di aver avuto un ruolo nell’indirizzare John Hughes verso questa band per la colonna sonora. Il suo aneddoto mette in luce la connessione personale e professionale che si creò intorno a quel progetto musicale. Oltre a lei, nel documentario compaiono interviste a musicisti come Dave Gahan dei Depeche Mode, Bob Geldof dei Boomtown Rats e anche Richard Branson, noto imprenditore nel campo della musica.

La storia della band e il documentario sui simple minds

Il documentario simple minds: everything is possible racconta 45 anni di carriera della band, soffermandosi su episodi chiave della loro evoluzione. Dall’esordio nei tardi anni ’70, quando il gruppo si muoveva in ambito punk, fino alla svolta verso il post-punk e l’art rock degli anni ’80 che ha portato all’exploit internazionale.

Jim Kerr, il cantante e leader, insieme al chitarrista Charlie Burchill, emerge con chiarezza come i motori dietro una storia musicale fatta di cambiamenti e sfide. Negli anni ’90 la band affrontò momenti complicati sul piano creativo, mentre dagli anni 2010 in poi vissero un ritorno di interesse da parte del pubblico. L’autodefinizione di Kerr come “una dannata grande band” sottolinea la tenacia e la coesione ancora presenti nel gruppo.

La rimpatriata del cast di breakfast club

Molly Ringwald si è recentemente ritrovata con gli altri protagonisti di breakfast club: Ally Sheedy, Judd Nelson, Emilio Estevez e Anthony Michael Hall. L’incontro tra i membri principali del cast ha richiamato l’attenzione dei fan sulla forza duratura del film, che resta un cult della cultura anni ’80.

La riunione ha evocato ricordi e testimonianze su quel periodo, mostrando come la pellicola continui a essere un punto di riferimento per chi è cresciuto con quelle atmosfere. La musica dei simple minds e la narrativa di John Hughes si confermano ancora oggi capaci di raccontare con efficacia temi universali legati alla gioventù e all’identità.

Il contributo dei simple minds con don’t you è entrato di diritto nella storia della musica leggera grazie a quella sinergia imprevista con il cinema di quel decennio. La recente attenzione intorno alla band e al film continua a testimoniare l’impatto di quella stagione artistica anche nel 2025.