Home Come Alessandro Borghi ha ribaltato l’immagine del cowboy nel western italiano testa o croce?

Come Alessandro Borghi ha ribaltato l’immagine del cowboy nel western italiano testa o croce?

Alessandro Borghi interpreta Santino in “Testa o croce?”, un western innovativo presentato a Cannes, che sfida gli stereotipi maschili e racconta una storia d’amore ambientata all’inizio del Novecento.

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Alessandro Borghi interpreta un cowboy fragile e umano in "Testa o croce?", un western italiano innovativo presentato a Cannes che rivisita il mito del West con un approccio autentico e fuori dagli stereotipi. - Unita.tv

Alessandro Borghi rompe lo schema del tradizionale eroe western nel film italiano Testa o croce?, presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard. Tra cowboy imbranati e amori difficili, il film racconta una storia ambientata all’inizio del 1900 con uno sguardo diverso sul mito americano del West. Borghi si mostra diverso dal classico macho, portando sullo schermo un personaggio fragile e umano. Scopriamo come è nato questo progetto e cosa lo rende fuori dal comune, anche sul red carpet.

Alessandro Borghi sul red carpet e l’immagine del cowboy fragile

Alessandro Borghi ha calamitato gli sguardi al Festival di Cannes, vestito in Valentino con uno stile personale e deciso, catturando l’attenzione tra i fotografi. L’attore, già noto per ruoli intensi in Non essere cattivo e Le otto montagne, continua a sorprendere con un approccio unico. In Testa o croce? interpreta Santino, un buttero che non rispecchia l’eroe macho tradizionale ma mostra limiti e incertezze. Borghi ha raccontato all’agenzia Ansa che Santino non sa sparare e non domina le situazioni: “sa solo andare a cavallo ma è anche un ‘meraviglioso scemo’”, simbolo di molte persone.

L’attore ha guadagnato l’ammirazione di colleghi celebri, come Michele Morrone, che ha scherzato definendolo “l’unico attore italiano più bravo di lui”. Questa stima sottolinea anche la forza interpretativa di Borghi, capace di portare sullo schermo personaggi lontani dai classici stereotipi del cinema italiano e internazionale. La sua capacità di rappresentare la fragilità maschile nel contesto duro del West segna una novità nel racconto cinematografico.

Un eroe diverso tra limiti e umanità

Il western italiano prende una piega nuova tra fango, cavalli e emozioni autentiche

Testa o croce? è ambientato nell’Italia dei primi anni del Novecento, con il protagonista Santino che si innamora di Rosa, la moglie di un potente signorotto locale. La fuga d’amore di questa coppia si intreccia con l’arrivo di Buffalo Bill e del suo Wild West Show, simbolo del mito americano in Europa. Il lungometraggio esce dai canoni classici del genere western, mostrando un incontro ideale tra il mondo dei cowboy italiani e quello americano.

Accanto a Borghi, recitano Nadia Tereszkiewicz, attrice francese, e la star americana John C. Reilly. Questa miscela di talenti provenienti da lingue e culture diverse contribuisce a dare al film un respiro internazionale, pur mantenendo un’atmosfera profondamente radicata nella storia italiana. Gli autori, Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, hanno costruito una narrazione che combina scene di polvere, fango e cavalli con improvvisazioni e momenti di grande intensità emotiva, rendendo la produzione fuori dagli schemi usuali.

Il film ha richiesto sacrifici sul set, con continui cambi di scene e stati d’animo alternati, ma ha creato un’esperienza intensa per tutti i coinvolti. Sullo sfondo della fuga romantica, si sviluppano temi moderni, con un modo innovativo di raccontare le storie maschili, lontano dalla rigidità machista e più vicino alla complessità dei sentimenti umani.

Un mix di culture per un western unico

Borghi e l’esigenza di storie fuori dal comune sul grande schermo

Alessandro Borghi ha accettato il ruolo di Santino soprattutto per l’originalità della trama e per la personalità particolare dei registi. Ha definito il progetto “straordinario e speciale”, perché inserisce un western classico in un contesto con temi molto contemporanei. Borghi ha sottolineato che la rappresentazione dei personaggi offre messaggi diversi da quelli tradizionali legati alla figura maschile, con un approccio più autentico e meno stereotipato.

L’attore ha descritto le giornate sul set come un mix di fango, polvere, cavalli e continue discussioni e improvvisazioni, con momenti di tensione alternati a abbracci e complicità. Questa dinamica ha permesso a lui e al cast di restare concentrati sull’essenza umana dei personaggi. Borghi ha raccontato di sentirsi a suo agio in situazioni lontane dalla routine, immerso in contesti difficili o selvaggi, come le montagne o il fango, dove riesce a concentrarsi in modo intenso sul lavoro.

Un’esperienza intensa e fuori dagli schemi

Il progetto ha visto anche la partecipazione di produttori coraggiosi, disposti a finanziare un film fuori dagli schemi. Per l’attore, era importante far parte di questa esperienza, definita quasi poetica, che ha regalato un’occasione per mettersi in gioco e raccontare una storia diversa dal solito. Il risultato presentato a Cannes conferma una nuova piega per il western italiano, meno legato al mito e più vicino alla realtà umana dietro l’eroe.