Cinzia Mascoli, l’attrice romana che ha conquistato il pubblico con il suo indimenticabile ruolo di Valeriana nel film “Viaggi di nozze” di Carlo Verdone, celebra trent’anni di carriera. Oggi, a 64 anni, Mascoli racconta la sua storia, fatta di coincidenze, scelte audaci e una vita ricca di esperienze, in un’intervista rilasciata a La Repubblica. La sua esperienza nel mondo del cinema è segnata da momenti di fragilità e da una lotta costante per i diritti degli attori.
L’incontro casuale con Carlo Verdone
La carriera di Cinzia Mascoli nel cinema è iniziata in modo inaspettato. La giovane attrice si era recata a Cinecittà per un provino che, nel frattempo, era stato cancellato. Mentre si aggirava tra i corridoi, notò un cartello che annunciava i provini per “Viaggi di nozze“. Un uomo, che stava scrivendo il titolo, le comunicò che a breve sarebbero iniziati i casting. Nonostante la sua esperienza limitata, con solo un film alle spalle, Carlo Verdone decise di darle una possibilità . Mascoli ricorda il momento in cui Verdone la chiamò a casa per provare una scena iconica: “Eravamo inginocchiati sul tappeto, uno accanto all’altro. Mi sentivo in imbarazzo, ma quella timidezza si rivelò perfetta per il ruolo”.
Valeriana: un personaggio che rispecchia la vita reale
Cinzia Mascoli si è sentita profondamente legata al suo personaggio Valeriana, tanto da riconoscere in essa molte delle proprie fragilità . “Nel film mancava un po’ della mia leggerezza”, confessa. La pressione di dover essere all’altezza del ruolo la trasformò, rendendola più seria e tesa. Un episodio particolarmente toccante si verificò durante una scena in cui la sorella di Valeriana simula un suicidio con delle mentine. Mascoli, in quel momento, rivisse un trauma personale: “Mia sorella, nella vita reale, aveva fatto la stessa cosa pochi giorni prima con delle vitamine”. Nel cast, si sentiva spesso in secondo piano rispetto a colleghe già affermate come Claudia Gerini e Veronica Pivetti, descrivendo se stessa come il “brutto anatroccolo” del gruppo.
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Un’infanzia segnata da difficoltÃ
La vita di Cinzia Mascoli non è stata priva di sfide. Cresciuta in una famiglia numerosa e con poche risorse, la sua infanzia è stata caratterizzata da difficoltà economiche. “Ero destinata a una vita d’inferno”, racconta. Dopo aver frequentato una scuola commerciale per necessità , decise di cambiare rotta, lasciando il lavoro da segretaria per dedicarsi al teatro, che considerava il suo “antidoto”. Le esperienze quotidiane, anche le più drammatiche, diventavano per lei spunti comici: “Mi invitavano a cena per sentire le mie storie e io le trasformavo in risate, ma erano drammi veri”. A soli 22 anni, si trovò in una situazione critica quando il proprietario di casa morì, lasciando istruzioni di raddoppiare l’affitto a suo carico.
La lotta per i diritti degli attori
Oggi, Cinzia Mascoli è una figura di spicco nella difesa dei diritti degli attori, ricoprendo il ruolo di presidente della società Artisti 7607, fondata insieme a colleghi come Elio Germano e Marco Riondino. “Abbiamo iniziato al bar e ora siamo 3.500 membri”, spiega. Dal 2012, l’associazione si occupa di raccogliere compensi per gli artisti, garantendo un equo compenso a chi sfrutta le loro opere. Questa battaglia ha portato Mascoli a confrontarsi con grandi nomi del settore, come Netflix. Nonostante i suoi impegni nell’associazione, l’attrice non ha mai abbandonato la recitazione: “L’anno scorso ho lavorato con Giulia Steigerwalt in ‘Diva Futura‘. Il ruolo di presidente è impegnativo, ma resto un’interprete e aspetto ancora il mio film”.
Ultimo aggiornamento: domenica 30 marzo 2025, 12:08.