Il nuovo adattamento cinematografico di Cime tempestose, diretto da Emerald Fennell, ha scatenato un acceso dibattito sin dalla sua recente proiezione di prova a Dallas. La celebre opera di Emily Brontë subisce una rilettura netta e audace, focalizzata su un’intensità sessuale molto marcata che ha diviso il pubblico. Le scelte della regista colpiscono soprattutto per l’interpretazione rimuovendo il romanticismo tradizionale a favore di un ritratto più crudo e disturbante.
L’adattamento provocatorio che svela un’interpretazione ribaltata del romanzo classico
Emerald Fennell presenta un Cime tempestose lontano dalla tradizione, proprio come accadde con il suo film Una donna promettente. Il tono del film è apertamente aggressivo e punta a mettere in scena una sensualità esplicita e grottesca, quasi sfociando in una depravazione stilizzata a tratti inaspettata per chi conosce l’opera originale. Il film si apre con una scena d’impiccagione pubblica che assume tinte grottesche: il condannato eiacula durante l’esecuzione, innescando una reazione collettiva che vira verso l’orgia sessuale. Momenti simili sono accompagnati da dettagli visivi pensati per turbare, come la gestualità provocatoria di una suora intenta a interagire con il corpo esanime.
Questa visione dell’opera rinuncia a qualsiasi velatura romantica, spostandosi su un terreno in cui le pulsioni umane si mostrano senza alcun filtro romantico o estetico. Il pubblico ha trovato in questo approccio un tessuto narrativo difficile da accettare, con scene di masturbazione girate con un’inquadratura intima e sgradevole, e simboli sessuali insinuanti come tuorli d’uovo o lumache che scivolano su superfici. La regista articola un linguaggio visivo che richiama il corpo e la sessualità facendo leva su immagini disturbanti e cariche di ambiguità.
Reazioni contrastanti alla proiezione di Dallas: schieramenti netti tra entusiasmo e fastidio
Da una parte il film ha incantato alcuni spettatori per la sua sfida stilistica e narrativa, dall’altra ha generato critiche notevoli per via del tono abrasivo e la rappresentazione sessuale decisamente spinta. Un testimone alla proiezione di Dallas ha parlato di un’opera “aggressivamente provocatoria”, priva di sfumature emotive e ricca di deviazioni pensate per creare shock. Il contrasto tra la concezione tradizionale del romanzo e questa nuova messa in scena ha confuso diverse fasce di pubblico.
Gli elementi più contestati restano le scene di erotismo esplicito e la mancanza di quel romanticismo tormentato che è alla base del mito di Heathcliff e Catherine. Nonostante tutto, la struttura del racconto resta riconoscibile: l’intreccio si concentra sulla relazione tormentata tra il giovane orfano Heathcliff e Catherine Earnshaw, il cui amore passionale scatena vendette e rivalità sociali. Da questa riconferma spicca la volontà di mantenere intatta la trama, mutando però profondamente il modo in cui questa viene raccontata.
Il cast scelto e il dibattito su Margot Robbie e Jacob Elordi
Le scelte casting hanno acceso un altro fronte di discussione. Margot Robbie, chiamata a interpretare Catherine, è stata giudicata “troppo grande” rispetto all’età del personaggio originale, mentre Jacob Elordi, che veste i panni di Heathcliff, ha ricevuto critiche per l’aspetto troppo “bianco” rispetto alla figura letteraria. Questi aspetti hanno alimentato il dibattito sui criteri di selezione degli attori e sulla fedeltà storica del progetto rispetto al romanzo.
Nonostante le controversie, chi ha assistito alla proiezione ha rilevato un’intesa palpabile tra Robbie ed Elordi sullo schermo, definita “grande alchimia”. Tuttavia, il carattere freddo e distante dei personaggi, così come la regia asciutta e spigolosa, rendono difficile per il pubblico empatizzare con loro. Le interpretazioni sono di livello, ma la freddezza delle figure rende arduo instaurare un legame emotivo tradizionale con gli spettatori.
Nel cast spiccano anche nomi come Owen Cooper, Shazad Latif e Alison Oliver, tutti inseriti nelle dinamiche di una vicenda che si suggerisce audace e fuori dagli schemi.
Una riscrittura coraggiosa e controversa del classico di Emily Brontë
Dopo numerose versioni che hanno tentato di rispettare ogni dettaglio del romanzo, questa nuova produzione sceglie una strada di rottura, proponendo un’interpretazione moderna e disturbante, che elimina le sfumature sentimentali e propone una riflessione sul desiderio e l’ossessione priva di abbellimenti. La regia di Fennell si concentra sull’eccesso e sulla provocazione visiva come strumenti per riscrivere un classico noto per la sua passione tormentata ma mai svelata in modo così esplicito.
Per gli appassionati e i critici questo adattamento rappresenta un elemento di rottura, capace di far discutere per i valori estetici e narrativi ma anche per le reazioni forti che suscita. L’opera punta a essere un esperimento carico di tensione visiva e narrativa, che getta nuova luce sulla natura ambigua e oscura del testo di Brontë. Anche i più fedeli a Cime tempestose si troveranno di fronte a un film capace di scandagliare lati meno noti e più controversi del racconto.
Ultimo aggiornamento il 6 Agosto 2025 da Luca Moretti