Chiara francini racconta il dolore per la perdita del primo amore e il suo nuovo libro
Chiara Francini presenta il suo romanzo “Le querce non fanno limoni”, esplorando temi di identità e lutto dopo la perdita del primo amore, Alessio Rapezzi, avvenuta nel 2024.

Chiara Francini, attrice e scrittrice, torna con il romanzo *Le querce non fanno limoni*, un’intima riflessione su identità, eredità e perdita, ispirata dal lutto per la scomparsa del suo primo amore Alessio Rapezzi. - Unita.tv
Chiara Francini, attrice e scrittrice, torna al centro dell’attenzione con un doppio ritorno: un romanzo appena uscito e un dolore personale profondo che condivide pubblicamente per la prima volta. Nel suo nuovo libro le querce non fanno limoni, Francini esplora temi legati all’identità e all’eredità, in particolare quella emotiva e femminile, mentre parallelamente racconta a voce aperta un lutto recente che ha cambiato il suo modo di vedere la vita.
Il romanzo come riscoperta delle radici e riflessione sull’identità
Le querce non fanno limoni, pubblicato nel 2025, si presenta come un’opera che supera la semplice narrazione per diventare un viaggio nelle radici personali e collettive. Francini si concentra sul concetto di eredità che non si limita a un retaggio materiale o storico, ma abbraccia l’affetto e le spinte ideali ricevute da chi ci ha preceduto. Il titolo stesso sottolinea questa idea, sottintendendo l’impossibilità di trasformare quanto viene trasmesso: una quercia resta quercia, non può produrre limoni, così come certe eredità mantengono la loro natura senza mutarsi.
Un libro nato da un bisogno personale
In un’intervista rilasciata al Corriere della sera, Francini ha spiegato come questo libro nasca anche da una necessità personale: un tentativo di mettere ordine nei ricordi, di affrontare i dolori e i punti di forza che accompagnano il percorso di formazione di una persona. Il racconto tocca temi di identità femminile e politica, senza trasformarsi in un pamphlet, ma mantenendo una narrazione intima e diretta. Questo romanzo appare così sia una confessione sia un invito a osservare le proprie origini con occhi nuovi, riconoscendo le ferite ma anche le forze interne che aiutano a proseguire.
Leggi anche:
La perdita improvvisa di alessio rapezzi, primo amore di chiara francini
Nel febbraio 2024, Chiara Francini ha vissuto un momento tragico: la morte improvvisa di Alessio Rapezzi, suo primo fidanzato. Alessio è scomparso a 49 anni, colpito da un malore durante una vacanza a Sharm-El Sheikh. Questa notizia ha scosso profondamente l’attrice, anche se solo con il passare del tempo ha iniziato a raccontare quel dolore in termini più articolati.
Il distacco da Alessio non è soltanto la fine di un legame affettivo, ma si è trasformato in un momento per riflettere sul concetto di memoria e sul modo in cui il passato si impone nella vita presente. La morte ha cambiato il modo in cui lei vive il ricordo, da semplice condivisione a un peso di responsabilità e consapevolezza.
Un evento che segna una svolta
L’evento ha rappresentato uno spartiacque nella vita di Francini, trasformando la sofferenza in un punto di riflessione profonda sul senso del lutto e del ricordo.
Dal dolore alla memoria: le parole di chiara francini
Intervistata ha confidato quanto la paura e il dolore l’abbiano attraversata. Ha raccontato: “Se la paura fa parte della mia vita? Mi ha attraversata, sì. Poco tempo fa è morto il mio primo fidanzato, Alessio. Un dolore grande, ma anche una rivelazione.” Questa riflessione apre uno spiraglio sulla complessità della perdita: anche se il lutto è una ferita aperta, rappresenta pure un punto di svolta.
Un anno dopo la scomparsa
A un anno dalla scomparsa di Alessio, il 20 febbraio 2025, Francini ha pubblicato su Instagram una foto che la ritrae insieme a lui in gioventù, accompagnata da parole che superano il semplice cordoglio: “Ale mio. Vivo ma non ho scelta né un motivo. Il mondo è un tipo irrazionale, fa come vuole, non dà nessuna spiegazione.” La frase fotografa un senso di accettazione difficile, dominato dall’irrazionalità del dolore e dalla sfida di convivere con una perdita senza risposte.
Questa scelta di condividere il proprio lutto non viene usata come semplice ricordo privato, ma assume un significato più ampio. Parla della necessità di riconoscere le assenze, di dare voce al dolore che si porta dentro ogni persona che ha visto sparire qualcuno vicino e che deve imparare a tenere vivo il ricordo senza poterlo più toccare.
Un cammino segnato dal passato ma volto al futuro
Il racconto di Francini mostra come il passato, con le sue ferite e i suoi legami, continui a influenzare il presente in modo profondo. Nel suo libro e nella vita privata, attrice e scrittrice racconta un percorso segnato dall’introspezione e dalla volontà di affrontare la complessità delle emozioni umane.
Il dolore per la perdita di Alessio, unito al lavoro di scrittura, sembra diventare una spinta per conservare e tenere vivi quei tasselli di sé che non possono essere cancellati dal tempo o dalla scomparsa di una persona importante. Ricordare diventa un dovere, una forma di amore che continua anche quando tutto sembra svanire.
Chiara Francini non nasconde le ferite, ma le rende parte del proprio racconto, un racconto che si rivolge a chiunque abbia sperimentato la perdita e il bisogno di dare senso a quel che resta. I suoi messaggi attraverso il libro e le parole pubbliche, invitano a esaminare il passato con sincerità e a portare con sé, nonostante tutto, la forza che ne deriva.