
Il nuovo game show di Rai 1, "Chi può batterci" con Marco Liorni, debutta con un format originale ma soffre di ritmo lento e scarsa spettacolarità, rischiando di non convincere nel competitivo prime time del sabato sera. - Unita.tv
Il nuovo game show di Rai 1, chi può batterci, ha debuttato ieri sera con uno speciale primaverile condotto da Marco Liorni. Il programma si propone di coinvolgere star e pubblico da casa in sfide di cultura, abilità e logica, ma nonostante l’idea originale, l’esito in termini di appeal televisivo lascia perplessi. Il sabato sera, da sempre serata difficile, richiede un ritmo particolare e un’atmosfera coinvolgente. Ecco come si è sviluppato lo show e quali elementi sembrano frenare il suo potenziale.
Il meccanismo di chi può batterci e il ruolo di marco liorni
Chi può batterci si basa su un confronto diretto tra sei vip capitanati da Marco Liorni e un gruppo numeroso di 101 spettatori in studio, impegnati a superare prove di vario tipo. L’intento è creare un clima di competizione che si estenda anche al pubblico da casa, mantenendo alta la partecipazione. Liorni, noto per il suo lavoro a L’eredità, torna in video con un ruolo sia da conduttore che da capitano di squadra, un doppio incarico che si sposa con la natura del programma.
Il format propone un susseguirsi di prove tematiche, ma la sequenza appare impostata con un ritmo piuttosto costante e prevedibile. Mancano momenti di forte impatto o brio, elementi che risulterebbero indispensabili soprattutto nel prime time del sabato. Il volto di Liorni rappresenta un punto di riferimento rassicurante ma, diversamente dalla sua abituale collocazione nel preserale, qui non riesce a infondere la scintilla necessaria per mantenere tesa l’attenzione per tutta la durata. Quel carisma più esplosivo o quella freschezza ironica che spesso contraddistingue i conduttori di show notturni, si percepiscono come assenti o appena accennati.
Difficoltà nel ritmo e nell’impatto dello show
In effetti, il meccanismo del gioco resta valido sulla carta ma trova difficoltà a tradursi in spettacolo elettrizzante. Le regole sono chiare e le sfide appassionanti, ma il modo in cui vengono presentate tende a sgretolare il ritmo, lasciando un’impressione di routine. Per un pubblico abituato alle produzioni televisive serrate e piene di colpi di scena, questa struttura risulta poco competitiva in termini di attenzione e coinvolgimento emotivo.
La scelta della programmazione e le difficoltà del prime time del sabato
Il posizionamento di chi può batterci nella programmazione di fine primavera, proprio al sabato sera, complica ulteriormente la situazione. Nei mesi più caldi l’interesse verso la televisione scema, anche perché le attività all’aperto attirano maggiormente gli spettatori rispetto allo schermo. In più, il palinsesto della stagione tarda spesso risente di una minore offerta di proposte valide, un fattore che non aiuta questo nuovo format a farsi largo.
Mandare in onda un programma nuovo in una fascia così delicata è un rischio evidente. Il sabato sera richiede un prodotto capace di catturare l’attenzione sin dai primi minuti, con momenti di sorpresa e ritmo incalzante. Qui invece la tensione resta limitata e le sfide, pur interessanti, non raggiungono la dimensione spettacolare necessaria per convincere il pubblico.
Rischio di una collocazione poco favorevole
Questa collocazione rischia di far passare in secondo piano un progetto che, per quanto acerbo, mostra almeno il desiderio di rinnovarsi. La Rai sembra aver deciso di puntare sulla notorietà del conduttore per attirare spettatori, ma questa strategia non basta senza un format più solido e una migliore gestione della scaletta.
Riflessioni sul futuro dei format di marco liorni e della rai nel prime time
Il debutto di chi può batterci segue il tracollo di altre iniziative basate su volti noti ma poco incisive nel prime time, in particolare il flop di Ora o mai più, sempre con Marco Liorni alla conduzione. La ripetizione di questa scelta fa sorgere dubbi sulla linea che la Rai sta seguendo per rinnovare la propria offerta serale.
Con un pubblico ormai abituato a programmi veloci e d’impatto, la semplice presenza di un conduttore apprezzato non basta a garantire il successo. Ci vuole qualcosa in più: un’idea forte che sappia diventare spettacolo, una programmazione attenta a tempi e target, e un gioco mai prevedibile.
Possibili strade per migliorare
Lo sviluppo futuro di questi format dipenderà dalla capacità dei responsabili di individuare la collocazione giusta e di lavorare sull’aspetto scenico e narrativo dello show. Questo può significare rivedere il tipo di prove, aumentare l’interazione imprevedibile e trovare modi per variare la tensione in studio.
Il pubblico si aspetta contenuti sempre più curati, con una linea precisa che non lasci spazio alla monotonia. Il tentativo di far convivere vip e pubblico in un gioco può funzionare, ma serve maggiore cura e una regia più attenta per valorizzare ogni momento. Chi può batterci si presenta dunque come spartiacque: un primo passo interessate, ma da migliorare se vuole inserirsi stabilmente nel difficile palinsesto del sabato sera.