Una tragedia aerea ha colpito l’India questa mattina: un Boeing 787 della Compagnia Air India è caduto subito dopo il decollo dall’Aeroporto Internazionale Di Ahmedabad. A bordo c’erano 242 persone, tra cui molti cittadini indiani e stranieri. Purtroppo nessuno è sopravvissuto. Ora le autorità stanno cercando di capire cosa sia successo, con un occhio particolare alla distanza usata per prendere velocità sulla pista.
Il Boeing 787 stava decollando dalla pista 23 dell’aeroporto di Ahmedabad, una delle più lunghe in India con oltre 3.500 metri. A bordo c’erano 169 indiani, 53 britannici, sette portoghesi e un canadese, per un totale di 242 persone tra passeggeri ed equipaggio. Il volo era diretto a Londra, una tratta lunga che richiede molto carburante.
Poco dopo aver iniziato la rincorsa sulla pista, l’aereo si è staccato da terra dopo circa 1.900 metri percorsi. Ma proprio questa distanza ha fatto scattare i primi dubbi degli esperti.
Perché la rincorsa troppo breve fa pensare a un problema
Per un aereo così grande e carico come questo Boeing – stimato intorno alle 220 tonnellate – servirebbe più spazio per raggiungere la velocità necessaria al decollo in sicurezza.
I dati raccolti dai siti che monitorano i voli globali mostrano che normalmente questi velivoli usano quasi tutta la lunghezza della pista o almeno una parte più ampia rispetto ai circa 1.900 metri registrati oggi.
Un pilota civile ha spiegato al Corriere Della Sera che “un decollo con così poca pista è possibile solo se si calcolano con precisione estrema peso, spinta dei motori e condizioni ambientali”. Ma nel caso di questo volo lungo e pesante qualcosa non torna.
Le rotte modificate complicano ancora di più i calcoli
Un’altra fonte vicina all’aviazione ha aggiunto che negli ultimi tempi molti voli tra India e Regno Unito hanno dovuto cambiare rotta per evitare lo spazio aereo del Pakistan, a causa delle tensioni geopolitiche nella regione.
Questa deviazione allunga il percorso e quindi aumenta il carburante necessario a bordo. Più carburante significa più peso da sollevare durante il decollo.
In queste situazioni i piloti preferiscono usare tutta la pista disponibile o addirittura partire da punti arretrati per avere più spazio e sicurezza durante la rincorsa.
Ma nel caso del volo precipitato qualcosa non ha funzionato come previsto.
Cosa dicono le autorità sulle cause dell’incidente
Le autorità locali hanno già avviato le indagini insieme agli esperti internazionali per capire cosa abbia causato lo schianto pochi minuti dopo il decollo.
Al momento non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali sulle cause precise ma l’attenzione è puntata proprio sull’anomalia della rincorsa troppo breve rispetto alle condizioni del volo.
Gli investigatori stanno analizzando anche i dati registrati dalla scatola nera dell’aereo per ricostruire esattamente cosa sia successo nei momenti critici prima dell’incidente.
Un disastro senza sopravvissuti scuote l’India e il mondo
La notizia della tragedia ha sconvolto non solo l’India ma tutto il mondo dell’aviazione civile e dei viaggiatori internazionali.
Il bilancio delle vittime è pesantissimo: nessuno dei passeggeri o membri dell’equipaggio ce l’ha fatta.
Ora resta solo attendere gli esiti delle indagini ufficiali per capire come sia stato possibile che un volo così importante abbia avuto problemi già in fase di decollo, uno dei momenti più delicati del viaggio aereo.
Questa tragedia riporta sotto i riflettori quanto sia fondamentale rispettare ogni dettaglio nelle procedure di volo, soprattutto quando si tratta di decolli lunghi e complessi come quelli verso destinazioni intercontinentali.
