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Aumento delle diagnosi di mieloma multiplo sotto i 50 anni: sintomi, terapie e cause

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Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione verso il mieloma multiplo, una malattia del sangue che colpisce soprattutto persone mature ma che, sempre più spesso, viene riscontrata anche in soggetti più giovani, sotto i 50 anni. La gestione di questa patologia richiede un percorso lungo e complesso, che coinvolge sia il paziente sia chi gli sta vicino. Recenti sviluppi terapeutici hanno introdotto nuove opzioni per chi affronta forme resistenti o recidivanti. In questo articolo si approfondiscono aspetti clinici, caratteristiche dei pazienti, novità sui trattamenti e le conseguenze psicologiche della malattia.

Il profilo dei pazienti con mieloma multiplo: tra età e incidenza

Il mieloma multiplo è noto soprattutto come una patologia tipica dell’età avanzata. La maggior parte dei pazienti ha circa 70 anni al momento della diagnosi. Tuttavia, una quota stimata intorno al 10% riguarda persone sotto i 50 anni. Questo dato conferma che la malattia non risparmia chi è più giovane, anche se rimane prevalente negli adulti più anziani.

I cambiamenti nello stile di vita e l’aumento di fattori di rischio ambientali o genetici potrebbero influenzare questa tendenza. Il mieloma multiplo colpisce il midollo osseo e si manifesta con sintomi variabili, tra cui dolori ossei, affaticamento, anemia e sindrome da ipercalcemia. La diagnosi nelle fasce più giovani rappresenta una sfida, perché spesso la malattia viene sottovalutata e riconosciuta in ritardo.

Impatto sulla vita quotidiana per i più giovani

L’impatto sulla vita quotidiana è marcato, considerando che i soggetti sotto i 50 anni sono generalmente attivi dal punto di vista lavorativo e familiare. Inoltre, la malattia di solito si presenta con fasi alterne, fatti di remissioni e ricadute, che rendono imprevedibile il percorso terapeutico. La gestione richiede dunque un approccio multidisciplinare, che tenga conto non solo dei sintomi fisici ma anche di quelli emotivi.

Elranatamab: il nuovo anticorpo bispecifico per mieloma refrattario

Il farmaco elranatamab ha ricevuto l’approvazione dall’AIFA e da poco è disponibile in Italia per i pazienti con mieloma multiplo recidivante e refrattario. Questo anticorpo bispecifico agisce su due bersagli contemporaneamente, attivando il sistema immunitario contro le cellule malate.

L’indicazione riguarda chi ha già seguito almeno tre linee di trattamento, compresi un immunomodulante, un inibitore del proteasoma e un anticorpo anti-CD38, ma senza ottenere la stabilizzazione della malattia. Per questi pazienti, le alternative terapeutiche tradizionali risultano esaurite e la prognosi peggiora.

Elranatamab si propone come una nuova opzione, con effetti che hanno mostrato efficacia su pazienti in situazioni critiche, dando speranza a chi fino a poco tempo fa doveva fare i conti con trattamenti inefficaci. Nonostante alcuni effetti collaterali potenziali, resta un progresso rilevante nella cura di una forma oncologica complessa.

Modalità di somministrazione e efficacia

Il medicinale viene somministrato in monoterapia e ha mostrato risultati positivi soprattutto in termini di risposta clinica e controllo della malattia. La sua introduzione rappresenta un cambiamento nella strategia terapeutica del mieloma evoluto.

L’impatto psicologico della diagnosi e il ruolo del supporto emotivo

Ricevere la diagnosi di mieloma multiplo coinvolge pesantemente non solo la persona ammalata, ma anche chi vive accanto a lei. Il percorso terapeutico può estendersi per mesi o anni, con fasi di remissione e ricaduta che incidono sullo stato emotivo.

Rosalba Barbieri, vicepresidente dell’Associazione Italiana contro le Leucemie , evidenzia come la sofferenza psicologica sia spesso sottovalutata nei reparti ematologici. Il supporto di figure specializzate come lo psicologo oncologico può aiutare a gestire ansia, depressione e stress, rendendo più sopportabile il trattamento e migliorando la qualità della vita.

Purtroppo, non tutte le strutture dispongono di questo tipo di assistenza, lasciando molte persone e famiglie fragili di fronte all’incertezza della malattia. La presenza di un supporto psicologico continuo aiuta anche a rafforzare la rete di caregiver, fondamentale per affrontare le difficoltà pratiche e morali.

La malattia e il benessere mentale

La malattia si manifesta in modo imprevedibile e ciascuna ricaduta aggiunge una nuova sfida. Per questo un approccio complessivo alla cura deve tenere conto del benessere mentale, oltre che dei parametri clinici per programmare le terapie.

Written by
Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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