La notizia ha fatto subito rumore tra gli appassionati di cinema e i fan di Ari Aster, il regista dietro Hereditary e Midsommar, film noti per le loro atmosfere cupe e intense. In una recente intervista, Aster ha raccontato di aver ricevuto la proposta di dirigere Morbius, il cinecomic Sony con Jared Leto, un progetto che ha diviso pubblico e critica. Questo mancato incontro tra due mondi così diversi apre uno spunto interessante sulle scelte creative delle grandi produzioni hollywoodiane.
Ari Aster e la chiamata a sorpresa per Morbius
Ari Aster è diventato famoso per film che puntano su un’estetica precisa e storie cariche di tensione, spesso toccando temi profondi e inquietanti. Scrivere ogni parola dei suoi copioni è per lui una regola, un modo per mantenere il controllo totale e non scendere a compromessi di mercato. Quando ha raccontato della chiamata per Morbius in un’intervista a Semafor, la sua reazione è stata un mix di sorpresa e un po’ di confusione. Ha detto di non ricordare bene chi lo avesse contattato, confondendo momentaneamente Marvel e Sony, segno di una situazione insolita per lui.
Il suo modo di fare cinema, molto personale e rigoroso, è agli antipodi rispetto ai grandi blockbuster da franchise, soprattutto quelli pieni di effetti speciali e legati a universi estesi. Aster tende a voler tenere tutto sotto controllo, cosa quasi impossibile in una produzione enorme con mille esigenze di marketing.
Quando un regista indipendente incontra un colosso hollywoodiano
La proposta di affidare Morbius ad Ari Aster sembra un’idea fuori dall’ordinario, quasi un tentativo delle major di dare un volto autorevole a film legati a franchise importanti. Nel caso di Morbius, però, la scelta suona strana: un regista che costruisce atmosfere inquietanti e profonde difficilmente si adatta alla formula già scritta e collaudata dei cinecomic.
Aster, abituato a lavorare libero da vincoli, avrebbe dovuto muoversi in un mondo di sceneggiature rigide, effetti speciali e storie pensate per fare cassetta. Far convivere il suo stile con le esigenze di un universo Sony dedicato a Spider-Man sarebbe stata una sfida difficile. In tanti nel settore hanno sottolineato quanto fosse improbabile questa collaborazione, data la distanza tra visione artistica e logiche di mercato.
Morbius: il flop che conferma le difficoltà dei cinecomic forzati
Uscito nel 2022 e diretto da Daniel Espinosa, Morbius avrebbe dovuto allargare la storia del personaggio di Jared Leto. Espinosa, con un passato in thriller e film d’azione come Safe House e Life, si è trovato a guidare un progetto sotto pressione per risultati sia critici che commerciali. Alla fine, il film non ha convinto né la critica, che lo ha stroncato, né il pubblico, che è rimasto a distanza.
Morbius è diventato quasi un simbolo degli errori che possono nascere nel mondo dei cinecomic, soprattutto quando il film sembra pensato più per il mercato che per raccontare una storia solida. Il 15% su Rotten Tomatoes racconta bene il divario tra aspettative e realtà.
Tra cinema d’autore e franchise: uno scontro complicato
La storia di Morbius mette in luce le difficoltà delle major quando si tratta di affidare film importanti a registi con una visione forte e personale. La chiamata ad Ari Aster, fuori luogo ma reale, fa emergere lo scontro tra esigenze artistiche e commerciali.
Il regista ha più volte detto che il suo modo di raccontare non si adatta a personaggi come quello di Jared Leto in Morbius. Piegarlo a un progetto così strutturato sembrava quasi impossibile. Questo episodio è uno specchio del confronto continuo tra cinema indipendente e produzioni mastodontiche, una questione che il cinema di oggi si porta dietro con fatica.
Morbius e la sua vicenda dimostrano che nemmeno i grandi nomi possono garantire il successo, soprattutto quando un film nasce frettolosamente o solo per rispondere a logiche di mercato. Il dibattito resta aperto, mentre il settore cerca ancora un equilibrio tra creatività e affari.
Ultimo aggiornamento il 18 Luglio 2025 da Matteo Bernardi