Antonella Clerici ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair nella quale si è raccontata da vari punti di vista, toccando temi legati alla sua lunga esperienza in tv, alle critiche ricevute e al rapporto con il pubblico. La conduttrice ha ribadito con forza l’importanza della televisione generalista, seguita da milioni di spettatori, e ha spiegato come il suo impegno quotidiano alla guida di “E’ sempre mezzogiorno” le permetta di leggere con immediatezza l’opinione degli spettatori. Ha anche parlato delle difficoltà incontrate in una carriera che dura da oltre 40 anni, e dei pregiudizi che l’hanno colpita, in particolare quelli legati alla sua immagine “popolare”.
La tv generalista resta il cuore dell’audience, dice clerici
Antonella Clerici ha voluto sottolineare che i numeri d’ascolto importanti appartengono alla televisione generalista e non ad altri formati. La conduttrice ha affermato che il suo programma, trasmesso praticamente ogni giorno da settembre a maggio, riesce a mantenere uno stretto contatto con il pubblico, senza mai perdere il polso delle preferenze degli spettatori. Nel corso dell’intervista ha rivendicato con fermezza: “I numeri li facciamo noi, quelli della tv generalista…”
Il fatto di andare in onda con continuità è diventato per lei una vera finestra sulla sensibilità degli italiani. Pur ammettendo che il lavoro è faticoso, Clerici ha precisato che il confronto costante con gli spettatori la stimola e la rende partecipe della loro quotidianità. “È come se mi vedessi in casa loro”, ha detto, mostrando come il contatto diretto con il pubblico costituisca uno dei punti forti della sua carriera. Questa capacità di entrare nelle case e nelle abitudini degli spettatori ha fatto di “E’ sempre mezzogiorno” un appuntamento fisso e seguito sul canale di Rai Uno.
Un programma sociale e radicato nel pubblico
L’approccio di Antonella è quello di una conduttrice che non perde mai la dimensione sociale della televisione, ritenendo che il valore di un programma non si misuri solo con le innovazioni tecnologiche o format sofisticati, ma con la capacità di parlare alla gente e accompagnarla nelle stagioni dell’anno. Questo spiega la scelta di mantenere “E’ sempre mezzogiorno” come un appuntamento quotidiano, pensato per un pubblico ampio e variegato.
I pregiudizi che infastidiscono clerici, tra popolarità e critiche social
Nel colloquio con Vanity Fair è emersa anche la frustrazione di Antonella Clerici rispetto a certi commenti che le sono stati rivolti, specie quelli legati alla sua immagine di “popolare”. La conduttrice ha confessato che la definizione di “troppo popolare” le risulta fastidiosa, così come le critiche ricevute sui social che la invitano “a tornare in cucina”. Questi atteggiamenti, secondo lei, sottovalutano non soltanto la sua professionalità ma anche il valore di un personaggio televisivo che ha costruito un legame sincero con il pubblico.
Cucina, socialità e valori condivisi
Clerici ha poi spiegato che attraverso il suo programma di cucina è riuscita a trasmettere messaggi più profondi rispetto a molti talk show di stampo più “elegante” o intellettuale. Con “E’ sempre mezzogiorno” ha portato in primo piano temi che, pur legati all’ambito culinario, trattano aspetti di aggregazione, tradizione e vita quotidiana, arrivando così a coinvolgere un pubblico vasto, con contenuti facilmente accessibili ma non per questo superficiali.
Questa dimensione “popolare”, spesso snobbata o fraintesa da critici e osservatori, rappresenta per Clerici una vera e propria risorsa. Non si tratta solo di intrattenimento leggero, ma di un mezzo per veicolare valori importanti nelle case degli italiani, creando un dialogo diretto e immediato. Il riferimento alle critiche sui social evidenzia anche quanto sia cambiato il modo di interagire con i personaggi pubblici, sempre più esposti a giudizi rapidi e spesso superficiali.
Una carriera longeva con alti e bassi: clerici racconta 40 anni in rai
Antonella Clerici ha parlato anche della sua esperienza di oltre quattro decadi in Rai, un percorso costellato di successi ma anche di momenti difficili. Ha riconosciuto di aver vissuto numerosi “alti e bassi” e di essersi dovuta riorganizzare più volte, paragonandosi a una fenice che risorge nonostante le difficoltà. Il suo percorso è stato segnato da cambiamenti interni, con direzioni diverse che hanno mostrato a volte maggiore attenzione o fiducia verso la sua figura, altre meno.
Una carriera fatta di perseveranza e dedizione
Ha spiegato che la sua carriera non è stata una scalata veloce, ma il frutto di molti anni di lavoro e di gavetta. La sua prima occasione in prima serata è arrivata solo dopo venti anni trascorsi a costruire un percorso solido fatto di dedizione e costanza. Questo evidenzia come, anche in un ambiente complesso come quello della tv pubblica, la pazienza e la perseveranza siano state fondamentali per mantenere uno spazio riconosciuto e rispettato.
Clerici ha chiarito di non essersi mai sentita né “regina” né “ultima ruota del carro”. Al contrario, ha avuto la consapevolezza di un ruolo solido conquistato con la sua esperienza, aiutata da una quota di fortuna ma soprattutto da anni di lavoro reale e continuo. Questa prospettiva ha permesso alla conduttrice di resistere ai cambiamenti del mondo televisivo e a tutte le sfide che si sono presentate lungo la strada.
L’intervista mostra così un ritratto di Antonella Clerici che non si limita ad essere una semplice conduttrice, ma un volto che ha rappresentato per decenni un punto di riferimento per il pubblico televisivo italiano, capace di adattarsi e rinnovarsi senza mai perdere il contatto con le persone.