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Angela Molina tra cinema, danza e famiglia: settanta anni di carriera e storie da raccontare

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Angela Molina ha attraversato oltre cinquant’anni di spettacolo con un percorso che intreccia cinema, danza e vita familiare. Attrice spagnola con più di 160 film alle spalle, continua a lavorare su progetti impegnativi come il recente Polvo Serán, in uscita nel 2026. La sua esperienza si riflette in interpretazioni profonde e scelte artistiche segnate da una forte consapevolezza personale.

Polvo serán: un ruolo che affronta la morte con delicatezza

Nel nuovo film Polvo Serán diretto da Carlos Marques-Marcet, Angela Molina interpreta un personaggio toccante: un’attrice malata terminale che decide di ricorrere al suicidio assistito in Svizzera insieme al marito. Il marito però è sano, cosa che provoca tensioni e incomprensioni tra i figli della coppia. Questo tema delicato viene trattato con una certa leggerezza grazie alla presenza della musica e delle coreografie ideate da Marcos Morau.

La forza visiva della compagnia la veronal

Il lavoro artistico si avvale dell’apporto visivo della compagnia La Veronal, nota per l’intensità emotiva dei suoi spettacoli presentati anche alla Biennale di Venezia. L’inclusione del movimento coreografico amplifica il racconto rendendolo più vivido ed emotivamente coinvolgente.

Angela sottolinea come questo film differisca dalle sue esperienze precedenti sul tema della morte: “qui la bellezza scenica permette allo spettatore di affrontare argomenti pesanti senza uscirne appesantito ma piuttosto ‘leggero’”. Il confronto con altre pellicole recenti sulla fine della vita mostra come il cinema possa declinare lo stesso tema sotto prospettive molto diverse.

Radici nella danza classica e passaggio al cinema

La passione per la danza accompagna Angela Molina fin dall’infanzia. Diplomata come maestra di danza classica spagnola dopo aver frequentato il Conservatorio, ha costruito una base solida nelle arti performative prima ancora di approdare davanti alla macchina da presa.

Ricorda il suo primo contatto col palco quando era ancora piccolissima in braccio a suo padre Antonio Molina — celebre cantante spagnolo amato dal pubblico per quel mix unico tra umiltà popolare e talento straordinario. “Lui cantava persino durante i bombardamenti nella guerra civile per dare coraggio alle persone nei rifugi sotterranei.”

Il legame familiare ha condizionato le scelte artistiche successive; tuttavia Angela sentiva dentro qualcosa che mancava nella sola danza: la parola attraverso la recitazione. Fu così che accettò l’offerta del regista César Fernández Ardavín nel 1973 per No matarás, un film drammatico su temi sociali difficili come gli aborti clandestini all’epoca vietati dalla legge spagnola.

Questo debutto segnò l’abbandono parziale del mondo danzante verso quello cinematografico pur conservando sempre uno sguardo attento sulle espressioni corporee nel racconto narrativo.

Dal cine de destape agli anni della transizione democratica

Gli anni ’70 rappresentarono una fase complessa ma fertile per Angela Molina sul set. In Spagna dominava ancora il cosiddetto cine de destape, cioè produzioni spesso leggere o sexy ispirate a modelli italiani simili alle commedie erotiche popolari dell’epoca.

Nonostante ciò lei nutriva una profonda passione cinematografica sin dall’adolescenza trascorrendo ore alla Filmoteca Española dove seguiva autori come Kurosawa o Bergman. Questi incontri le aprirono nuovi orizzonti sul senso umano delle storie raccontate attraverso immagini in movimento.

La transición e la nuova libertà artistica

Con la caduta definitiva del regime franchista iniziò la Transición, periodo cruciale fra il 1975 ed l’inizio degli anni ‘80 durante cui vennero superate molte censure politiche sui contenuti culturali. Registi quali Manuel Gutiérrez Aragón, Carlos Saura o Pedro Almodóvar poterono finalmente affrontare temi sociali apertamente senza paura.

Proprio grazie a questa nuova libertà arrivò anche l’occasione più importante: Quell’oscuro oggetto del desiderio diretto da Luis Buñuel. Il successo internazionale spalancò ad Angela molte porte all’estero soprattutto in Italia dove collaborò con nomi importanti quali Gillo Pontecorvo o Marco Bellocchio.

Ricordi dal set buñueliano: ironia dietro le quinte

Durante le riprese di Quell’oscuro oggetto del desiderio, Angela condivise scene intense alternandosi con Carole Bouquet nel ruolo delle ballerine protagoniste. Ricorda bene un episodio divertente voluto dallo stesso Buñuel: “mentre giravano una scena delicata lui suggerì ad Angela uno scherzo improvvisato rivolto all’attore Fernando Rey – interprete dell’uomo sedotto – facendo scattare increduli rossori sul volto dello stimato collega prima dello scoppio finale di risate comuni.”

Lavorare accanto a Buñuel significava godersi ogni momento come fosse unico. Lui dirigeva quasi sempre al primo ciak lasciando poco spazio ai ripensamenti se non strettamente necessari. Questa modalità lasciava emergere spontaneità autentiche dagli attori evitando formalismi inutili tipici dei set tradizionali.

Angela definisce questo metodo “godersi la vita”, perché Luis manteneva negli ultimi lavori quella freschezza infantile fatta d’intuito puro mescolata ad esperienza decennale. Un insegnamento prezioso ricevuto dalla leggenda francese-spagnola rimane indelebile nelle sue memorie professionali.

Conciliare famiglia numerosa ed impegni artistici intensi

Non è mai stato semplice mantenere equilibrio fra lavoro continuo ed esigenze familiari dato anche il numero consistente dei figli : tre nati dal matrimonio col regista Hervé TirmarcheOlivia, Mateo, Samuel – due invece dalla relazione precedente col imprenditore Leo BlakstadAntonio María, Isabel.

Angela attribuisce questa armonia soprattutto all’esempio ricevuto dai suoi genitori numerosi fratelli-sorelle – capacissimi nell’organizzazione domestica. E poi fondamentale è stato avere accanto un compagno presente nei dettagli pratici quotidiani pur portando avanti carriere impegnative entrambi.

Sin dall’infanzia ha vissuto arte-lavoro-vita intrecciati senza soluzione separativa netta; quando non impegnata sui set torna spesso al teatro partecipando a produzioni importanti dedicate ai temi socialmente rilevanti come Los de ahí, spettacolo argentino sulle difficoltà vissute dai rider immigrati contemporanei.

Settanta anni pieni guardando avanti

Il compleanno numero settanta arriva quest’anno accompagnato da sentimenti fortemente riconoscenti verso chi le sta vicino ma pure verso chi continua a offrirle occasioni di lavoro prestigiose malgrado gli standard spesso rigidi imposti dall’età nell’ambiente artistico.

Ha lavorato recentemente coi grandi Costa Gavras , Liliana Cavani coetanea consolidando così nuove amicizie professionali nate dopo decenni trascorsi davanti alle telecamere.

Per quanto riguarda l’aspetto estetico conserva i capelli lunghi ormai bianchi senza nasconderli né modificarli artificialmente troppo spesso.
Spiega infatti quanto sia naturale attraversare fasi diverse legate allo scorrere degli anni:
Rifiuta imposizioni sociali-convenzionali secondo cui bisognerebbe tagliare o coprire segni d’età.
Preferisce mostrarsi com’è perché ritiene importante rispettarsi davvero senza nascondersi dietro codici estetici prefissati.

Questa scelta rende Angela Molina esempio concreto nell’ambito age diversity attestandone autenticità fuori dagli schemi abituali presenti nello star system odierno.

Written by
Rosanna Ricci

Rosanna Ricci racconta il presente come se stesse scrivendo una pagina di diario collettivo. La sua voce è intima, ma mai distante: attraversa con delicatezza temi complessi come cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute, cercando sempre il lato umano delle notizie. Ogni suo post è uno sguardo personale sul mondo, tra empatia e consapevolezza.

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