Il nuovo progetto di Ang Lee, Old Gold Mountain, vedrà la luce più tardi rispetto alle previsioni iniziali. Il regista taiwanese, noto per i suoi film intensi e visivamente suggestivi, ha rinviato le riprese al 2026. Questo lavoro si basa sull’adattamento del romanzo di C. Pam Zhang, una storia che esplora vite di emigranti e fronteggia temi di identità e appartenenza. La decisione di posticipare il ciak nasce da un’esigenza di perfezionamento creativo e da fattori pratici legati alla produzione. Le riprese si svolgeranno nel nord della California e il rinvio garantirà condizioni ambientali più adatte.
La trama di Old Gold Mountain e il contesto narrativo
Il film sarà tratto dal romanzo How Much of These Hills Is Gold di C. Pam Zhang, che racconta le vicende di due fratelli orfani, Lucy e Sam, figli di immigrati nell’America della corsa all’oro. La loro storia prende forma in un’epoca e in un luogo segnati da diffidenza e ostilità verso gli stranieri. Premessa centrale è la difficoltà nel farsi riconoscere e accettare come parte della comunità locale.
L’intreccio ruota attorno al tentativo di Lucy e Sam di seppellire il padre, un gesto che assume un significato forte e simbolico, quasi liberatorio rispetto al passato ingombrante. Mentre affrontano la durezza della vita in un villaggio minerario pieno di insidie, i due dovranno fare i conti con segreti di famiglia, rivalità che ancora pesano sulle loro esistenze e la speranza di un futuro che riscriva la loro identità. La sceneggiatura firmata da Chang-rae Lee immerge lo spettatore in un dramma umano che affonda le radici negli aspetti meno raccontati della storia americana.
Motivazioni e modalità del rinvio delle riprese
Deadline ha riportato le informazioni riguardo lo slittamento delle riprese. Ang Lee non ha dato segni di fretta nel cominciare le riprese del lungometraggio. Il regista, infatti, sta mettendo a punto dettagli fondamentali sul fronte creativo, che hanno richiesto più tempo del previsto. La data indicata per iniziare il ciak è rimandata alla primavera del 2026, quando in California ci saranno condizioni climatiche più adatte al racconto e alla logistica di produzione.
Il nord della California, set principale del film, ha particolari esigenze meteorologiche, specie per un racconto ambientato in un contesto storico preciso. Il rinvio riflette la volontà di Ang Lee di lavorare con calma sulle atmosfere e gli scenari necessari per rendere la storia il più possibile efficace. Inoltre, la scelta del periodo primaverile per riprendere riduce il rischio di imprevisti dovuti a condizioni climatiche avverse.
Ang Lee e la riflessione sullo stato attuale del cinema
Durante la partecipazione al festival di Cannes, Ang Lee ha espresso delle riflessioni profonde sull’evoluzione del cinema contemporaneo. Il regista ha confessato una certa difficoltà a rientrare nel mondo del cinema dopo sei anni di pausa. Ha indicato che la maniera attuale di fare film è in una fase critica, vicina a un “vicolo cieco” se non si operano cambiamenti significativi.
Lee ha definito il cinema del passato come spazi sacri, dei “templi” in cui il pubblico si immergeva collettivamente in un’esperienza unica e coinvolgente. Ha sottolineato come oggi, invece, chiedere agli spettatori di distogliere lo sguardo dallo smartphone rappresenti una sfida enorme, paragonabile a scalare l’Everest a piedi nudi. Questa metafora rende chiara la complessità di recuperare quella magia collettiva, in un tempo dominato dalla tecnologia e dalla fruizione frammentata dei contenuti.
Gli interventi pubblici di Lee mostrano l’urgenza di una ridefinizione del cinema che sappia tornare a suscitare meraviglia autentica nel pubblico. Il regista resta comunque impegnato in questo tentativo, anche attraverso un lavoro paziente come Old Gold Mountain, che punta a un racconto coinvolgente e attuale.
Ultimo aggiornamento il 25 Luglio 2025 da Andrea Ricci