Anatomia di una caduta: il film che intreccia processo, psicologia e crisi familiare tra le montagne di Grenoble

Anatomia di una caduta, il film di Justine Triet vincitore della Palma d’Oro e dell’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, esplora le complessità di un processo giudiziario e relazioni familiari.
"Anatomia di una caduta" di Justine Triet, Palma d’Oro e Oscar per la miglior sceneggiatura, è un intenso dramma giudiziario che esplora le fragilità di un matrimonio e le ombre di una tragedia familiare, lasciando aperto il dubbio sulla verità. - Unita.tv

Anatomia di una caduta, il film di Justine Triet che ha dominato la scena cinematografica 2023-24, torna in onda su Cielo questa sera alle 21.20. Vincitore della Palma d’Oro a Cannes e Oscar per la miglior sceneggiatura originale, il film si muove tra le pieghe di un processo giudiziario e la profondità degli intrecci psicologici dei protagonisti. La storia esplora una vicenda drammatica tra amore, tensioni familiari e il rigore della macchina giudiziaria francese, offrendo una narrazione intensa ed essenziale.

La trama ambientata in un chalet isolato a Grenoble

La vicenda si svolge in un freddo inverno a Grenoble, in un chalet solitario sulle montagne. La coppia al centro della storia è composta da Sandra, una scrittrice affermata, e Samuel, insegnante insoddisfatto che fatica a completare un romanzo. Hanno un figlio di 11 anni, ipovedente, che aggiunge un ulteriore elemento di fragilità al nucleo familiare. La tragedia irrompe quando Samuel viene trovato morto ai piedi del balcone della casa. La dinamica della caduta resta avvolta nel mistero: si tratta di un suicidio, un incidente o un omicidio? Sandra, inizialmente sospettata, si ritrova coinvolta in un lungo processo di giudizio pubblico e legale.

L’ambientazione isolata, in un contesto invernale, amplifica il senso di solitudine e tensione spatiale, mentre la crisi della coppia si riflette nei silenzi e nei conflitti che emergono durante la vicenda. La presenza del figlio, custode di parti oscure della famiglia, completa il quadro di una situazione famigliare sull’orlo del collasso.

L’analisi rigorosa del matrimonio e del processo giudiziario

Il film si presenta come uno studio attento e senza sconti sulla fine di un rapporto matrimoniale. Non si limita a raccontare l’evento drammatico ma si addentra nelle dinamiche psicologiche dei personaggi principali. La narrazione segue il filo delle indagini e soprattutto del processo in aula, che occupa la parte più consistente della pellicola. Il racconto si sviluppa attraverso testimonianze, interrogatori e interventi, con una resa quasi documentaristica che porta lo spettatore dentro la sala del tribunale.

Justine Triet evita scene superflue e spettacolarizzazioni, puntando su dialoghi intensi e personaggi ben delineati per costruire la tensione. L’indagine sul matrimonio appare incompleta, osservata attraverso le versioni modulate dei protagonisti e registrazioni di discussioni segretamente conservate dal marito. Sandra e Samuel restano in parte inesplorati, con aspetti nascosti che nessuno, neppure chi li circonda, riesce ad afferrare completamente.

La vicenda giudiziaria oscilla tra le esigenze di trovare una verità netta e le zone d’ombra degli eventi e delle persone coinvolte. I media, gli avvocati e il pubblico sembrano voler incasellare tutto in categorie fisse: colpevole o innocente, vittima o carnefice. Il film invece lascia aperto il dubbio, senza rivelare mai con certezza cosa sia accaduto quella notte, sospendendo così il giudizio su Sandra.

Il riconoscimento internazionale e le polemiche intorno alla regista

Dopo la Palma d’Oro a Cannes 2023, Anatomia di una caduta ha conquistato gli Oscar 2024 con cinque nomination e la vittoria per la miglior sceneggiatura originale. L’assenza nella categoria miglior film internazionale è stata decisa dalla Francia, che ha scelto un altro titolo, Il gusto delle cose, per rappresentare la nazione. Questa scelta ha sollevato dibattiti, anche perché il film di Triet avrebbe avuto maggiori possibilità di successo tra i votanti americani.

Justine Triet è una figura divisiva nel panorama artistico francese. Considerata dall’opinione pubblica come un’intellettuale che non si trattiene nel criticare apertamente il sistema, è amata dai giovani e criticata dalle generazioni più anziane. La sua polemica diretta al governo definito “neoliberista” in occasione della Palma d’Oro ha provocato un acceso confronto durato settimane.

La politica dietro la corsa all’oscar in francia

In Francia, la corsa all’Oscar assume spesso un carattere quasi politico e culturale. Nonostante un’industria cinematografica tra le più forti al mondo, il Paese fatica a ottenere riconoscimenti nella categoria miglior film internazionale dagli anni Novanta. Quest’anno, poi, il percorso di un altro candidato francese, Emilia Pérez di Jacques Audiard, si è interrotto dopo uno scandalo che ha coinvolto l’attrice protagonista, complicando ulteriormente le prospettive della Francia agli Oscar.

Anatomia di una caduta tra giudizio e complessità umana

Il film di Justine Triet mette in scena un processo, ma lascia spazio a dubbi e sfumature. La vicenda ripercorre le indagini e le udienze, poi si sofferma sulle tensioni dentro la coppia. Sfida la semplificazione del bene e del male che la legge e la società spesso impongono agli individui. Lo spettatore resta con domande aperte, perché ciò che si vede in aula è solo una parte di una realtà complessa e difficile da definire.

Anatomia di una caduta invita a riflettere sulle contraddizioni nascoste nei rapporti umani, senza offrire risposte semplici. Pur mantenendosi fedele al ruolo del cinema come racconto di cronaca e psicologia, si attesta come un film che usa la forma del processo per scavare nella natura dei sentimenti e nelle difficoltà di comprensione tra le persone. Di certo ha lasciato un segno nel cinema recente, attestando come una storia giudiziaria possa diventare uno specchio delle fragilità e delle resistenze di un’intera società.