Ambra Angiolini è uno dei volti più noti della televisione italiana degli anni ’90, diventata celebre ancora adolescente con il programma “Non è la Rai”. Dopo tanti anni passati sotto i riflettori, l’attrice ha deciso di rompere il silenzio su un aspetto doloroso della sua vita, ovvero la lotta contro la bulimia. Il racconto di quella esperienza emerge oggi attraverso un libro e prossimamente arriverà anche sul grande schermo.
La fama precoce e le difficoltà nascoste dietro il successo di Ambra Angiolini
Quando Ambra Angiolini apparve in tv per la prima volta, non era ancora maggiorenne ma già si ritrovava a parlare davanti a milioni di italiani con un carisma forte e uno sguardo deciso. La sua voce roca e il modo di affrontare il pubblico la trasformarono rapidamente in un’icona pop di quegli anni. Il programma “Non è la Rai” la rese una presenza fissa nei pomeriggi televisivi della penisola, ma la notorietà arrivò molto presto in un momento in cui lei stessa stava cercando di capire chi fosse davvero, lontano dalle telecamere.
Questa esposizione costante non lasciò spazio a pause e riflessioni, né tantomeno a una crescita personale tranquilla. Quel periodo rappresentò per Ambra un banco di prova, ma anche un tempo segnato da turbolenze interiori difficili da raccontare. Sentirsi troppo osservata mentre si è ancora in formazione può avere conseguenze profonde sul modo in cui si percepisce se stessi, e per Ambra fu così. Le luci della ribalta nascondevano quello che lei definisce “un dolore confuso” che cresceva in silenzio, nonostante l’apparenza di gioia e successo mostrata a tutti.
La battaglia contro la bulimia e il racconto nel libro InFame
Il dissidio tra la vita pubblica e quella privata trovò una sua forma di racconto soltanto nel 2020, con la pubblicazione del volume “InFame”, in cui Ambra Angiolini ha svelato per la prima volta apertamente la sua esperienza con la bulimia. Il libro è molto più di una confessione: è la testimonianza di un percorso doloroso e complesso vissuto in solitudine per anni. A distanza di oltre trenta anni da “Non è la Rai”, Ambra ha usato le parole per dare senso a quella ferita e spiegare quanto quella malattia l’abbia segnata.
Nel corso di un’intervista al Giffoni Film Festival, l’attrice ha definito la sua esperienza come una sofferenza che insegnò molto, anche se spesso sembrava assurda e pericolosa allo stesso tempo. Ha ricordato che il momento più grave di quella malattia coincise proprio con l’ultima puntata di “Non è la Rai”, quando ancora era una ragazzina in piena lotta con il disturbo. La malattia, racconta, ha un modo subdolo di “fregarti” se non si riconosce la sua origine in tempo.
La scoperta casuale della malattia e l’accettazione del proprio corpo
La consapevolezza di soffrire di bulimia arrivò a Ambra quasi per caso, durante una sosta in una libreria dell’aeroporto. Mentre faceva acquisti, si imbatté in un libro intitolato “Tutto il pane del mondo” di Fabiola De Clercq, che descriveva in modo crudo cosa significhi vomitare quello che si mangia. Quel passaggio la colpì al punto da spaventarla, ma anche da portarla a comprare il libro per capire meglio quel tormento. Fu allora che l’attrice riuscì finalmente a dare un nome alla sofferenza che l’accompagnava da tempo.
Con gli anni Ambra imparò a guardarsi senza vergogna, resistendo anche agli attacchi pubblici sul cambiamento del suo corpo. Ha ricordato episodi di derisione sui social e un servizio televisivo andato in onda anni fa dove veniva indicata come esempio di “generazione XXL”. Non reagì nascondendosi, anzi decise di affrontare quelle critiche senza mai sentirsi vittima. L’atteggiamento di Ambra verso il proprio aspetto e il disturbo la impose come figura che cerca di superare ogni stigmatizzazione legata al corpo, mettendo in luce la complessità del suo passato.
La storia di Ambra Angiolini resta significativa per capire cosa significa crescere sotto i riflettori e come certe ferite, anche se silenziose, condizionino anni di vita. Il prossimo adattamento cinematografico del suo libro promette di portare questo racconto alle nuove generazioni, riaffermando la sua presenza nel panorama culturale italiano, ora con una voce più matura e chiara rispetto a quella di tante primavere fa.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Serena Fontana