Home Alfa, il cantautore genovese che sfida la rassegnazione dei giovani con musica e sguardo al futuro

Alfa, il cantautore genovese che sfida la rassegnazione dei giovani con musica e sguardo al futuro

Alfa, giovane cantautore genovese, affronta le sfide della musica con autenticità e pazienza, mescolando radici locali e influenze globali in un panorama musicale in evoluzione.

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Alfa, giovane cantautore genovese, unisce radici locali e influenze internazionali per costruire una carriera autentica nel panorama musicale italiano, affrontando le sfide con calma e umiltà, e portando speranza in un futuro migliore. - Unita.tv

Negli ultimi anni, parlare di giovani senza speranza o disillusi è diventato quasi un luogo comune. Nubi come crisi economiche, cambiamenti climatici, pandemie e conflitti hanno appesantito il racconto su intere generazioni. Eppure, storie come quella di Alfa, ventiquattrenne cantautore genovese, dimostrano che l’attesa di un futuro migliore non è svanita del tutto. Dopo aver conquistato il pubblico con il suo ultimo album, sta per lanciare una versione Deluxe con nuove tracce, tra cui un duetto con Manu Chao che vive già d’aria d’estate.

Le radici di un cantautore tra genova e influenze internazionali

Alfa nasce a Genova, città con una tradizione musicale che, negli ultimi anni, ha visto la nascita di una nuova scuola cantautorale viva e attenta alla realtà. Il giovane artista ha costruito la sua carriera intrecciando radici locali con influenze globali. Il suo amore per Manu Chao, incontrato casualmente dietro le quinte di un concerto, ha dato origine a un brano fresco, “A me mi piace”, che riprende il celebre “Me gustas tu”. Non si tratta di un omaggio banale ma di una collaborazione che ha portato il cantante dei Mano Negra a riprendere la voce nella versione finale. Questo episodio racconta molto del carattere di Alfa: aperto a contatti inaspettati, ma deciso a rispettare la propria identità artistica.

Genova ha un ruolo centrale anche nella sua vita al di fuori della musica. Tra una chiacchierata sulle canzoni e discussioni sul calcio – entrambi tifosi del Genoa – emergono racconti legati alla città, al suo risveglio culturale e a una scena musicale che mescola cantautorato e rap. Alfa non frequenta feste mondane, preferisce momenti di convivialità più semplici e autentici, come quelli al birrificio dove capita di incrociare pure Tonino Carotone. Il legame con la città e con il suo tessuto sociale fa da sfondo alla sua musica e al suo modo di essere.

La musica come percorso tra luci e ombre

Il cantautore non nasconde le difficoltà vissute lungo la sua carriera. Conosce bene il “giro della morte”, ovvero la caduta dopo il successo, che aiuta a costruire sfumature più profonde nelle canzoni. Alfa guarda ai modelli come Jovanotti e Vasco Rossi, artisti che hanno attraversato momenti bui prima di raggiungere una posizione solida. Lo scandire improvviso del successo, il confronto con le aspettative e la pressione mediatica sono stati temi della nostra lunga conversazione.

Ha raccontato di come la figura di Jovanotti, all’inizio considerato quasi un ingenuo, si sia trasformata in senso contrario fino a diventare un punto di riferimento per molti giovani cantautori. Similmente, Vasco ha mostrato una metamorfosi tra ribellione e accettazione quotidiana, tra caos e normalità. Nel presente, Alfa vede in Blanco chi sta vivendo un passaggio simile, con alti vertiginosi seguiti da cadute difficili da gestire. La sua scelta è di non affrettare i tempi, di costruire passo a passo senza bruciare tappe, impegnandosi su nuovi progetti che definisce “scarti a lato” rispetto a quanto già fatto, ma significativi quanto utili a proseguire.

Tra pop e cantautorato: la nuova onda italiana

Il panorama musicale contemporaneo sta vivendo una fase interessante: il pop ritorna in auge, affiancato da cantautori che mostrano una scrittura pulita e meno incline agli eccessi trap. Alfa, con brani come “Il filo rosso” e “Bellissimissima”, si inserisce in questa nuova ondata. Condivide spazio con artisti come Olly, Angelina Mango, Achille Lauro e Cesare Cremonini. Un esempio è curioso: la “Balorda nostalgia” di Olly sembra quasi una cover del brano di Alfa, a segno della circolazione delle idee in questo circuito.

Anche fuori da Genova, il cantautorato sta riconquistando ascoltatori che tempo fa si erano allontanati dal genere, mentre il pop si riafferma in una veste meno superficiale. Questo fenomeno ha portato a riscoprire volti e nomi che, dopo anni, godono di nuova popolarità, come Max Pezzali. Il dialogo tra vecchia e nuova generazione rende il quadro musicale più variegato, con giovani interpreti consapevoli della storia che li precede e pronti a lasciarne una nuova traccia.

La visione del futuro raccontata da alfa

Al centro della nostra conversazione c’è il modo in cui Alfa affronta il futuro, uno sguardo che scava oltre la superficie di chi lo dipinge come rassegnato o demotivato. Alfa non si definisce affatto disilluso, al contrario. Non ignora le difficoltà del tempo, ma rivendica il diritto di cercare la felicità nelle piccole cose e nella musica. La sua ispirazione è legata a un repertorio che mostra la felicità come uno stato da mettere in scena, non solo da rincorrere.

Riflette sul ruolo della costanza e della autenticità in un mondo che spinge a mostrarsi sempre al massimo, a sfornare hit in serie. La sua scelta è diversa, è quella di costruirsi una carriera senza fretta e senza voler esagerare, senza inseguire un’immagine irreale di sé. Sta lavorando al nuovo disco con la convinzione che progredire non significhi stravolgere, ma evolvere con calma, mantenendo una base autentica.

L’approccio umano e diretto emerge anche in momenti di normalità, come il video saluto che ha mandato in poche ore per una bambina, segno di quell’umiltà che pochi artisti di successo mantengono. Alfa non è solo talentuoso, ma rimane una persona con i piedi per terra, ecco perché rimane credibile nel racconto di un futuro ancora da costruire.