Alba Parietti ha condiviso un momento di grande vulnerabilità durante il suo intervento a Le Iene, dedicato alla figura di Grazia Dipietromaria, pittrice e scrittrice scomparsa nel 2010. Nel suo monologo, la showgirl ha aperto il suo cuore, rivelando dettagli intimi e dolorosi riguardo al suo complesso legame con la madre, una donna che ha vissuto una vita segnata da malattie mentali e segreti.
Un rapporto complesso e doloroso
Nel suo racconto, Alba Parietti ha esordito con una frase scioccante: “Molti anni fa dissi a mio padre: ‘preferirei che la mamma morisse’”. Sebbene non fosse una vera intenzione, questa affermazione riflette la profondità del dolore e della frustrazione che ha provato nei confronti di una madre che, pur avendo potenzialità straordinarie, si è rivelata una figura difficile. La showgirl ha descritto Grazia come una donna che, da un lato, avrebbe potuto incarnare l’immagine ideale di una madre, ma dall’altro lato si è trasformata in una figura spaventosa e ferente.
Alba ha condiviso che la sua infanzia è stata segnata da un mistero: la figura materna era avvolta in un velo di incomprensione. Solo in anni recenti, ha scoperto un tesoro di quaderni scritti dalla madre, nei quali Grazia esprimeva i suoi pensieri più intimi, le sue esperienze durante la guerra e la sua lotta con la malattia mentale. Questi scritti hanno rivelato una Grazia diversa, una donna dotata di intelligenza e umorismo, cresciuta in un contesto storico complesso, tra la corte dei Savoia e la Resistenza.
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La scoperta di una verità nascosta
Alba ha raccontato di come, scavando tra i ricordi e i documenti della madre, sia riuscita a comprendere meglio il comportamento di Grazia. La showgirl ha realizzato che le azioni della madre non erano frutto di cattiveria, ma piuttosto il risultato di una malattia mentale che Grazia aveva cercato di nascondere. Un aspetto particolarmente toccante del racconto è stato il riferimento a suo zio Aldo, anch’egli affetto da schizofrenia e internato nel manicomio di Collegno. Questo segreto, tenuto nascosto per dieci anni, ha contribuito a creare un ulteriore strato di incomprensione e dolore nella vita di Alba.
La rivelazione di questi segreti ha permesso alla showgirl di vedere la madre sotto una nuova luce, riconoscendo che la malattia mentale può celare sensibilità e talenti straordinari. Alba ha sottolineato che, dietro la sofferenza, si possono trovare menti brillanti e uniche, e che è fondamentale non lasciare che la malattia diventi una condanna alla solitudine.
Un appello alla comprensione e all’accoglienza
Con un volto segnato dalla sofferenza, Alba Parietti ha concluso il suo monologo lanciando un messaggio potente. Ha esortato il pubblico a non stigmatizzare chi vive con malattie mentali, sottolineando che spesso le persone si sentono costrette a nascondere il loro dolore per paura di essere emarginate. La showgirl ha invitato tutti a “mettersi all’ascolto” e ad aprire le braccia per accogliere chi soffre, riconoscendo il valore che ogni individuo può portare.
Alba ha affermato che la comprensione non è solo un gesto d’amore, ma rappresenta anche un atto di giustizia e civiltà. Ha messo in evidenza come spesso ci si renda conto del valore di una persona solo quando è troppo tardi, invitando alla riflessione su come trattiamo chi vive situazioni di vulnerabilità. Il suo monologo non è stato solo un tributo a Grazia Dipietromaria, ma anche un richiamo alla società affinché si impegni a combattere lo stigma legato alla malattia mentale.