Adolescenti e depressione: aumentano i casi di disagio mentale e famiglie in difficoltà nel riconoscere i segnali
Ogni anno, circa 46mila adolescenti si suicidano nel mondo. La depressione e il disagio psicologico tra i giovani richiedono un intervento tempestivo da parte di famiglie, scuole e istituzioni.

L’articolo affronta l’allarmante aumento dei disturbi mentali e dei suicidi tra gli adolescenti, sottolineando l’importanza di riconoscere tempestivamente i segnali di disagio e di unire famiglie, scuole e istituzioni per offrire supporto concreto e prevenzione efficace. - Unita.tv
Sono numeri che gelano il cuore: ogni anno nel mondo si registrano circa 46mila suicidi tra gli adolescenti, cioè più di uno ogni 11 minuti. Il 20 per cento dei giovani tra i 10 e i 19 anni si dichiara spesso depresso. Questi dati indicano una realtà inquietante e crescente, che si riflette nelle famiglie e nelle comunità. La sfida di capire quando un momento di crisi adolescenziale si trasforma in qualcosa di più serio è più attuale che mai.
L’aumento dei disturbi mentali negli adolescenti e le conseguenze
Il disagio psicologico tra i ragazzi si manifesta in modi diversi: ansia, depressione, autolesionismo e, nei casi peggiori, suicidio. Questa escalation non è solo statistica, ma si traduce in drammi reali che scuotono le famiglie. I genitori spesso si sentono impotenti di fronte a un fenomeno in crescita da diversi anni. L’adolescenza è un momento complesso, ma oggi è attraversata da fattori nuovi come la pressione social, la solitudine digitale e un’incertezza diffusa sul futuro.
Per molte famiglie la difficoltà nasce proprio nel capire quando intervenire. I sintomi possono sembrare segnali normali di cambiamento o momenti di ribellione. In realtà, se ignorati, rischiano di aggravarsi rapidamente. Chi lavora nell’ambito della salute mentale conferma che la tempestività è fondamentale per evitare conseguenze irreparabili. Scuola, servizi sanitari e genitori devono collaborare in modo più stretto per offrire un sostegno concreto ai ragazzi.
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Come riconoscere la depressione negli adolescenti, secondo Stefano Vicari
Il neuropsichiatra infantile Stefano Vicari ha affrontato questo tema nel suo libro “Adolescenti interrotti. Intercettare il disagio prima che sia tardi“, pubblicato da Feltrinelli. Vicari spiega quanto sia importante cogliere i segnali della depressione e del disagio psicologico prima che esplodano. La sofferenza degli adolescenti non sempre si manifesta con parole o comportamenti ovvi, spesso passa in silenzio.
Vicari richiama anche l’attenzione sul ruolo degli adulti, che non devono fermarsi a impartire regole ma offrire esempi concreti. I ragazzi osservano gli adulti ogni giorno, costruendo la loro identità soprattutto guardando come affrontano il mondo. In questa fase delicata, la mancanza di un contatto empatico può intensificare il senso di isolamento dei giovani.
Non è una questione di colpe, ma di consapevolezza. Le famiglie e la società devono dotarsi di strumenti pratici e concreti per non lasciar soli gli adolescenti. Il libro di Vicari raccoglie anni di esperienza all’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, offrendo indicazioni utili per genitori, educatori e operatori sanitari.
La società contemporanea e le sfide poste dalla cultura del narcisismo
Il disagio giovanile si inserisce in un contesto più ampio, in cui la cultura contemporanea spinge verso una forma di individualismo che può spezzare i legami tra persone. La sociologa Eva Illouz descrive in “Modernità esplosiva” come la società moderna promuova il riconoscimento di sé come “unici e irripetibili”, riducendo l’attenzione verso gli altri, anche verso i propri figli.
Questo modello rende difficile per le famiglie mantenere un ascolto autentico e un sostegno emotivo solido. Spesso gli adulti sono attratti da valori che privilegiano il successo personale o la soddisfazione immediata. Così i ragazzi si trovano ad affrontare il proprio malessere senza riferimenti chiari e senza un punto fermo a cui aggrapparsi.
Le difficoltà non sono attribuibili solo ai genitori o alla scuola. L’intero sistema culturale in cui viviamo influisce sulle relazioni e sulla capacità di cura. Per evitare che questa fragilità diventi emergenza sociale è necessario riattivare forme di vicinanza e protezione che vadano oltre il semplice controllo. Il dialogo può restituire ai giovani un senso di appartenenza e speranza.
Il ruolo delle istituzioni e la necessità di supporto concreto
L’impegno di ospedali come il Bambino Gesù di Roma evidenzia quanto sia urgente un sistema che consideri il disagio adolescenziale come una priorità. La neuropsichiatria infantile ha messo a disposizione tecniche e conoscenze per intercettare e affrontare i sintomi più nascosti. Serve però un investimento in servizi, personale qualificato e programmi di prevenzione diffusi sul territorio.
La scuola potrebbe diventare un ambiente chiave dove riconoscere i primi segnali di difficoltà. La formazione degli insegnanti, la creazione di spazi sicuri per parlarne e il coinvolgimento di famiglie e operatori sanitari possono salvare molte vite. Senza attenzione continua, invece, il disagio rischia di restare celato.
Proprio per chi vive accanto agli adolescenti, il libro di Vicari offre un supporto concreto, con consigli chiari e accessibili anche a chi non ha competenze mediche. Ogni adulto può imparare a osservare i cambiamenti di umore, l’isolamento, i segni di autolesionismo o di perdita di interesse nelle attività quotidiane. Questi segnali vanno considerati con serietà e accompagnati da un intervento tempestivo.
La crescente attenzione verso la salute mentale dei giovani sta spingendo istituzioni e comunità a trovare risposte più efficaci, ma la strada resta lunga e complessa. La prevenzione, la formazione e l’ascolto attento sono strumenti indispensabili a contrastare una crisi che si fa sempre più urgente e diffusa.