La stagione due di devil may cry, creata da Adi Shankar per Netflix, promette di cambiare completamente registro narrativo. Dopo il successo della prima stagione, che ha introdotto con forza il personaggio di Dante, Shankar ha anticipato che il racconto si sposterà sul fratello Vergil. Il creatore ha dichiarato l’intenzione di superare le aspettative del pubblico, rivisitando lo stile e il tono della serie per offrire un prodotto differente rispetto alla prima stagione e lontano dall’etichetta classica di “anime”.
Il focus sulla narrazione cambia incentrandosi su vergil
Alla fine della prima stagione di devil may cry, Dante si trovava in una situazione difficile, ma a emergere è stato Vergil, che appare come una figura chiave pronta a combattere le forze oscure. Shankar ha spiegato in una recente intervista a Esquire che la seconda stagione non sarà una semplice continuazione bensì quasi una serie a sé, con Vergil protagonista assoluto. Intende sfruttare questo personaggio per cambiare registro, puntando su una narrazione più matura e diversa nello stile.
Un salto evolutivo rispetto alla prima stagione
La prima stagione è stata pensata come un ingresso potente nel mondo di devil may cry, quasi una “droga” per catturare l’attenzione. La seconda stagione invece deve essere un salto in avanti, un modo per ampliare e ribaltare le aspettative della serie. La volontà è rendere Vergil il motore della storia, esplorando dimensioni più profonde del suo carattere e del suo ruolo nel conflitto tra demoni e umani.
La visione di shankar: lontano dall’anime verso un’animazione più americana
Adi Shankar ha respinto con forza la definizione di devil may cry come “anime”. Ha richiamato le sue radici con le serie animate americane degli anni ’90 e 2000, citando titoli come X-Men e Batman: the animated series, che hanno segnato la sua crescita e il suo immaginario. Queste produzioni, nonostante i limiti della tv generalista, rappresentavano per lui un modello di azione e atmosfera che oggi vuole superare.
Un nuovo linguaggio visivo e narrativo
Ha parlato di voler prendere quel linguaggio, con il suo stile e la sua energia, ma senza rimanere vincolato ai cliché degli anime giapponesi. L’obiettivo è proporre una narrazione e uno stile visivo personale e inedito, rivolto a un pubblico adulto che ama quei cartoni d’azione ma desidera un racconto più complesso e meno scontato. Shankar punta a costruire uno spazio creativo in cui la tradizione americana dell’animazione si aggiorna senza rinunciare alla sua forza visiva e narrativa.
L’ambizione di battere arcane e ridefinire il panorama dell’animazione adulta
Shankar non si limita a guardare al suo progetto, ma rivolge anche lo sguardo ai precedenti successi di Netflix, in particolare alla serie Arcane, che ha segnato un punto di riferimento per l’animazione per adulti. Ha definito Arcane un “joker che brucia soldi” in senso positivo, ma ha sottolineato la sua volontà di superarne gli ascolti con devil may cry stagione due.
Una proposta potente e anticonvenzionale
Questa dichiarazione rivela un’ambizione chiara: non solo produrre un titolo di qualità, ma anche imporsi nel mercato come una proposta originale e potente. Shankar si presenta alla competizione con un approccio anticonvenzionale e una spinta a sorprendere il pubblico con idee e scelte narrative forti.
Se riuscirà a mantenere questa promessa, la nuova stagione potrebbe segnare una svolta nella produzione di contenuti animati per adulti su Netflix, offrendo un punto di vista nuovo e meno legato agli stereotipi dell’anime o dei prodotti animati tradizionali. devil may cry potrebbe diventare un titolo capace di far discutere e spostare gli equilibri degli ascolti nel 2025.