Accabadora: il monologo che esplora il legame tra madre e figlia al teatro Menotti di Milano

“Al teatro Menotti di Milano, l’opera ‘Accabadora’, diretta da Veronica Cruciani e ispirata al romanzo di Michela Murgia, esplora il complesso legame tra madre e figlia fino al 6 aprile.”
Accabadora: il monologo che esplora il legame tra madre e figlia al teatro Menotti di Milano Accabadora: il monologo che esplora il legame tra madre e figlia al teatro Menotti di Milano
Accabadora: il monologo che esplora il legame tra madre e figlia al teatro Menotti di Milano - unita.tv

Al teatro Menotti di Milano, il palcoscenico si anima con “Accabadora“, un’opera ispirata al romanzo di Michela Murgia, vincitore del premio Campiello quindici anni fa. Questo spettacolo, che ha già catturato l’attenzione del pubblico, si distingue per la sua capacità di evocare emozioni profonde e riflessioni sul legame tra madre e figlia. La rappresentazione, firmata dalla regista Veronica Cruciani e scritta da Carlotta Corradi, offre un monologo che si concentra sulla figura di Maria, figlia di Bonaria Urrai, l’accabadora del paesino immaginario di Soreni.

La scenografia e l’atmosfera coinvolgente

L’atmosfera che si crea all’interno del teatro è palpabile. Le donne, in gran parte, occupano le poltrone, creando un’onda di energia che si diffonde mentre lo spettacolo avanza. La scenografia, le luci e le musiche si uniscono per incorniciare la voce di Maria, interpretata dall’attrice Anna della Rosa. La protagonista dialoga con Tzia Bonaria, la donna che l’ha accolta come fill’e anima all’età di sei anni. Bonaria, sarta solitaria e accabadora, ha il compito di accompagnare le persone in fin di vita verso la morte, un gesto che affonda le radici nella tradizione sarda. Maria, inizialmente ammirata da questa figura, scopre ben presto il peso del suo operato, portandola a fuggire verso Torino per cercare di dimenticare il passato.

Il conflitto interiore di Maria

Maria si trova su una pedana, simbolo di una zattera mentale nel mare della sua esistenza, mentre si confronta con Bonaria, che sta per morire. Questo momento rappresenta un dovere tradizionale della figlia d’anima, un legame di adozione che si intreccia con il tema dell’eutanasia. La giovane protagonista si confronta con il suo passato, affrontando la rabbia e il tradimento che ha subito. Carlotta Corradi descrive il conflitto di Maria come un viaggio di crescita, dove il ritorno a casa non porta con sé la maturità, ma piuttosto una condizione di stallo. Maria, intrappolata nel suo ruolo di figlia, deve ora affrontare la responsabilità di diventare madre, un passaggio carico di emozioni non espresse e di verità nascoste.

Temi di eutanasia e accettazione

Il tema dell’eutanasia emerge come un gesto d’amore tra Maria e Tzia Bonaria. La regista Veronica Cruciani sottolinea l’importanza del dialogo interiore tra Maria e la sua madre adottiva, suggerendo che questo confronto rappresenti una rielaborazione della morte. La giovane protagonista si confronta con le sue paure e i suoi desideri, cercando di trovare una soluzione che possa liberarla dall’ossessione del passato. La rappresentazione si fa portavoce di un flusso di emozioni femminili, legami e emancipazioni, rendendo omaggio all’opera di Michela Murgia.

Un viaggio teatrale che continua

Accabadora” è un’opera che invita a riflettere sul complesso rapporto tra madre e figlia, sul peso delle tradizioni e sulle scelte difficili che la vita ci presenta. Lo spettacolo sarà in scena nei teatri di tutta Italia fino al 6 aprile, offrendo l’opportunità di vivere un’esperienza teatrale intensa e coinvolgente, capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano.

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