
Abel Gongora, co-regista di *dandadan*, rifiuta l’uso dell’intelligenza artificiale nell’animazione, preferendo tecniche tradizionali per preservare l’artigianalità e l’espressività umana nella seconda stagione prevista per luglio 2025. - Unita.tv
L’uso dell’intelligenza artificiale sta modificando molte pratiche nelle industrie creative, sostenendo produzioni più rapide e digitalizzate. Nel campo dell’animazione giapponese, questa novità incontra però resistenze, soprattutto da chi cerca di mantenere vivo il lavoro artigianale su cui si fondano molte opere di rilievo. Abel Gongora, co-regista della seconda stagione di dandadan, ha espresso una posizione chiara e decisa contro l’impiego dell’intelligenza artificiale nella realizzazione delle animazioni. La sua scelta si basa su una visione che vuole protagonista il disegno manuale e tecniche tradizionali, come risposta diretta alla crescente automazione. La nuova stagione del noto anime si prepara così a tornare sugli schermi con un approccio visivo ben definito.
La resistenza di abel gongora all’uso dell’intelligenza artificiale nell’animazione
Abel Gongora ha deciso di non integrare l’intelligenza artificiale nelle sue produzioni, preferendo tecniche tradizionali poco usate negli ultimi anni. La sua esperienza con la prima stagione di dandadan, in cui ha diretto l’opening, è diventata una sorta di manifesto contro la digitalizzazione totale. Gongora ha raccontato in un’intervista a ComicBook che ha voluto realizzare una sequenza iniziale che si opponesse in modo netto alle produzioni animate realizzate solo con strumenti digitali o assistiti da AI. Per lui l’animazione deve restare un processo artigianale, fatto di carta, matite e ritagli manuali. Ha sfruttato questo metodo per ottenere un’estetica unica, con effetti che ricordano il disegno a matita e le sfumature tipiche del lavoro manuale. Il risultato è un opening dove ogni taglio e movimento sono reali, non simulati da programmi computerizzati.
Un contrasto con le tendenze digitali
Questo approccio si contrappone alla tendenza attuale di affidare a tecnologie automatizzate la creazione di scene e movimenti, riducendo il coinvolgimento diretto degli artisti. Gongora sottolinea la difficoltà e la rarità di questa prassi in Giappone oggi, dove l’animazione digitale è dominante. La sua scelta però punta a mantenere la sensibilità umana e la percezione tattile che, a suo avviso, l’AI non può offrire. In più, il regista ha detto di essere soddisfatto di aver coinvolto un team capace di portare avanti questa sfida, riuscendo a mantenere vivo uno stile più in linea con l’arte tradizionale.
I dettagli della seconda stagione di dandadan tra visioni e date di uscita
La seconda stagione di dandadan è prevista per il 3 luglio 2025 e sarà distribuita su piattaforme importanti come Netflix e Crunchyroll. Questa nuova tornata narrativa porterà in scena alcuni degli archi più oscuri del manga di Yukinobu Tatsu, intitolati “La casa maledetta” e “L’Occhio maligno”. Gli episodi affronteranno atmosfere cupe e misteriose, ampliando la trama con nuove sfide per i protagonisti. Poco prima dell’uscita sui servizi on demand, i fan avranno la possibilità di vedere i primi tre episodi con una proiezione al cinema fissata per giugno 2025.
Espansione del progetto dandadan
Parallelamente alla serie tv, è in arrivo nelle sale il film “dandadan: evil eye”, pensato per espandere ulteriormente la conoscenza del mondo ideato da Tatsu. Questo rilascio sul grande schermo si inserisce in un progetto complesso che valorizza sia la fruizione casalinga sia l’esperienza audiovisiva live. I prodotti audio-visivi della serie puntano quindi a raggiungere un pubblico più vasto e diversificato, mettendo in evidenza la ricchezza narrativa e visiva dietro il titolo.
Il valore dell’artigianalità nella visione di abel gongora per dandadan
Il regista mantiene un forte impegno nel preservare un’anima visiva profondamente umana in dandadan. Contrastare la freddezza degli algoritmi fa parte di una linea di pensiero che sottolinea l’importanza del tocco personale nelle animazioni. Gongora sostiene che questa scelta non si limita a difendere un’idea estetica, ma valorizza il lavoro artigianale degli animatori, la loro capacità di osservare e comunicare emozioni tramite il disegno. La tecnica tradizionale diventa quindi elemento identitario, non un semplice stile nostalgico.
Una sfida alla dominanza digitale
Questa posizione non appare isolata nel mondo dell’animazione, ma a quel punto può rappresentare una sfida concreta alla tendenza dominante. Fondare una produzione su tecniche manuali richiede più tempo e impegno, ma garantisce risultati che gli strumenti digitali non sono in grado di replicare nello stesso modo, secondo Gongora. La serie si presenta così come una testimonianza tangibile che il mestiere e la sensibilità degli artisti non si possono sostituire con algoritmi.
La scelta difende la centralità della creatività umana dietro il lavoro artistico, ponendo l’accento sulla complessità del processo creativo. Si evitano quindi soluzioni di comodità o uniformità derivanti dall’uso indiscriminato di AI, preferendo un metodo che conserva la diversità e la caratterizzazione delle animazioni. Questo spirito sarà evidente nella seconda stagione di dandadan, che conferma la volontà di mantenere una forte impronta artigianale e di tutelare un sapere visivo antico di decenni.