Il caso di chiara poggi, uccisa nella sua casa di garlasco nel 2007, torna sotto i riflettori a diciotto anni dall’omicidio. Una svolta nelle indagini riguarda la riapertura di un fascicolo con un nuovo indagato, andrea sempio, già coinvolto in passato ma sempre escluso da ipotesi di reato. Accanto a questo, emergono nuovi reperti alimentari finora trascurati che potrebbero fornire indizi chiave. Un focus su queste novità aiuta a comprendere meglio lo stato dell’inchiesta che non accenna a chiudersi.
La posizione di andrea sempio e la risposta dell’avvocato
Andrea sempio, ora trentasettenne, è tornato agli onori delle cronache per un motivo preciso: è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso in omicidio, assieme a ignoti o all’ex fidanzato di chiara poggi, alberto stasi, già condannato nel 2015. Sempio aveva già affrontato in passato indagini su questo caso, ma ogni volta era stato scagionato. La nuova iscrizione però indica una svolta da parte della procura di pavia, che ha deciso di verificare alcune prove finora trascurate.
Il 18 giugno 2025, nel corso della trasmissione televisiva “chi l’ha visto?“, l’avvocato di andrea sempio, massimo lovati, ha manifestato la volontà di opporsi all’esame di alcuni reperti. Lovati sostiene che le nuove indagini si basano su elementi deboli e che il suo assistito non ha alcun coinvolgimento. Andrea stesso, intervistato davanti alle telecamere, ha respinto fermamente qualsiasi collegamento con elementi trovati nella scena del crimine, in particolare riguardo ai barattoli di fruttolo recuperati tra i rifiuti della villetta.
I reperti alimentari e le nuove analisi scientifiche
Le novità investigative ruotano attorno a diversi oggetti rinvenuti durante le indagini, ma finora non sottoposti ad analisi approfondite. Tra questi spiccano due barattoli di fruttolo scoperti otto mesi dopo il delitto all’interno di un sacco dei rifiuti nella casa di chiara poggi. Gli investigatori puntano su questi barattoli perché la vittima era allergica al lattosio, dunque improbabile che li avesse consumati lei stessa.
Si ipotizza che quei barattoli siano stati portati in casa da un’altra persona. Per questo motivo saranno eseguiti accertamenti su impronte digitali, residui biologici e tracce di dna. L’obiettivo è riscontrare eventuali connessioni con qualcuno presente sulla scena del delitto, tra cui andrea sempio. Altri reperti oggetto di verifica saranno un tappetino da bagno, un cucchiaino, una scatola di cereali e alcuni tamponi, tutti raccolti per riscontrare tracce ematiche o materiale genetico utile alle indagini.
Evoluzione delle indagini e l’impatto sulla vicenda giudiziaria
Da marzo 2025 il nome di andrea sempio è tornato al centro delle indagini, insieme alle nuove perizie su materiali di scena ormai vecchi di anni. La procura non esclude più la possibilità di un concorso nel delitto di chiara poggi, che potrebbe coinvolgere figure diverse dall’unico imputato condannato finora, alberto stasi.
Le analisi previste nei prossimi mesi potrebbero ribaltare la narrazione consolidata del caso o confermare quanto già noto. Ciò che emerge con chiarezza è che la procura cerca elementi concreti e riscontri scientifici, non più solo testimonianze o indizi sporadici. L’attenzione sui reperti alimentari e l’accuratezza delle nuove verifiche testimoniano il prolungato interesse delle autorità nel risolvere questo delitto rimasto aperto.
Sono passati molti anni dalla tragedia in val sala, eppure il lavoro investigativo prosegue con ritmi serrati. Lo studio approfondito di queste nuove prove potrebbe far luce sui contorni ancora oscuri dell’omicidio e portare a ulteriori sviluppi giudiziari. Il caso di chiara poggi resta uno dei più discussi e complessi nella cronaca giudiziaria italiana recente.