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28 anni dopo: danny boyle presenta il sequel di un cult dell’horror a roma

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Il film "28 anni dopo", sequel di "28 giorni dopo" diretto da Danny Boyle, unisce tensione horror e riflessioni sulla società contemporanea, esplorando temi familiari e sociali con tecniche di ripresa innovative. - Unita.tv
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Il nuovo film “28 anni dopo”, sequel del celebre “28 giorni dopo”, si prepara a conquistare il pubblico. Diretto da Danny Boyle e scritto da Alex Garland, il lungometraggio promette di mantenere viva la tensione narrativa del suo predecessore. Durante la presentazione a Roma, Boyle ha condiviso dettagli sulla genesi del progetto e sull’attualità dei temi trattati.

“28 giorni dopo” è diventato un punto di riferimento nel genere horror post-apocalittico. La storia di una violenta epidemia ha segnato un’epoca e ha influenzato molti film successivi. Boyle ha spiegato: “Il film originale è ancora molto amato. Spesso organizziamo proiezioni con sessioni di domande e risposte. Con Alex Garland abbiamo discusso per anni della possibilità di un sequel, ma solo quando è emersa questa idea ci siamo mossi.”

Qualche dettaglio più leggero

Il regista ha aggiunto con una nota di leggerezza: “Volevamo raccontare un’esperienza ambientata molti anni dopo, includendo elementi come la Brexit e i Teletubbies.”

Come il nuovo film si lega ai tempi odierni

Boyle ha sottolineato come “28 anni dopo” si colleghi strettamente alla realtà contemporanea. Sebbene il film richiami l’emergenza sanitaria globale del 2020, affronta anche questioni più profonde: “Volevamo che questo film fosse incentrato sui personaggi e sulla famiglia. Nel primo film i protagonisti creano subito una famiglia; volevamo ripetere questa esperienza, esplorando come le famiglie si frantumano e come il trauma le colpisce.”

Durante l’incontro, Boyle ha parlato dell’evoluzione del genere horror nel tempo. Ha osservato che oggi l’horror attrae un pubblico più ampio: “Quando abbiamo realizzato il primo film ci dissero che le donne non sarebbero andate a vederlo; ora le cose sono cambiate.”

Le proiezioni test negli Stati Uniti hanno mostrato un forte interesse femminile per il genere. Boyle ha affermato: “L’horror permette di esorcizzare le proprie paure ed è molto flessibile; può essere ampliato per raccontare storie diverse.”

Il legame con la società

Boyle ha anche toccato temi sociali importanti nel contesto del suo nuovo lavoro: “Mancano leader ispiratori nella resistenza, parlo per il mio paese.” Ha evidenziato l’importanza della BBC come fonte affidabile d’informazione in un’epoca in cui la verità sembra sfuggente.

Innovazioni tecniche nella regia

Le scelte artistiche hanno giocato un ruolo cruciale nella realizzazione di “28 anni dopo”. Boyle ha spiegato l’uso innovativo delle tecnologie moderne: “Abbiamo utilizzato molti iPhone e macchine da presa leggere per non disturbare l’ambiente naturale.”

L’impiego dei droni ha permesso riprese spettacolari con una troupe ridotta al minimo. Il regista ha concluso dicendo che, nonostante le difficoltà incontrate durante le riprese, l’esperienza è stata entusiasmante.

In sintesi, “28 anni dopo” si preannuncia come un’opera capace di mescolare tensione narrativa e riflessioni profonde sulla società moderna, mantenendo viva la tradizione del cult originale.

Written by
Serena Fontana

Serena Fontana è una blogger e redattrice digitale specializzata in cronaca, attualità, spettacolo, politica, cultura e salute. Con uno sguardo attento e una scrittura diretta, racconta ogni giorno ciò che accade in Italia e nel mondo, offrendo contenuti informativi pensati per chi vuole capire davvero ciò che succede.

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