100 minuti su la7 indaga la resilienza delle mafie italiane e i legami con economia e politica

Giulia Rinaldi

30 Giugno 2025

Il programma di inchieste condotto da Corrado Formigli e Alberto Nerazzini torna in onda con una puntata dedicata alla tenacia delle organizzazioni criminali in Italia. L’episodio intitolato “Immortalità” esplora come le mafie storiche e quelle emergenti continuino a consolidare il loro potere sul territorio, nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine. La trasmissione si concentra soprattutto sulla camorra nel Sud Pontino, sulle attività della ’ndrangheta tra Lombardia e Sud America, senza tralasciare il caso del latitante Matteo Messina Denaro.

Le radici profonde della camorra nel sud pontino e l’espansione internazionale

La camorra mantiene un controllo saldo nelle province del Sud Pontino, un’area che negli ultimi anni ha visto un rafforzamento dei clan attraverso attività illegali ma anche investimenti economici apparentemente leciti. Le indagini mostrano come questa organizzazione non sia limitata al territorio italiano: ha infatti esteso i propri affari anche in Sud America. Qui gestisce traffici di droga e riciclaggio di denaro sporco tramite reti complesse che coinvolgono soggetti locali.

L’approfondimento evidenzia come la camorra riesca a sfruttare le debolezze istituzionali per mantenere il proprio dominio. Le infiltrazioni nei settori pubblici creano un terreno fertile per corruzione ed elusione della giustizia. Questa capacità di adattamento permette ai clan di superare arresti eccellenti o sequestri patrimoniali senza perdere la presa sul territorio.

’ndrangheta tra imprenditoria lombarda e tifoserie organizzate: nuovi scenari criminali

La ’ndrangheta continua ad agire fuori dalla Calabria tradizionale, soprattutto nella regione lombarda dove intreccia rapporti stretti con imprese locali ed esponenti delle tifoserie calcistiche più influenti. Questi legami offrono coperture per operazioni finanziarie opache o per imporre intimidazioni su scala urbana.

Gli investigatori descrivono una rete articolata che utilizza metodi moderni per nascondere flussi economici sospetti all’interno dell’economia legale. La presenza nelle curve degli stadi crea inoltre canali privilegiati per lo spaccio o altre attività illecite sotto l’apparenza di gruppi sportivi appassionati.

Le autorità giudiziarie sottolineano quanto queste nuove forme rappresentino una sfida complessa da affrontare perché si mimetizzano facilmente nel tessuto sociale cittadino senza destare subito sospetti evidenti.

Matteo messina denaro: mistero sulla latitanza più lunga d’Italia

Il volto più noto della mafia siciliana resta quello di Matteo Messina Denaro, latitante da oltre vent’anni ma mai catturato definitivamente dalle forze dell’ordine italiane o internazionali. Il servizio analizza i motivi dietro questa insolita longevità nella clandestinità attraverso testimonianze dirette ed elementi raccolti durante le indagini recentissime.

Si approfondiscono ipotesi riguardo a reti protettive interne alla stessa struttura mafiosa ma anche possibili complicità esterne capaci di garantire rifugi sicuri al boss palermitano. La sua assenza fisica però non sembra aver indebolito il suo ruolo all’interno dell’organizzazione criminale che continua a beneficiare del suo carisma simbolico nelle strategie operative quotidiane.

Questo caso rimane emblematico dello stato attuale del contrasto alla mafia italiana mostrando limiti concreti nell’individuazione dei vertici nascosti dietro alle azioni criminali più gravi degli ultimi decenni.

Procuratore nicola gratteri racconta intrecci tra clan affari politici

Intervistato durante la trasmissione dal duo Formigli-Nerazzini, Nicola Gratteri – procuratore capo a Napoli – illustra dettagliatamente come i gruppi mafiosi riescano ancora oggi ad agganciarsi al mondo politico ed economico creando circuitazioni complesse difficili da spezzare rapidamente.

Gratteri denuncia connivenze diffuse nelle amministrazioni locali dove interessi privati spesso prevalgono sull’interesse pubblico grazie all’influenza esercitata dai boss sulle decisioni politiche regionali o comunali. Questi rapporti alimentano meccanismi clientelari consolidando così l’impunità relativa dei protagonisti malavitosi.

Secondo Gratteri, rompere questi nodi richiede interventi mirati capaci d’incidere sui flussi finanziari illegittimi, oltre ad azioni coordinate fra magistratura, polizia antimafia ed enti territoriali. L’intervista mette in luce quanto sia urgente rivedere strategie antifrode tradizionalmente adottate se si vuole contrastare efficacemente questi fenomeni.

Questa puntata segnala quindi uno scenario critico rispetto allo stato attuale della lotta contro le mafie italiane; mostra chiaramente quali ostacoli restano ancora davanti agli organi preposti alla giustizia.

Ultimo aggiornamento il 30 Giugno 2025 da Giulia Rinaldi