La missione Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea ha recentemente compiuto un passo significativo nella sua esplorazione del cosmo. Grazie a una settimana di osservazioni, Euclid ha già identificato 26 milioni di galassie, alcune delle quali si trovano a una distanza di 10,5 miliardi di anni luce. Questo primo set di dati offre un’anteprima delle aree che verranno studiate fino al 2030, promettendo di svelare dettagli inediti sulla composizione dell’universo e le forze che lo governano.
La missione Euclid e i suoi obiettivi
Lanciato nel luglio 2023, Euclid ha avviato le sue osservazioni scientifiche il 14 febbraio 2024. L’obiettivo principale della missione è indagare l’universo “oscuro”, una porzione dell’universo composta da energia e materia oscura. Carole Mundell, direttrice scientifica dell’ESA, ha sottolineato come Euclid rappresenti un potente strumento di scoperta, in grado di esaminare le galassie su larga scala e di rivelare la storia del cosmo e le forze invisibili che lo modellano.
Uno degli aspetti innovativi della missione è l’uso del fenomeno del lensing gravitazionale, che permette di studiare la materia oscura attraverso la sua influenza sulle immagini distorte di miliardi di galassie. Questo approccio fornisce informazioni cruciali sulla distribuzione della materia oscura nell’universo.
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Nel corso del 2023 e del 2024, il pubblico ha avuto la possibilità di osservare la qualità delle immagini catturate da Euclid. A ottobre 2024, è stato rilasciato il primo segmento della mappa dell’universo, che rappresenta un passo fondamentale verso il completamento della missione. Tra le scoperte più affascinanti c’è un anello di Einstein, un fenomeno raro generato dal lensing gravitazionale, che si verifica quando due oggetti celesti distanti si allineano perfettamente.
Il nuovo set di dati e le scoperte
Il recente set di dati fornito da Euclid ha già dimostrato di essere una risorsa preziosa per la comunità scientifica. Valeria Pettorino, scienziata dell’ESA coinvolta nel progetto, ha evidenziato come una sola osservazione delle aree di campo profondo abbia generato una quantità impressionante di dati, utili per una vasta gamma di studi astronomici. Questi includono l’analisi delle forme delle galassie, lo studio delle lenti gravitazionali forti e la formazione stellare.
Fino ad ora, sono state catalogate oltre 380.000 galassie, classificate in base a caratteristiche distintive come bracci a spirale, barre centrali e segni di collisione. Questo catalogo è stato realizzato grazie all’algoritmo di intelligenza artificiale Zoobot, che ha appreso a riconoscere le caratteristiche delle galassie grazie al contributo di quasi 10.000 volontari durante una campagna intensiva nel 2024. È importante notare che questo primo catalogo rappresenta solo lo 0,4% del totale delle galassie che verranno osservate durante la missione.
Pettorino ha anche anticipato che ogni campo profondo sarà osservato tra le 30 e le 52 volte nel corso dei sei anni di missione, migliorando progressivamente la risoluzione delle immagini e aumentando il numero di oggetti osservabili. Le aspettative per le future scoperte sono elevate, e la comunità scientifica è in attesa di ulteriori rivelazioni che potrebbero cambiare la nostra comprensione dell’universo.
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