Terapie digitali in Italia: opportunità e sfide nel panorama della sanità innovativa

Durante il Wired Health 2025, svoltosi il 19 marzo a Base Milano, esperti come Nicola Barni e Simona Loizzo hanno discusso le sfide e le opportunità delle terapie digitali in Italia.
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Terapie digitali in Italia: opportunità e sfide nel panorama della sanità innovativa - unita.tv

Le terapie digitali rappresentano un argomento di grande attualità e discussione in Italia, specialmente nel contesto dell’innovazione in ambito sanitario. Durante l’evento Wired Health 2025, tenutosi il 19 marzo al Base Milano, esperti del settore hanno affrontato le sfide normative e le potenzialità offerte da queste nuove tecnologie. Il panel “Tra regole e innovazione, terapie digitali e dispositivi medici” ha visto la partecipazione di figure chiave come Nicola Barni, Simona Loizzo ed Eugenio Santoro, che hanno condiviso le loro visioni sul futuro delle terapie digitali nel nostro Paese.

Cosa sono le terapie digitali?

Le terapie digitali sono software progettati per trattare o alleviare diverse patologie. Secondo Eugenio Santoro, direttore dell’Unità per la ricerca in Sanità digitale e Terapie digitali dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, questi strumenti rappresentano interventi medici veri e propri, la cui efficacia deve essere misurata attraverso sperimentazioni cliniche. Le applicazioni delle terapie digitali sono molteplici, con un focus particolare sulla salute mentale. Ad esempio, alcuni videogiochi sono stati sviluppati per migliorare l’attenzione nei bambini affetti da ADHD. Altre terapie digitali si basano su approcci cognitivo-comportamentali, dimostrando efficacia nel trattamento di disturbi come ansia e depressione.

È fondamentale sottolineare che non tutte le applicazioni disponibili online rientrano nella categoria delle terapie digitali. Solo quelle che hanno superato rigorosi studi clinici e che dimostrano un impatto positivo sulla salute possono essere considerate tali. Strumenti di monitoraggio e app non validate non possono essere classificati come terapie digitali.

Ritardi normativi e opportunità di crescita

Nicola Barni, presidente di Confindustria dispositivi medici, ha evidenziato il ritardo dell’Italia rispetto ad altri Paesi in materia di regolamentazione delle terapie digitali. Mentre la Germania ha già avviato un percorso di definizione e approvazione di queste tecnologie nel 2019, l’Italia si trova attualmente in una posizione di svantaggio, costretta a esportare i propri prodotti verso mercati più avanzati. Barni ha anche menzionato progetti pilota in Lombardia ed Emilia-Romagna, che rappresentano tentativi significativi di integrare le terapie digitali nel sistema sanitario italiano. Inoltre, diverse partnership pubblico-privato stanno emergendo, supportate dai fondi del PNRR e da proposte di legge in discussione.

Proposte legislative e futuro delle terapie digitali

Simona Loizzo, presidente dell’intergruppo parlamentare Sanità digitale e Terapie digitali, ha fornito aggiornamenti sulle proposte di legge in corso. Un comitato ristretto si è riunito per lavorare a un testo base condiviso da tutte le forze politiche, che potrebbe essere presentato in aula entro l’autunno. È importante notare che il testo non specificherà le aree scientifiche di applicazione delle terapie digitali, per evitare vincoli che potrebbero limitarne l’implementazione. Loizzo ha collaborato con Confindustria dispositivi medici, FarmIndustria, Federfarma e altre entità per garantire un approccio inclusivo e rappresentativo.

Barni ha sottolineato che l’avanzamento legislativo comporterebbe la necessità di rendere le terapie digitali rimborsabili, richiedendo un impegno significativo da parte delle regioni per finanziare queste innovazioni. Un osservatorio, previsto dalla legge in discussione, avrà il compito di monitorare le terapie digitali, garantendo che solo le soluzioni più efficaci rimangano rimborsabili. Questo organismo coinvolgerà il ministero della Salute e altre istituzioni, come Agenas e la Conferenza Stato-Regioni, per assicurare una supervisione adeguata e un approccio coordinato alla sperimentazione delle terapie digitali.