La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce un numero crescente di persone in tutto il mondo, causando reazioni avverse al glutine, una proteina presente in cereali come grano, segale e orzo. Recentemente, un team di ricercatori guidato dal professor Yannick Muller, presso il Centro di Immunologia Umana di Losanna, ha sviluppato un approccio innovativo che potrebbe segnare un passo avanti significativo nella cura di questa condizione. Attraverso la terapia cellulare, si mira a ripristinare la tolleranza al glutine, aprendo la strada a un possibile trattamento efficace.
La terapia cellulare e il suo funzionamento
La terapia cellulare proposta dal professor Muller si basa sulla modifica genetica dei linfociti T regolatori , che sono fondamentali per il controllo delle risposte immunitarie. Queste cellule, che normalmente aiutano a mantenere l’equilibrio del sistema immunitario, vengono potenziate per riconoscere il glutine come una sostanza non minacciosa. Utilizzando la tecnologia CRISPR, i ricercatori hanno creato un “esercito” di Treg modificati, addestrati a identificare i peptidi del glutine e a prevenire la reazione autoimmune che porta ai danni intestinali.
Il professor Muller ha spiegato che le cellule Treg sono già utilizzate in vari contesti clinici, come nelle malattie autoimmuni e nella medicina dei trapianti. L’innovazione del loro approccio sta nella creazione di Treg geneticamente modificati, capaci di “spegnere” la reazione al glutine, un passo che potrebbe portare alla prima cura per la celiachia.
Leggi anche:
Risultati preliminari e studi condotti
Finora, la terapia cellulare per la celiachia è stata testata in laboratorio, sia in colture cellulari umane che in modelli murini. I risultati, pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine, mostrano che i linfociti T regolatori modificati sono in grado di riconoscere la gliadina, una delle principali proteine del glutine, e di ridurre la risposta autoimmune dei linfociti T effettori. Queste cellule immunitarie, responsabili della distruzione del tessuto intestinale, sono state soppressi grazie all’intervento dei Treg modificati.
Negli esperimenti condotti su modelli murini, i Treg hanno dimostrato di fermare l’attivazione e la migrazione dei linfociti T effettori nell’intestino, riducendo così la risposta autoimmune tipica della celiachia. Gli studiosi hanno descritto il comportamento di queste cellule come una sorta di “polizia della polizia”, in grado di regolare la proliferazione delle cellule T autoreattive che non hanno appreso a distinguere tra il proprio e l’altrui.
Prospettive future e sperimentazione clinica
Nonostante i risultati promettenti, il professor Muller ha sottolineato che sono necessari ulteriori studi per valutare l’efficacia della terapia cellulare nel ripristinare la tolleranza al glutine. I ricercatori hanno in programma di avviare sperimentazioni cliniche nei prossimi anni, con l’ambizioso obiettivo di restituire una vita normale alle persone affette da celiachia.
Questa nuova terapia rappresenta una speranza concreta per i pazienti, che attualmente devono seguire una dieta rigorosa priva di glutine per evitare reazioni avverse. Se i risultati delle future ricerche confermeranno l’efficacia della terapia cellulare, potrebbe finalmente essere possibile controllare la celiachia in modo più efficace e meno restrittivo.
Â