L’ossicodone e il suo impatto sociale: dalla medicina all’abuso

L’ossicodone, analgesico per il dolore cronico, è al centro del caso di Andrea Prospero in un episodio di “Chi l’ha visto?” su Rai 3, evidenziando l’aumento dell’abuso e delle sue conseguenze.
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L'ossicodone e il suo impatto sociale: dalla medicina all'abuso - unita.tv

L’ossicodone, un analgesico ampiamente utilizzato per il trattamento del dolore cronico, è al centro dell’attenzione in relazione al caso di Andrea Prospero, che sarà approfondito nella nuova puntata di “Chi l’ha visto?”, in onda mercoledì 9 aprile 2024, alle 21:20 su Rai 3. Questo farmaco, sebbene utile in contesti medici, ha visto un aumento preoccupante del suo abuso, trasformandosi in una sostanza di uso illecito.

Storia e utilizzo dell’ossicodone

L’ossicodone è stato sintetizzato per la prima volta nel 1916 dalla tebaina, con l’intento di creare un’alternativa alla morfina. Gli scienziati speravano che questo nuovo farmaco potesse mantenere l’efficacia analgesica della morfina, ma con un rischio di dipendenza inferiore. Sebbene l’ossicodone abbia raggiunto questo obiettivo, il suo uso è stato principalmente associato a preparazioni a rilascio controllato, che non producono effetti immediati.

Nel corso degli anni, l’ossicodone è diventato un farmaco di riferimento per il trattamento del dolore nei pazienti oncologici, grazie alla sua capacità di gestire il dolore con minori effetti collaterali rispetto alla morfina. Tuttavia, la sua popolarità ha portato a un uso improprio, in particolare tra coloro che cercano di abusarne per ottenere effetti euforizzanti.

L’ossicodone come droga d’abuso

Commercializzato in molti Paesi con il nome di Oxycontin, l’ossicodone è tristemente noto nella cultura popolare come la “droga dei poveri”. Negli Stati Uniti, negli anni ’90, ha contribuito a una crisi sociale che ha portato a centinaia di migliaia di overdose. La sua diffusione incontrollata ha fatto sì che il farmaco finisse nelle strade, dove veniva cercato per i suoi effetti euforizzanti.

L’abuso di ossicodone non si limita alla dipendenza fisica e psicologica. Gli effetti collaterali possono variare dalla nausea fino a conseguenze fatali. Un sovradosaggio può portare a una grave depressione respiratoria, in cui la frequenza respiratoria diminuisce drasticamente fino a fermarsi, causando la morte per asfissia.

La crisi degli oppioidi e le responsabilità legali

La casa farmaceutica che ha introdotto l’ossicodone sul mercato ha adottato una strategia di marketing aggressiva, sostenendo che il farmaco non fosse pericoloso. Questa strategia ha reso il farmaco accessibile e ampiamente utilizzato, ma ha anche alimentato la dipendenza. Quando i pazienti superavano le prescrizioni mediche, molti si rivolgevano al mercato nero. Questo ha portato a una vera e propria crisi degli oppioidi, con conseguenze devastanti per la società.

La Purdue Pharma, insieme alla famiglia Sackler, è stata coinvolta in migliaia di azioni legali. Nel 2007, la società è stata condannata a pagare oltre 600 milioni di dollari per le sue pratiche di marketing ingannevoli.

La situazione dell’ossicodone in Italia

Negli ultimi anni, l’attenzione delle istituzioni italiane nei confronti dell’ossicodone è aumentata. Secondo i dati forniti dalla Direzione centrale per i servizi antidroga del Ministero dell’Interno, nel 2023 sono state sequestrate quasi 12mila compresse di ossicodone. Sebbene in Italia la situazione non abbia raggiunto i livelli drammatici degli Stati Uniti, il problema sta emergendo anche nel nostro Paese, alimentato da casi di cronaca e spaccio.

L’ossicodone, quindi, rappresenta una sfida complessa per la salute pubblica, richiedendo un approccio attento e coordinato da parte delle autorità per prevenire abusi e garantire un uso responsabile del farmaco.