L’innovativa cura di Joseph Coates: come l’intelligenza artificiale ha cambiato la sua vita

Joseph Coates, 37 anni di Washington, ha superato la Sindrome POEMS grazie a una terapia innovativa proposta dal dottor David Fajgenbaum di Philadelphia, che utilizza l’intelligenza artificiale per riadattare farmaci esistenti.
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Joseph Coates, un uomo di 37 anni dallo stato di Washington, ha affrontato una battaglia contro una malattia rara e potenzialmente letale. La sua storia è diventata un esempio di come l’intelligenza artificiale possa offrire nuove speranze a chi si trova in situazioni disperate. Grazie all’intervento del dottor David Fajgenbaum, Coates ha ricevuto una terapia innovativa che ha sfruttato farmaci già esistenti, dimostrando il potenziale dell’AI nel campo medico.

La diagnosi e le opzioni limitate

Nel 2024, Joseph Coates ha ricevuto una diagnosi devastante: la Sindrome POEMS, una malattia rara del sangue che compromette gravemente la funzionalità degli arti, del cuore e dei reni. La sua condizione era così critica che i medici gli hanno offerto due scelte: trascorrere i suoi ultimi giorni a casa o in ospedale. La possibilità di un trapianto di cellule staminali era esclusa, lasciando Coates in una situazione di grande vulnerabilità. Mentre si preparava ad affrontare la fine, la sua fidanzata ha deciso di contattare il dottor David Fajgenbaum, un medico di Philadelphia già noto per la sua esperienza con malattie rare, incontrato in un convegno.

Fajgenbaum ha suggerito al dottor Wayne Gao, oncologo di Coates, di considerare una terapia non convenzionale. Questa terapia combinava chemioterapia, immunoterapia e steroidi, un approccio mai testato prima su un paziente con la Sindrome POEMS. La proposta si basava su un’analisi condotta dall’intelligenza artificiale, che ha identificato questa combinazione come potenzialmente efficace. Nonostante le iniziali riserve di Gao, la mancanza di alternative ha spinto il medico a dare una chance a questa terapia innovativa.

L’intelligenza artificiale come alleata nella ricerca di cure

L’uso dell’intelligenza artificiale per il riadattamento dei farmaci non è un concetto nuovo, ma ha guadagnato slancio negli ultimi anni. Grazie a tecnologie sviluppate dal team del dottor Fajgenbaum all’Università della Pennsylvania, è stato possibile analizzare un vasto numero di farmaci già approvati per identificare potenziali trattamenti per malattie rare. Questo approccio ha già portato a risultati positivi in altri casi, dimostrando l’efficacia dell’AI nel settore medico.

Donald C. Lo, ex responsabile dello sviluppo terapeutico presso il National Center for Advancing Translational Sciences, ha sottolineato come l’intelligenza artificiale possa fungere da catalizzatore per scoprire nuovi usi di farmaci esistenti, creando opportunità per trattamenti che altrimenti non sarebbero stati considerati. La ricerca condotta presso l’Harvard Medical School dalla dott.ssa Zitnik ha ulteriormente avanzato questo campo, sviluppando modelli di AI per identificare farmaci riutilizzabili.

Every Cure: un progetto per il futuro della medicina

Dopo aver affrontato la sua malattia, il dottor Fajgenbaum ha fondato una no-profit chiamata Every Cure, con l’obiettivo di utilizzare l’apprendimento automatico per confrontare migliaia di farmaci e malattie. Questo progetto mira a scoprire nuove terapie per pazienti che, come Coates, si trovano in situazioni senza alternative. Attualmente, il team di Fajgenbaum sta analizzando 4.000 farmaci in relazione a 18.500 malattie, assegnando punteggi basati sulla probabilità di efficacia.

Ogni volta che l’AI genera previsioni, un gruppo di ricercatori esamina i risultati per identificare possibili terapie. Questo approccio ha già portato a contatti con medici disposti a testare i farmaci su pazienti in condizioni critiche. Simili ricerche sono in corso anche in altre istituzioni, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Giappone e Cina, dimostrando un interesse globale per l’uso dell’AI nella medicina.

Le sfide e le opportunità dell’AI in medicina

Nonostante i successi, l’uso dell’intelligenza artificiale in ambito medico presenta anche delle sfide. Un rapporto pubblicato su Communications Medicine ha evidenziato che alcuni modelli di AI, progettati per prevedere il rischio di morte nei pazienti ricoverati, non sono in grado di rilevare il deterioramento delle condizioni di salute. Questi modelli si basano esclusivamente sui dati esistenti, mancando di riconoscere il 66% delle lesioni potenzialmente letali.

Inoltre, un altro studio su Health Affairs ha rivelato che circa il 65% degli ospedali statunitensi utilizza modelli predittivi assistiti dall’AI, principalmente per determinare i percorsi di salute dei pazienti. La dott.ssa Daphne Yao, autrice dello studio, ha sottolineato che la formazione basata esclusivamente sui dati non è sufficiente per garantire risultati affidabili.

La situazione attuale di Joseph Coates

Oggi, Joseph Coates sta meglio e ha guadagnato peso e forza muscolare, grazie alla terapia innovativa suggerita dall’intelligenza artificiale. La sua storia rappresenta un esempio di come l’AI possa trasformare la vita di chi affronta malattie rare e incurabili. Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga, e il settore medico deve affrontare le sfide etiche e pratiche legate all’implementazione dell’AI.

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