La tubercolosi, una delle malattie infettive più letali al mondo, sta vivendo un momento critico a causa di significativi tagli ai finanziamenti internazionali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un allarme riguardo alle conseguenze devastanti di queste decisioni, sottolineando come la situazione sia aggravata dalle scelte politiche del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Con la Giornata mondiale contro la tubercolosi che si avvicina, il rischio di una crisi sanitaria globale si fa sempre più concreto.
L’allerta dell’OMS sulla tubercolosi
Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha espresso preoccupazione per i progressi ottenuti nella lotta contro la tubercolosi negli ultimi venti anni, ora minacciati dai tagli ai finanziamenti. Questi provvedimenti hanno già iniziato a compromettere l’accesso ai servizi di prevenzione e trattamento, con 27 Paesi che stanno affrontando una crisi sanitaria. La tubercolosi, che era stata superata temporaneamente dal Covid-19 come malattia infettiva più mortale, è tornata a occupare il primo posto in questa triste classifica.
Negli ultimi 25 anni, gli sforzi globali hanno salvato la vita a 79 milioni di persone, ma ora la situazione è critica. Ghebreyesus ha avvertito che i tagli ai finanziamenti stanno interrompendo l’accesso ai servizi essenziali, aggravando una situazione già complessa, caratterizzata da crescente resistenza ai farmaci e conflitti in diverse regioni del mondo. La crisi colpisce in particolare i Paesi africani, seguiti da quelli del Sud-est asiatico e del Pacifico occidentale, dove i problemi di approvvigionamento di farmaci stanno compromettendo le cure per i malati.
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Le conseguenze dei tagli ai finanziamenti
La lotta contro la tubercolosi richiede un impegno internazionale significativo. Tuttavia, nel 2023, solo il 26% dei 22 miliardi di dollari necessari per garantire le operazioni di prevenzione e cura è stato coperto. Questo scenario preoccupante è stato ulteriormente aggravato dai tagli agli aiuti umanitari annunciati da Trump, che ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dall’OMS, principale finanziatore dell’organizzazione.
Dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, Trump ha azzerato il 92% dei finanziamenti destinati a 10.000 progetti umanitari all’estero, giustificando la sua decisione come un modo per risparmiare 60 miliardi di dollari. Tuttavia, le organizzazioni umanitarie avvertono che questi “sprechi” rappresentano risorse vitali per milioni di persone in tutto il mondo. La situazione è ulteriormente complicata dalla decisione di Elon Musk di smantellare l’USAID, definita “un’organizzazione criminale”.
Impatti su altre malattie e programmi umanitari
Le conseguenze dei tagli non si limitano alla tubercolosi. Programmi vitali per la lotta contro malattie come malaria e AIDS stanno già subendo un arresto significativo. Tra questi, il PEPFAR, il Piano di Emergenza del Presidente per il Soccorso contro l’AIDS, ha visto una riduzione dei fondi, mettendo a rischio la salute di milioni di persone vulnerabili. Medici Senza Frontiere ha avvertito che l’interruzione dell’assistenza sanitaria e umanitaria sta causando una crisi senza precedenti.
La situazione richiede un’attenzione urgente da parte della comunità internazionale, poiché i tagli ai finanziamenti non solo compromettono i progressi ottenuti nella lotta contro la tubercolosi, ma minacciano anche la salute globale in generale. La risposta a questa crisi richiede un impegno collettivo e una riflessione profonda sulle priorità di investimento nella salute pubblica.
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