Jacinta Akello è un’ostetrica nel reparto maternità dell’ospedale di Kalongo, situato nel nord dell’Uganda. La sua vita, segnata da sfide e difficoltà , rappresenta un microcosmo delle esperienze di molte donne ugandesi. Cresciuta in una famiglia numerosa e in condizioni economiche precarie, Jacinta ha affrontato un percorso difficile, caratterizzato da matrimoni precoci e perdite dolorose. Tuttavia, grazie al supporto della Fondazione Ambrosoli, è riuscita a trasformare il suo destino, diventando un simbolo di speranza e cambiamento nella sua comunità .
Le sfide delle donne in Uganda
In Uganda, le donne si trovano ad affrontare una serie di ostacoli significativi, che limitano la loro autonomia e il loro accesso a opportunità fondamentali. La mancanza di potere decisionale all’interno delle famiglie è una delle problematiche più gravi. Nonostante siano le principali responsabili della gestione domestica, spesso non hanno voce in capitolo nelle decisioni importanti. L’accesso all’istruzione è un altro aspetto critico: solo il 27% delle donne ugandesi continua a studiare dopo la scuola primaria, lasciando molte di loro senza le competenze necessarie per migliorare la propria condizione.
Le statistiche parlano chiaro: in media, ogni donna in Uganda ha sei figli, e oltre il 20% delle donne tra i 15 e i 49 anni ha subito violenza sessuale. Queste esperienze traumatiche possono portare a gravidanze indesiderate e aborti in condizioni pericolose, aumentando il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. La situazione è aggravata da fattori culturali e sociali che perpetuano la disuguaglianza di genere, rendendo difficile per le donne ottenere il supporto di cui hanno bisogno.
Leggi anche:
L’importanza della formazione professionale
La vita di Jacinta ha preso una piega positiva grazie alla borsa di studio offerta dalla Fondazione Ambrosoli per frequentare la St. Mary’s Midwifery School di Kalongo. Questo programma formativo non solo le ha fornito le competenze necessarie per diventare un’ostetrica, ma le ha anche dato la possibilità di conquistare l’indipendenza economica. Oggi, Jacinta non è solo un professionista nel suo campo, ma è diventata un punto di riferimento per le donne della sua comunità , dimostrando che l’istruzione e la formazione possono cambiare le vite.
La Fondazione Ambrosoli, fondata nel 1998 per onorare l’eredità di padre Giuseppe Ambrosoli, si impegna a migliorare l’accesso alle cure sanitarie e alla formazione professionale, con un focus particolare sull’empowerment femminile. In un contesto in cui la mortalità materna è tra le più alte al mondo, formare ostetriche è cruciale non solo per salvare vite, ma anche per promuovere un cambiamento culturale e sociale.
La situazione a Kalongo e le sfide attuali
Nell’area di Kalongo, dove opera l’ospedale sostenuto dalla Fondazione, il tasso di fertilità è tra i più elevati del paese, con una media di 7,7 figli per donna. La mortalità materna è allarmante, con 466 decessi ogni 100.000 nati vivi, un dato che mette in evidenza la gravità della situazione rispetto a paesi come l’Italia, dove il tasso è di 8,3. Queste statistiche sono il risultato di un lungo conflitto civile che ha colpito la regione fino agli anni 2000, costringendo molte ragazze ad abbandonare la scuola a causa di rapimenti e matrimoni forzati.
La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente aggravato la situazione, con il lockdown che ha portato alla chiusura delle scuole e all’abbandono degli studi da parte di molte ragazze. In questo contesto, il lavoro della Fondazione Ambrosoli diventa ancora più cruciale. Combattere la disuguaglianza di genere e migliorare l’accesso all’istruzione femminile sono obiettivi fondamentali per garantire servizi ostetrici di qualità e rafforzare l’autonomia delle giovani donne.
La storia di Jacinta Akello e l’impegno della Fondazione Ambrosoli rappresentano un esempio di come, attraverso la formazione e il supporto, sia possibile affrontare e superare le sfide che le donne ugandesi devono affrontare quotidianamente.
Â