La salute dei giovani in Italia: dati allarmanti e iniziative per un futuro migliore

A Roma, il convegno della Rete Italiana Città Sane – OMS affronta la salute dei giovani, evidenziando l’allarmante inattività fisica e sovrappeso tra gli adolescenti in Italia.
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La salute dei giovani in Italia: dati allarmanti e iniziative per un futuro migliore - unita.tv

In Italia, la situazione della salute dei giovani presenta dati preoccupanti, con un numero significativo di adolescenti che non praticano attività fisica regolare. Secondo le statistiche, il 90% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni non svolge attività sportiva quotidiana, e solo una piccola percentuale, meno del 10%, riesce a rispettare le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che suggerisce almeno 60 minuti di esercizio al giorno. Inoltre, il problema del sovrappeso è allarmante, con un bambino su cinque tra gli 8 e i 9 anni in sovrappeso e uno su cinque obeso. Questi dati emergono in occasione della Giornata Mondiale della Salute, durante la quale la Rete Italiana Città Sane – OMS ha organizzato un convegno a Roma per discutere il ruolo cruciale del territorio nella promozione della salute.

L’importanza delle abitudini sane nei luoghi quotidiani

Lamberto Bertolè, presidente nazionale della Rete Italiana Città Sane – OMS, ha sottolineato l’importanza di costruire abitudini sane nei contesti quotidiani. Le città, secondo Bertolè, devono diventare laboratori di politiche integrate che favoriscano relazioni durature e efficaci. I quartieri, le scuole e gli spazi pubblici sono fondamentali per il benessere fisico e mentale dei cittadini. L’analisi dei dati raccolti da vari enti ha rivelato che è necessario un impegno maggiore per sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione primaria e secondaria. La Rete ha lanciato un appello alle istituzioni affinché colmino le lacune esistenti nei servizi offerti.

Il convegno, che si terrà l’8 aprile, si inserisce nel contesto della Giornata Mondiale della Salute 2025, il cui tema è “Healthy beginnings, hopeful futures”. La salute nei primi mille giorni di vita di un bambino è cruciale per ridurre le disuguaglianze e migliorare lo sviluppo a lungo termine. Questo evento rappresenta un’opportunità di dialogo tra amministratori locali, esperti, istituzioni e rappresentanti del terzo settore, con l’obiettivo di rafforzare le alleanze territoriali per una salute pubblica più equa e inclusiva.

Dati allarmanti sulla salute della popolazione

I dati raccolti da fonti come Istat, Crea-Okkio alla Salute, Censis e OCSE evidenziano una scarsa attenzione della popolazione verso la salute. Solo il 37% degli adulti pratica attività fisica regolarmente, un dato ben al di sotto della media europea del 61%. Nel 2023, il 7,6% dei cittadini ha rinunciato a cure mediche per motivi economici o lunghe attese, un incremento rispetto al 6,3% del 2019. Queste problematiche sono legate a una mancanza di sensibilizzazione e a una gestione inadeguata delle risorse.

In molte periferie urbane, l’accesso ai servizi sanitari è limitato: solo il 40% dei residenti ha accesso tempestivo alle strutture sanitarie, rispetto all’85% di chi vive nei centri urbani. Negli ultimi dieci anni, la disponibilità di posti letto ospedalieri nelle grandi città è diminuita, passando da 4,5 a 3,8 posti ogni mille abitanti. Inoltre, il numero di strutture socio-sanitarie è insufficiente per soddisfare le esigenze della popolazione: nel gennaio 2023, in Italia erano attive 12.363 strutture con 408mila posti letto, equivalenti a 7 posti ogni mille residenti. La spesa sanitaria italiana si attesta al 9,4% del PIL, inferiore alla media europea del 10,9%, con solo il 74% delle spese coperte da fondi pubblici.

Promuovere una salute pubblica integrata e inclusiva

Bertolè ha ribadito l’importanza di creare relazioni strutturate tra amministratori, studiosi e cittadini. Il convegno mira a promuovere una visione integrata della salute pubblica, valorizzando il ruolo strategico dei Comuni come centri di innovazione. È fondamentale rafforzare le sinergie tra scienza, istituzioni e comunità, costruendo reti stabili e modelli di governance condivisi. Le politiche sanitarie devono essere integrate e non settoriali, richiedendo visione e relazioni forti.

I Comuni sono in prima linea nella costruzione di una società più sana e consapevole. Il benessere si sviluppa nei territori attraverso politiche intersettoriali e collaborazioni efficaci. Solo così sarà possibile tradurre il principio “Salute per tutti” in una realtà quotidiana, garantendo un futuro migliore per le nuove generazioni.