La questione dei cordoni ombelicali donati da migliaia di genitori, tra cui molti italiani, si è trasformata in un vero e proprio giallo dopo il fallimento della società svizzera Genico SA. Questa inchiesta, condotta da Il Post, ha rivelato una situazione allarmante, con numerosi genitori che ora si trovano in attesa di notizie sui campioni di sangue cordonale dei propri figli. La società, che prometteva di congelare il sangue per un futuro utilizzo, ha lasciato dietro di sé una scia di incertezze e preoccupazioni.
Il fallimento di Genico SA e le sue conseguenze
Genico SA, l’azienda coinvolta nella gestione dei cordoni ombelicali, ha chiuso i battenti in modo repentino nel 2022, lasciando i genitori senza alcuna informazione sui campioni donati. Secondo quanto riportato da Il Post, l’azienda ha accumulato debiti significativi, tra cui un milione di euro nei confronti del fisco svizzero, e attualmente è oggetto di un procedimento penale. La mancanza di trasparenza ha alimentato il malcontento tra i genitori, che avevano riposto fiducia in un servizio che prometteva di preservare il futuro dei propri figli.
Il fallimento di Genico non è un caso isolato. Nel 2019, un episodio simile coinvolse CryoSave, un’altra società svizzera che gestiva cordoni ombelicali e che anch’essa fallì, lasciando numerosi genitori in una situazione analoga. Questi eventi hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza e sull’affidabilità delle banche private di cordoni ombelicali, un settore che continua a prosperare nonostante i precedenti allarmanti.
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La gestione dei campioni e i rischi per la salute
Genico, a differenza di CryoSave, non possedeva i propri impianti di congelamento, ma si affidava a terzi per la conservazione del materiale genetico. Questo ha complicato ulteriormente la situazione, poiché ora migliaia di campioni sono in attesa di identificazione. I codici identificativi, cruciali per risalire ai legittimi proprietari dei campioni, sono rimasti nelle mani della società fallita, rendendo impossibile il recupero delle informazioni.
La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che i campioni di cordone ombelicale, una risorsa preziosa per la medicina rigenerativa e per il trattamento di diverse patologie, sono stati esclusi dal circuito delle donazioni pubbliche. Questo significa che, in caso di necessità, i pazienti bisognosi non potranno accedere a potenziali trattamenti salvavita. Genico, fondata nel 2006, aveva attratto molti genitori promettendo benefici scientifici e sanitari, ma tali affermazioni non sono mai state supportate da evidenze concrete.
La ricerca di soluzioni tra i genitori
In risposta a questa situazione drammatica, molti genitori si sono uniti in gruppi su Facebook e WhatsApp per condividere informazioni e cercare soluzioni. Tuttavia, la mancanza di comunicazioni ufficiali e la difficoltà nel rintracciare i responsabili di Genico rendono la situazione ancora più complessa. L’ex presidente dell’azienda, Jean Charles Ianni, ha dichiarato di non avere più legami con la società e di non conoscere il numero esatto di genitori coinvolti, lasciando i genitori in un limbo di incertezze.
Le banche che custodivano i campioni hanno pubblicato annunci per invitare i donatori a farsi avanti, ma la prospettiva di recuperare i cordoni ombelicali sembra sempre più lontana. La possibilità che questi campioni possano andare perduti per sempre rappresenta una grave perdita non solo per i genitori, ma anche per la comunità scientifica, che potrebbe aver bisogno di tali risorse in futuro.
La questione dei cordoni ombelicali donati a Genico SA solleva interrogativi importanti sulla regolamentazione delle banche private e sulla protezione dei diritti dei donatori. La speranza è che, attraverso l’attenzione mediatica e il supporto reciproco, i genitori possano trovare una soluzione a questa situazione drammatica e ottenere le risposte che cercano.