Intervento innovativo a Napoli: ricostruita la mandibola di una paziente con intelligenza artificiale

Il 15 gennaio 2025, al Policlinico Vanvitelli di Napoli, il professor Gianpaolo Tartaro ha guidato un’operazione innovativa per ricostruire la mandibola di Nona, una donna georgiana di 48 anni.
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Intervento innovativo a Napoli: ricostruita la mandibola di una paziente con intelligenza artificiale - unita.tv

Un’operazione chirurgica all’avanguardia ha avuto luogo presso il Policlinico Vanvitelli di Napoli, dove i medici hanno utilizzato un dispositivo innovativo e l’intelligenza artificiale per ricostruire l’articolazione mandibolare di Nona, una donna georgiana di 48 anni. Questo intervento, il primo del suo genere in Italia e il secondo in Europa, ha rappresentato una svolta significativa per la qualità della vita della paziente, che potrà finalmente tornare a baciarsi con la figlia e riprendere le normali attività quotidiane.

La storia di Nona e la sua battaglia contro il tumore

Nona, una madre e nonna, ha affrontato una dura lotta contro un tumore che stava compromettendo la sua mandibola. La malattia non solo minacciava la sua salute, ma anche la sua capacità di comunicare e di nutrirsi. L’intervento chirurgico si è reso necessario per salvaguardare la sua qualità di vita, permettendole di ripristinare funzioni vitali come masticare e parlare. La situazione di Nona ha colpito profondamente l’equipe medica, che ha lavorato con dedizione per trovare una soluzione innovativa.

L’intervento chirurgico: un approccio innovativo

L’operazione è stata eseguita dall’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’A.O.U. “Luigi Vanvitelli”, sotto la direzione del professor Gianpaolo Tartaro. Grazie a una tecnica mini invasiva, i medici sono riusciti a ricostruire l’articolazione temporo-mandibolare senza lasciare cicatrici visibili sul volto di Nona. Questo approccio ha consentito un recupero rapido e senza complicazioni, un aspetto fondamentale per il benessere della paziente.

L’intervento ha visto la partecipazione di un’équipe multidisciplinare, composta oltre che dal professor Tartaro, anche dal professor Mario Santagada, dall’anestesista Serena Merolillo e dagli specializzandi Roberta Maiulo, Domato Setola e Martina Amodio. La collaborazione tra chirurghi e ingegneri biomedici è stata cruciale: attraverso una scansione TAC, sono state acquisite le caratteristiche del volto di Nona, permettendo di progettare una protesi personalizzata.

L’importanza dell’intelligenza artificiale nella chirurgia

Il professor Tartaro ha sottolineato l’innovazione dell’intervento, evidenziando come l’intelligenza artificiale e la tecnologia moderna possano migliorare significativamente i risultati chirurgici. La protesi impiantata è stata realizzata grazie alla sinergia tra i chirurghi e un team di ingegneri, che hanno lavorato per garantire un recupero funzionale completo. La pianificazione digitale e l’uso di dime chirurgiche hanno permesso di eseguire il taglio osseo con precisione, preservando nervi e vasi sanguigni.

Un futuro migliore per i pazienti

Il direttore generale dell’ospedale, Ferdinando Russo, ha commentato l’importanza di investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie per migliorare la qualità della vita dei pazienti. L’intervento su Nona è un esempio concreto di come le innovazioni possano trasformare le sfide mediche in opportunità di recupero e benessere. Garantire prestazioni assistenziali all’avanguardia è fondamentale per ridurre i tempi di recupero e offrire cure sempre più efficaci.

Questa storia rappresenta non solo un traguardo per la medicina, ma anche un messaggio di speranza per tutti coloro che affrontano situazioni complesse. La determinazione di Nona e l’impegno dei medici hanno portato a un risultato straordinario, dimostrando che la tecnologia e la scienza possono fare la differenza nella vita delle persone.