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Hai paura dei conflitti? La psicologia spiega perché e cosa succede se li eviti sempre

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scappare dai conflitti
evitare i conflitti e le conseguenze-unita.tv
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Paura del confronto, ansia da rifiuto e tensioni represse possono avere ripercussioni fisiche e psicologiche. Parlare in modo chiaro e onesto è la chiave per uscirne.

Evitare il conflitto, spesso, sembra la scelta più semplice. Un collega che alza la voce, un partner che esagera, una richiesta fuori misura da parte del capo: ci mordiamo la lingua, annuiamo, lasciamo correre. Lo facciamo per paura di peggiorare la situazione, per evitare di ferire o, peggio, per timore di essere abbandonati o giudicati inadeguati. Ma ogni rinuncia alla parola, ogni emozione trattenuta, ha un costo invisibile che, giorno dopo giorno, si accumula.

Secondo molti psicologi, questo meccanismo si sviluppa fin dall’infanzia, quando impariamo che alzare la voce può portare rifiuto, che opporsi può costare affetto. Il problema è che, da adulti, quel “non dire” non risolve nulla. Al contrario: frustrazione, ansia, attacchi di panico, dolori fisici inspiegabili come gastriti o mal di testa continui, possono diventare la manifestazione di ciò che non siamo riusciti a esprimere.

Imparare a non fuggire: il ruolo dell’assertività

Reagire in modo aggressivo non è la soluzione, ma nemmeno lo è il silenzio. L’alternativa più sana è la comunicazione assertiva, un metodo che permette di esprimere opinioni e disaccordi con chiarezza, senza cadere nel conflitto acceso. Essere assertivi non significa avere sempre ragione, ma difendere il proprio punto di vista senza ferire l’altro.

conflitti
conflitti e come risolverli-unita.tv

Per farlo, bisogna prima capire cosa ci blocca. Cos’è che ci spaventa in una discussione? La risposta può essere diversa per ciascuno: paura del giudizio, timore di perdere una relazione, senso di colpa. Comprendere la radice emotiva del proprio evitamento è il primo passo. Poi serve allenarsi all’ascolto, scegliere il momento giusto per parlare, usare toni calmi e parole che partano da sé – “mi sento”, “penso”, “per me è importante”.

Nessuno nasce assertivo, ma lo si può diventare. Affrontare un problema con rispetto reciproco, anziché reprimerlo o scoppiare, aiuta non solo a risolvere i conflitti, ma anche a costruire relazioni più autentiche.

Il conflitto può essere un’occasione per conoscersi

Non tutti i contrasti nascono per danneggiare. In molti casi, il conflitto rivela tensioni profonde che ignoriamo per quieto vivere. Evitare sempre la discussione può renderci vulnerabili: chi non sa dire no rischia di essere schiacciato, anche inconsapevolmente, dagli altri.

Riconoscere questo rischio significa cambiare approccio. Il conflitto può essere un momento di verità: ci spinge a chiederci cosa vogliamo davvero, quali sono i nostri limiti, e cosa siamo disposti ad accettare. Anche quando la reazione istintiva è quella di fuggire, vale la pena fermarsi, capire se quella situazione meriti una risposta. E se sì, costruirla bene.

A volte si tratta solo di dire una frase chiara: “Questa cosa non mi fa stare bene”. Oppure: “Vorrei parlarne con calma, perché mi ha ferito”. Sembrano piccoli gesti, ma rappresentano un enorme passo verso una vita più sana, consapevole e serena.

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