Emergenza infermieristica in Italia: carenza di personale e sfide professionali

La carenza di personale infermieristico in Italia, evidenziata dai dati del Ministero della Salute, crea un’emergenza nel Servizio sanitario nazionale, con oltre 16.000 abbandoni dal 2020 al 2022.
Emergenza infermieristica in Italia: carenza di personale e sfide professionali Emergenza infermieristica in Italia: carenza di personale e sfide professionali
Emergenza infermieristica in Italia: carenza di personale e sfide professionali - unita.tv

La situazione del personale infermieristico in Italia sta diventando sempre più critica. Non si tratta solo di un numero insufficiente di professionisti, ma anche di fattori professionali che complicano ulteriormente la capacità di rispondere alle esigenze dei pazienti. Questa condizione sta creando una vera e propria emergenza per il Servizio sanitario nazionale, richiedendo un’analisi approfondita delle cause e delle conseguenze.

I numeri del personale infermieristico in Italia

Nel 2022, il Ministero della Salute ha fornito dati significativi riguardo al personale infermieristico nel nostro paese, presentati in occasione del terzo congresso nazionale della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche a Rimini. In totale, l’Italia contava 302.841 infermieri, di cui 268.013 operavano all’interno del Servizio sanitario nazionale, mentre 34.828 erano impiegati in altre strutture sanitarie.

La densità di infermieri in Italia è di 5,13 ogni 1.000 abitanti, ma questa cifra varia notevolmente da regione a regione. Ad esempio, la Campania presenta solo 3,83 infermieri ogni 1.000 abitanti, mentre la Liguria raggiunge un valore di 7,01. Secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, il numero di infermieri è particolarmente basso nelle regioni del Mezzogiorno, che sono soggette a piani di rientro, e in Lombardia.

A livello europeo, l’Italia si trova in una posizione svantaggiata. Con 6,5 infermieri ogni 1.000 abitanti, il nostro paese è ben al di sotto della media dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e della media europea. Solo Spagna , Polonia , Ungheria , Lettonia e Grecia presentano valori inferiori.

Un altro aspetto preoccupante è il rapporto tra infermieri e medici. In Italia, ci sono 1,5 infermieri per ogni medico, mentre la media Ocse è di 2,7. L’Ocse stima che in Italia ci siano 384.882 infermieri totali, ma solo circa 324.000 sono impiegati in strutture pubbliche e private convenzionate, di cui 302.841 nel settore pubblico e 21.422 nel privato accreditato.

Un dato significativo è che oltre 60.000 infermieri, cioè più di 1 su 6, lavorano come liberi professionisti o in cooperative. Questi professionisti, sebbene non siano sempre direttamente integrati nel Servizio sanitario nazionale, rappresentano una componente fondamentale della forza lavoro sanitaria.

L’abbandono del Servizio sanitario nazionale

Negli ultimi anni, il fenomeno dell’abbandono del lavoro da parte degli infermieri del Servizio sanitario nazionale ha mostrato un trend allarmante. Questo fenomeno è iniziato a crescere nel 2016 e ha subito un’accelerazione durante la pandemia. Tra il 2020 e il 2022, ben 16.192 infermieri hanno lasciato il Ssn, di cui 6.651 solo nel 2022.

Secondo Cartabellotta, questo aumento non è bilanciato dall’ingresso di nuovi professionisti nel settore, aggravando ulteriormente la carenza di personale e rendendo insostenibili i carichi di lavoro. Le conseguenze di questa situazione ricadono inevitabilmente su coloro che rimangono in servizio, creando un circolo vizioso che compromette la qualità dell’assistenza sanitaria.

La continua perdita di infermieri non solo mette a rischio la salute dei pazienti, ma influisce anche sul morale e sul benessere di chi continua a lavorare nel settore. È fondamentale affrontare questa emergenza con interventi mirati e strategie efficaci per garantire un futuro sostenibile al Servizio sanitario nazionale e per migliorare le condizioni di lavoro degli infermieri.