Allerta in Europa: la diffusione di nitazene e oppioidi sintetici preoccupa gli esperti

Nel 2025, il psichiatra Riccardo Gatti avverte della crescente diffusione di oppioidi sintetici come il nitazene in Europa, sottolineando l’importanza di un approccio integrato tra prevenzione e cura per affrontare la crisi.
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Allerta in Europa: la diffusione di nitazene e oppioidi sintetici preoccupa gli esperti - unita.tv

L’attenzione degli esperti di salute pubblica si concentra sull’emergente minaccia rappresentata da sostanze come il nitazene e altri oppioidi sintetici, che stanno guadagnando terreno anche in Europa. Mentre negli Stati Uniti si registrano segnali positivi nella lotta contro le overdose da fentanyl, la situazione europea presenta nuove sfide. Riccardo Gatti, psichiatra e specialista in dipendenze, analizza le implicazioni di questo fenomeno e l’importanza di un approccio integrato tra prevenzione e cura.

La crescente preoccupazione per il mercato delle sostanze in Europa

Recenti rapporti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno lanciato un allerta sulla presenza di ossicodone contraffatto in Europa, contenente nitazene, un oppioide con potenza superiore al fentanyl. Questo scenario è aggravato dalla notizia della diffusione di eroina miscelata con nitazene in Scozia, un mix che aumenta drasticamente il rischio di overdose. Riccardo Gatti sottolinea che questi sviluppi richiedono una riflessione profonda sulla direzione che sta prendendo il mercato delle droghe in Europa, che potrebbe avvicinarsi a quello statunitense, già gravato da una crisi di overdose.

Gatti evidenzia che, sebbene i decessi per overdose negli Stati Uniti stiano diminuendo, la situazione rimane critica. I numeri attuali, sebbene migliori rispetto al picco della crisi, riflettono una realtà ancora allarmante. Il medico avverte che tornare a una situazione di controllo richiede anni e che le strategie preventive devono essere una priorità. Il mercato delle sostanze psicoattive è in continua evoluzione e la risposta delle autorità deve essere altrettanto dinamica per affrontare le nuove sfide.

Riflessioni sull’esperienza statunitense e le sue implicazioni

Negli Stati Uniti, la crisi degli oppioidi ha avuto inizio negli anni ’90, in seguito a una sovraprescrizione di farmaci antidolorifici. Gatti sottolinea che la diffusione di sostanze come cocaina e crack in Italia non garantisce immunità da nuove emergenze. È cruciale prestare attenzione ai farmaci che possono essere abusati e che, se non gestiti correttamente, possono sfuggire al controllo medico.

L’esperto mette in guardia contro l’idea che un maggiore controllo sulle prescrizioni possa risolvere il problema senza un adeguato supporto per le persone affette da dipendenze. Negli Stati Uniti, il tentativo di reprimere il mercato illecito ha portato a conseguenze paradossali, spingendo molti a cercare aiuto nel mercato nero. Gatti avverte che anche in Italia le carceri potrebbero diventare luoghi di aggravamento per le persone con problemi di dipendenza.

L’evoluzione del mercato delle sostanze e le sfide future

Il mercato delle droghe negli Stati Uniti si sta spostando verso sostanze sintetiche ad alta potenza, come il fentanyl e il nitazene, che possono essere facilmente movimentate. Gatti osserva che questa tendenza non è solo una questione di criminalità, ma anche di geopolitica, con potenziali tentativi di destabilizzazione attraverso la diffusione di droghe.

La combinazione di fentanyl e xilazina, un tranquillante per animali, ha reso i sintomi di astinenza più gravi e complessi da trattare. Gatti sottolinea che l’Europa deve prestare attenzione a questi sviluppi, poiché i mercati delle droghe sono in continua evoluzione e le organizzazioni criminali operano a livello globale. L’adozione di strategie inadeguate rischia di aggravare la situazione, come già accaduto negli Stati Uniti.

La necessità di un approccio integrato nella prevenzione e cura

Gatti conclude che è fondamentale investire in un sistema di prevenzione e cura efficace, piuttosto che concentrarsi esclusivamente su azioni repressive. La mancanza di investimenti e di una visione strategica può portare a errori che potrebbero rivelarsi disastrosi. È essenziale che le autorità italiane e europee imparino dalle esperienze statunitensi per evitare di ripetere gli stessi sbagli. La sfida è grande, ma un approccio integrato potrebbe fare la differenza nella lotta contro le dipendenze e la diffusione di sostanze pericolose.

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