Il WeWorld Index Italia 2025, lanciato a pochi giorni dalla Festa del Papà, offre uno spunto di riflessione sulla condizione della genitorialità in Italia. I dati emersi dal rapporto evidenziano come il nostro Paese non sia adeguato per le famiglie, né per le madri né per i padri. La situazione attuale mostra un chiaro squilibrio, con un sistema che sembra favorire solo gli uomini, lasciando in secondo piano le esigenze di donne e minori.
La genitorialità condivisa in Italia: un obiettivo lontano
La genitorialità condivisa rappresenta un vantaggio per tutti, ma in Italia il sostegno a questa pratica è ancora insufficiente. Il WeWorld Index mette in luce come il congedo di paternità e il congedo parentale per i padri siano ancora considerati privilegi per pochi. Il congedo di paternità è troppo breve e il congedo parentale è retribuito in modo inadeguato, costringendo le madri a farsi carico quasi esclusivo delle responsabilità familiari.
Nonostante un aumento significativo dei padri che usufruiscono del congedo di paternità, passando dal 19,25% nel 2013 al 64,5% nel 2023, il sistema rimane sbilanciato. Le statistiche rivelano che il 72,8% delle dimissioni tra neogenitori riguarda le madri, mentre solo il 57,8% delle donne con figli è attualmente occupato. Questo scenario evidenzia una realtà complessa, in cui le famiglie sono composte da madri che faticano a bilanciare lavoro e vita privata, padri desiderosi di essere presenti ma ostacolati dalle circostanze, e bambini privi di servizi essenziali.
Leggi anche:
La condizione di donne e minori in Italia: un accesso limitato ai diritti fondamentali
Il rapporto di WeWorld, un’organizzazione no profit attiva in 26 Paesi, analizza la situazione di donne, bambine e bambini in Italia, rivelando che oltre un quarto di loro vive in regioni con scarso accesso ai diritti fondamentali. Le donne con figli del Sud Italia sono le più penalizzate, con un tasso di occupazione che non supera il 69,5% rispetto a quello delle donne senza figli. In Sicilia, questa percentuale scende addirittura al 52%.
In aggiunta, le donne del Sud affrontano una carenza di servizi socioeducativi, con una copertura ferma al 17,3%, ben al di sotto dell’obiettivo europeo del 45%. Questi dati mettono in evidenza una situazione di fragilità economica e sociale che colpisce in particolare le famiglie del Mezzogiorno.
Il sistema scolastico italiano: un ostacolo per le famiglie
Un altro aspetto critico che contribuisce a rendere l’Italia un Paese poco favorevole alle famiglie è il sistema scolastico. Il calendario scolastico italiano, il più lungo d’Europa con 200 giorni di scuola, presenta anche una delle pause estive più estese, eredità di un passato agricolo che non si adatta più alle esigenze delle famiglie moderne. Questa situazione amplifica le disuguaglianze e compromette i diritti allo studio e al benessere psicofisico degli studenti, rendendo difficile la conciliazione tra vita lavorativa e familiare per i genitori.
In risposta a queste problematiche, è stata lanciata la petizione “Ristudiamo il calendario”, promossa da WeWorld, MammadiMerda e l’Associazione Cambia Una Cosa, per avviare un dialogo con il governo su un calendario scolastico più attuale e sostenibile.
Le disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro
Il WeWorld Index 2025 mette in evidenza come le politiche a sostegno della genitorialità siano inefficaci e insufficienti per aiutare le donne a conciliare vita privata e lavorativa. La mancanza di servizi di qualità porta molte famiglie a vivere una crescente fragilità economica. Un sondaggio condotto da WeWorld e Ipsos su 1.100 lavoratori italiani ha rivelato significative disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro.
Il 64% degli intervistati ha segnalato l’assenza di opportunità di smart working nelle proprie aziende. Le donne, in particolare, tenderebbero a utilizzare maggiormente questa modalità lavorativa, ma si trovano a dover affrontare la distribuzione sbilanciata del lavoro di cura.
Discriminazione di genere e opportunità professionali
Il rapporto evidenzia anche che i dirigenti e i quadri sono i più soddisfatti a livello professionale. Tuttavia, le donne segnalano una maggiore difficoltà nel trovare un equilibrio di genere tra i superiori, mentre gli uomini mostrano una certa insofferenza nei confronti di superiori donne. La discriminazione di genere nei colloqui di lavoro è ancora un problema rilevante; il 61% delle donne ha ricevuto domande sulla propria situazione familiare, mentre solo il 39% degli uomini ha affrontato simili interrogativi.
Martina Albini, Coordinatrice del Centro Studi di WeWorld, sottolinea come il mercato del lavoro italiano sia ancora influenzato da stereotipi di genere e da una distribuzione iniqua del carico familiare. Per garantire i diritti delle donne e una reale parità di opportunità, WeWorld propone politiche di welfare strutturali, congedi parentali equamente distribuiti, maggiore accesso allo smart working e un cambiamento culturale che superi le discriminazioni nei processi di selezione e nelle carriere professionali.