Via le liste elettori distinte per genere e nuove norme per le votazioni del 2025
La riforma approvata dalla Camera elimina le liste elettorali separate per genere e l’obbligo del cognome del marito, introducendo nuove norme per il voto nel 2025 e facilitando la partecipazione.

La nuova legge elimina le liste elettorali separate per genere, abolisce l'obbligo del cognome del marito per le donne sposate, e introduce modifiche nelle modalità di voto e nei requisiti per le elezioni e i referendum del 2025, aggiornando e semplificando il sistema elettorale italiano. - Unita.tv
Con la recente approvazione definitiva della Camera, è diventata legge la riforma che elimina le liste degli elettori separate per genere, segnando una svolta nelle procedure di voto. La modifica riguarda anche l’abolizione dell’obbligo di indicare il cognome del marito per donne coniugate o vedove, un dettaglio che aggiorna e semplifica i documenti elettorali. Oltre a queste innovazioni, il testo introduce alcune disposizioni specifiche per le consultazioni elettorali e referendarie previste nel 2025.
Addio alle liste distinte per genere e le nuove norme sulle schede elettorali
La legge elimina la tradizionale separazione delle liste elettorali in base al genere, una pratica risalente al dopoguerra che imponeva file distinte ai seggi. La proposta era stata avanzata dal Partito democratico con l’obiettivo di cancellare una norma superata e potenzialmente discriminatoria, soprattutto per persone non binarie o in transizione di genere. Cecilia D’Elia, senatrice Pd e prima firmataria della modifica, ha evidenziato come questa regola fosse anacronistica e un limite al rispetto dell’identità personale.
Il cambiamento implicherà il rifacimento delle liste elettorali e, secondo le dichiarazioni di chi segue da vicino il dossier, c’è la volontà di applicare la riforma già in occasione del prossimo referendum. Anche alcuni esponenti della maggioranza di centrodestra hanno riconosciuto l’importanza dell’aggiornamento, sottolineando come si estirpi una prassi ormai superata, in vigore dal 1945.
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Oltre all’eliminazione delle liste distinte per genere, è caduto l’obbligo di riportare il cognome del marito per le donne sposate o vedove. Questa modifica semplifica la compilazione delle liste e rispetta il diritto alla propria identità personale, andando ad aggiornare un aspetto formale ormai fuori tempo.
Nuovi orari di voto e condizioni per validità elezioni nei piccoli comuni nel 2025
La legge prevede diversi interventi specifici limitati alle consultazioni elettorali e referendarie del 2025. Tra questi, spicca la scelta di estendere l’orario di voto su due giornate consecutive. Per le votazioni di quest’anno, lo scrutinio potrà svolgersi domenica dalle 7 alle 23, e lunedì dalle 7 alle 15. La misura interviene con l’obiettivo di ridurre l’astensionismo, uno dei grandi problemi delle tornate elettorali recenti.
Per i piccoli comuni, fino a 15mila abitanti, si introduce una soglia di validità per l’elezione di candidati quando c’è solo una lista in campo. Saranno eletti solo i candidati che avranno raccolto almeno il 50% dei voti validi, a patto che i votanti siano almeno il 40% degli iscritti nelle liste elettorali. In caso contrario, l’elezione sarà considerata nulla. Questa norma mira a garantire un minimo di partecipazione effettiva, evitando elezioni poco rappresentative in contesti ristretti.
Viene anche alzato il limite massimo di età per i membri degli uffici elettorali di sezione dai 70 ai 75 anni. Un altro passaggio riguarda l’uso della firma digitale, che sarà ammesso soltanto per persone con impedimenti fisici gravi o chi esercita il voto domiciliare. Le liste elettorali potranno quindi essere sottoscritte digitalmente in casi molto specifici, introducendo una forma di innovazione senza estenderla indiscriminatamente.
Diritto di voto fuori sede e gestione dei referendum 2025
Chi si troverà temporaneamente fuori dal proprio comune per motivi di studio, lavoro o cure mediche, potrà votare fuori sede alle consultazioni del 2025. Questa novità mira a favorire l’esercizio del diritto di voto anche a chi non potrà tornare nella città di residenza in quei giorni.
Nel dibattito parlamentare sono stati respinti tutti gli emendamenti dell’opposizione che chiedevano modifiche sugli aspetti organizzativi dei referendum. Tra queste, proposte da M5s e Pd, c’era l’ipotesi di anticipare la data dei referendum in concomitanza con il primo turno delle elezioni amministrative. La decisione finale è invece quella di accorpare i referendum al secondo turno dei ballottaggi che si terrà l’8 e il 9 giugno.
La legge punta quindi a semplificare e aggiornare le modalità di voto, mantenendo però un equilibrio con le tradizioni che hanno caratterizzato il sistema elettorale italiano fino a oggi. Il testo interviene su procedure e regolamenti, senza stravolgerne la struttura ma adeguando dettagli che erano fermi da decenni.