Trump accusa l’Europa di essere “parassita” dopo la fuga di notizie sulla chat segreta

Le recenti dichiarazioni di Donald Trump e membri del suo governo, J.D. Vance e Pete Hegseth, rivelano un disprezzo per l’Europa in seguito a una fuga di notizie su piani militari in Yemen.

Trump accusa l'Europa di essere "parassita" dopo la fuga di notizie sulla chat segreta

Trump accusa l'Europa di essere "parassita" dopo la fuga di notizie sulla chat segreta - unita.tv

Le recenti dichiarazioni di Donald Trump, in seguito a uno scandalo legato a una chat riservata, hanno suscitato un acceso dibattito sulla percezione degli europei da parte dell’amministrazione statunitense. La fuga di notizie, che ha coinvolto piani militari per un attacco in Yemen, ha messo in luce le tensioni tra gli Stati Uniti e il Vecchio Continente, rivelando un disprezzo che emerge chiaramente dalle parole di alcuni membri del governo.

Le dichiarazioni contro l’Europa

Nella chat segreta, il vice J.D. Vance e il segretario alla Difesa Pete Hegseth hanno espresso sentimenti fortemente critici nei confronti dell’Europa. Vance ha scritto: “Non sopporto di dover salvare di nuovo l’Europa“, in riferimento a un’operazione militare contro gli Houthi. Hegseth ha risposto, condividendo il disprezzo di Vance, affermando: “Condivido pienamente il tuo odio per il parassita europeo, è patetico”. Queste affermazioni sono state amplificate da Trump, che ha dichiarato: “Sono d’accordo, sono parassiti. Lo sono stati per anni, ma non li biasimo, biasimo Biden“, puntando il dito contro le politiche commerciali e i dazi.

Queste dichiarazioni non solo rivelano un atteggiamento di superiorità nei confronti dell’Europa, ma pongono anche interrogativi sulla strategia diplomatica degli Stati Uniti e sulla loro volontà di collaborare con gli alleati europei in un contesto geopolitico sempre più complesso.

La fuga di notizie e la reazione di Trump

La fuga di notizie è stata causata dall’inserimento “per errore” del giornalista Jeffrey Goldberg nella chat, un’azione attribuita al consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz. Trump ha minimizzato l’accaduto, affermando che Waltz “probabilmente” non utilizzerà più la chat e che, nonostante la presenza di Goldberg, nessuna informazione riservata è stata divulgata. Ha descritto l’attacco agli Houthi come un “grande successo”, sostenendo che l’incidente non ha avuto alcun impatto sull’operazione militare.

Questa posizione di Trump sembra mirare a rassicurare l’opinione pubblica e a mantenere la fiducia nel suo team di sicurezza nazionale, nonostante la gravità della situazione. La sua affermazione che “l’unico intoppo in due mesi è risultato essere una cosa non grave” riflette un tentativo di minimizzare le conseguenze della fuga di notizie.

La posizione della Casa Bianca

Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato che “nessun piano di guerra è stato discusso, nessun materiale classificato è stato postato nella chat”. Ha descritto Jeffrey Goldberg come un giornalista noto per il suo “sensazionalismo”, cercando di ridimensionare l’importanza della fuga di notizie. Inoltre, ha spiegato che l’ufficio legale della Casa Bianca ha fornito una lista di piattaforme sicure per le comunicazioni tra i funzionari di alto livello.

Questa dichiarazione è stata parte di un tentativo più ampio di gestire la crisi e di mantenere la credibilità dell’amministrazione Trump di fronte a un pubblico preoccupato per la sicurezza nazionale e la gestione delle informazioni riservate.

La reazione della CIA e le preoccupazioni sulle informazioni classificate

Il direttore della CIA, John Ratcliffe, ha commentato l’inclusione di un giornalista nella chat, definendola “ovviamente non appropriata”. Questa affermazione è emersa durante un’interrogazione con il senatore democratico Michael Bennet, il quale ha chiesto se la CIA seguisse regole specifiche per la gestione delle informazioni classificate. La risposta affermativa di Ratcliffe ha sollevato ulteriori interrogativi sulla sicurezza delle comunicazioni all’interno dell’amministrazione Trump e sulla protezione delle informazioni sensibili.

Questa situazione mette in evidenza le sfide che l’amministrazione deve affrontare nel bilanciare la trasparenza con la necessità di mantenere riservate le informazioni critiche per la sicurezza nazionale. La questione della gestione delle informazioni classificate rimane un tema caldo, con implicazioni significative per la fiducia pubblica e la sicurezza nazionale.