Tensioni in senato tra M5S e centrodestra su vigilanza Rai e riforma della giustizia
Il M5S protesta in Senato contro la maggioranza per la gestione della vigilanza Rai, criticando il ministro Tajani per i ritardi sulla crisi di Gaza e contestando la riforma della giustizia.

Il Movimento 5 Stelle ha protestato in Senato contro la gestione della commissione di vigilanza Rai, i ritardi del ministro Tajani sulla crisi di Gaza e la forzatura della riforma costituzionale sulla giustizia, denunciando gravi tensioni politiche e attacchi alla trasparenza istituzionale. - Unita.tv
Il clima a Palazzo Madama si è infuocato all’inizio della seduta di oggi, con il gruppo del Movimento 5 Stelle che ha protestato esponendo cartelli dai toni forti. Le accuse principali riguardano soprattutto la gestione della commissione di vigilanza Rai, la mancata risposta del ministro degli Esteri, e la conduzione della riforma costituzionale sulla giustizia. Questi fatti si inseriscono in un contesto di dura battaglia politica tra maggioranza e opposizione, che ha attirato l’attenzione sull’equilibrio tra poteri e trasparenza nelle decisioni parlamentari.
La protesta m5s in aula senato contro la maggioranza e la vigilanza rai
Il gruppo parlamentare M5S ha voluto marcare con forza la propria contrarietà verso il modo in cui il centrodestra sta gestendo alcune istituzioni chiave. All’apertura della seduta, i senatori hanno mostrato cartelli con slogan come “vigilanza Rai imbavagliata”, “referendum oscurato”, “democrazia silenziata”. Questi messaggi hanno accompagnato le parole del capogruppo Stefano Patuanelli, che ha definito la situazione come la fine della “ricreazione” per la maggioranza.
Secondo Patuanelli, la maggioranza avrebbe limitato il ruolo della commissione di vigilanza sulla Rai, impedendo un controllo effettivo sulle attività dell’ente televisivo pubblico. La denuncia si basa sull’idea che questo strumento parlamentare sia stato “imbavagliato”, riducendo la possibilità di vigilare e intervenire sui contenuti e le azioni della Rai. Lo scontro nasce quindi da una visione differente sul ruolo di questa commissione, ritenuta per il M5S un organo fondamentale per garantire trasparenza e equilibrio nel servizio pubblico radiotelevisivo.
Accuse al ministro tajani per ritardi sulla crisi di gaza e tensioni politiche
Il capogruppo M5S ha rivolto anche una critica diretta al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per la sua gestione dei tempi di risposta riguardo alla crisi di Gaza. Patuanelli ha sottolineato come Tajani abbia impiegato 22 giorni prima di decidere di presentarsi in Senato e fornire chiarimenti al riguardo. Questa circostanza ha alimentato un clima di sfiducia e ha messo in evidenza un temporeggiare giudicato inaccettabile da parte dell’opposizione.
La crisi di Gaza è uno dei temi sensibili sul quale il parlamento si aspettava un intervento tempestivo e trasparente. Il ritardo ha sollevato interrogativi non solo sulle motivazioni ma anche sulle reali intenzioni della maggioranza rispetto al dibattito pubblico e parlamentare. Lo scontro politico si è così accentuato, con accuse di insufficienti garanzie democratiche e di strategie che impedirebbero il confronto aperto tra le forze politiche su questioni internazionali delicate.
Controversie sulla riforma costituzionale della giustizia e il caso antimafia
I parlamentari M5S hanno anche puntato il dito contro il centrodestra per aver portato immediatamente in Aula la riforma costituzionale della giustizia, senza aver completato l’esame in Commissione. Questa manovra è stata definita un modo per forzare il percorso legislativo, eludendo passaggi fondamentali previsti dal regolamento parlamentare. Il rischio evidenziato dall’opposizione è che norme così importanti vengano approvate senza un’adeguata discussione.
Al contempo, è stato denunciato un episodio che riguarda la commissione antimafia. La maggioranza sembrerebbe intenzionata a escludere un magistrato antimafia dalla commissione, un fatto interpretato dall’opposizione come una chiara dimostrazione di timore verso controlli e inchieste. Per il M5S, questa operazione rappresenta un attacco alla trasparenza e alla lotta contro la criminalità organizzata, rimarcando tensioni interne e conflitti su aspetti delicati della giurisdizione e dell’attività parlamentare.
Le dinamiche odierne in Senato confermano un momento di forte scontro che tocca ambiti fondamentali del funzionamento democratico e istituzionale, dal controllo sui media pubblici alla definizione delle leggi, fino alla salvaguardia dell’integrità delle commissioni impegnate contro mafie e corruzione.