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Tajani rilancia la cittadinanza dopo dieci anni di scuola: un milione di stranieri in attesa

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Tajani propone la cittadinanza dopo dieci anni di scuola per un milione di stranieri. - Unita.tv
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La questione della cittadinanza italiana torna al centro del dibattito politico con una proposta che mette al centro la scuola. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ha suggerito di riconoscere il diritto alla cittadinanza a chi abbia frequentato almeno dieci anni di scuole italiane. Un tema che riguarda da vicino circa un milione di persone e che continua a dividere l’opinione pubblica.

Dieci anni di scuola: la chiave per la cittadinanza?

Al congresso della Cisl, Tajani ha spiegato il suo punto di vista: chi ha trascorso una decade tra i banchi italiani dovrebbe poter chiedere la cittadinanza in modo più semplice. Per molti, quegli anni rappresentano molto più di un percorso scolastico: sono il tempo in cui si imparano lingua, cultura e si costruisce una nuova identità.

Si parla di un milione di stranieri residenti che hanno completato o stanno completando questo percorso. Tajani ha precisato che, anche se la proposta non è al primo posto nell’agenda di governo, resta un tema da tenere in considerazione con attenzione.

Dare la cittadinanza a chi ha vissuto e studiato in Italia significa anche promuovere un’inclusione reale, che passa attraverso il senso di appartenenza e l’impegno civico.

Cittadinanza e integrazione: uno sguardo al presente

L’intervento di Tajani arriva in un momento in cui il confronto sull’immigrazione e l’integrazione è più acceso che mai. In Italia vivono milioni di stranieri, molti dei quali sono cresciuti nelle nostre città e hanno studiato nelle nostre scuole sin da piccoli.

Le norme attuali per ottenere la cittadinanza sono spesso rigide, legate a permessi di soggiorno o a situazioni familiari particolari. Aprire la strada a chi ha completato un lungo percorso scolastico significa riconoscere un legame reale con il paese.

La Cisl, nel suo congresso, ha sottolineato l’urgenza di facilitare l’accesso alla cittadinanza per favorire la coesione sociale e combattere esclusione e marginalità. La proposta di Tajani riprende queste sollecitazioni, mettendo al centro storie di famiglie, studenti e giovani adulti.

Cosa può cambiare davvero?

Parlando di “capitolo non chiuso”, Tajani lascia capire che il governo vuole continuare a lavorare sulla questione, anche con possibili riforme in arrivo. Se approvata, la cittadinanza legata alla scuola potrebbe semplificare l’iter e alleggerire la burocrazia.

Al momento non ci sono dettagli su tempi o modalità, ma la volontà politica sembra solida. L’idea è di non lasciare indietro chi con la scuola ha dimostrato di voler far parte dell’Italia.

In futuro potrebbero essere messi a punto criteri più precisi, magari unendo gli anni di scuola ad altri requisiti, per trovare un equilibrio. La discussione resta aperta e coinvolgerà partiti, sindacati e società civile.

Un tema delicato e importante, che riguarda da vicino tante persone e famiglie. Per chi ha vissuto dieci anni tra i banchi italiani, la cittadinanza potrebbe diventare un diritto più concreto e meno solo formale.

Ultimo aggiornamento il 18 Luglio 2025 da Davide Galli

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Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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