Il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha ribadito con forza la necessità di rivedere le aliquote Irpef per alleggerire il carico fiscale sui lavoratori e allargare la platea dei contribuenti coinvolti. La sua proposta, presentata durante gli Stati generali del Mezzogiorno a Reggio Calabria, punta a tagliare le aliquote dal 35 al 33% e a estendere la base imponibile fino a 60 mila euro. Tajani ha anche accennato all’idea di introdurre una flat tax al 24%, un’ipotesi che, a suo avviso, potrebbe dare respiro a un’ampia fetta di contribuenti, in particolare il ceto medio.
Taglio Irpef: meno tasse e più contribuenti coinvolti
Secondo Tajani, ridurre le aliquote Irpef è una priorità assoluta per il governo. L’obiettivo è abbassare l’attuale aliquota al 33%, estendendo però la base imponibile fino a 60 mila euro di reddito. Così, più lavoratori potranno beneficiare di aliquote più leggere. L’idea è di distribuire in modo più equilibrato il peso delle tasse, alleggerendo soprattutto i contribuenti medi e alti, senza però dimenticare chi guadagna meno. Insomma, un sistema fiscale più giusto e meno pesante.
Il vicepremier ha spiegato che questa proposta nasce dalla volontà di combattere una pressione fiscale ritenuta troppo alta. Ridurre le tasse sul lavoro, secondo lui, può migliorare il potere d’acquisto, far crescere i redditi e spingere i consumi. È chiaro però che per realizzare tutto questo serviranno risorse da trovare, senza frenare però la spinta verso un fisco più leggero: “meno tasse, meno tasse e meno tasse”, ha detto Tajani.
Flat tax al 24% per dare ossigeno al ceto medio
Nel suo discorso, Tajani ha messo sul tavolo anche l’idea di una flat tax al 24%. Si tratterebbe di un’aliquota unica per tutti i contribuenti sotto una certa soglia di reddito, una soluzione che semplificherebbe molto il sistema fiscale e ridurrebbe la burocrazia per la dichiarazione dei redditi. Il fine è chiaro: dare una boccata d’ossigeno alle famiglie, soprattutto a quelle del ceto medio.
Un’aliquota piatta al 24% rappresenterebbe un taglio netto rispetto ai livelli attuali per molte fasce di reddito, offrendo un incentivo concreto a lavoratori e imprese. Tajani ha spiegato che questa misura potrebbe inserirsi in un progetto più ampio, pensato per sostenere la crescita e proteggere il potere d’acquisto delle famiglie. Ma ha anche sottolineato che ogni intervento deve essere sostenibile e accompagnato da coperture economiche adeguate.
Incentivi per straordinari e buste paga più piene per i meno pagati
Un altro punto del programma di Tajani riguarda la tassazione sul lavoro straordinario, sulle festività e sui premi di produzione. L’idea è di ridurre le tasse su questi compensi extra, così da stimolare le ore in più e premiare chi lavora di più. L’obiettivo è valorizzare il lavoro aggiuntivo senza appesantire le buste paga.
Inoltre, Tajani ha proposto un intervento specifico per chi guadagna meno di 9 euro l’ora: eliminare il contributo a carico del lavoratore in quella fascia salariale, ovvero togliere la trattenuta tra 7,5 e 9 euro. Un modo per aumentare lo stipendio netto e rendere più vantaggioso il lavoro per chi ha salari bassi.
Questi aggiustamenti, ha detto il vicepremier, dovrebbero andare di pari passo con l’obiettivo di una maggiore equità fiscale, sempre senza dimenticare la necessità di trovare le risorse per coprire le spese. L’idea di fondo è evitare che il ceto medio perda terreno e continui a indebolirsi economicamente. Tajani ha chiuso il suo intervento ribadendo che ridurre le tasse è l’unica strada per far ripartire la crescita e il lavoro.
Ultimo aggiornamento il 3 Agosto 2025 da Davide Galli