La questione dello ius scholae torna al centro del dibattito politico italiano, con Forza Italia che presenta una proposta alternativa rispetto a quella del Pd. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiarito la posizione del partito in merito alla concessione della cittadinanza italiana ai giovani stranieri che frequentano le scuole nel nostro paese. Le differenze tra le proposte, le critiche dalla Lega e il contesto parlamentare fanno emergere un confronto acceso su un tema molto sentito.
Antonio Tajani ha spiegato che Forza Italia sostiene una legge sullo ius scholae basata su dieci anni di frequenza scolastica conclusi con profitto. Questa misura si distingue da quella avanzata dal Pd, che prevede tempi più brevi per l’ottenimento della cittadinanza. Secondo Tajani, la cittadinanza deve essere “una cosa seria” e non può essere concessa in modo troppo permissivo o “lassista”. La proposta include anche lo studio approfondito della storia, geografia, lingua italiana, costituzione ed educazione civica come prerequisiti fondamentali.
Tajani ha sottolineato che una parte della legge è già stata approvata dal governo: riguarda lo ius sanguinis mentre ora si punta a regolamentare meglio lo ius scholae. L’obiettivo è garantire un percorso più rigoroso per chi vuole diventare cittadino italiano dopo aver dimostrato impegno scolastico lungo almeno un decennio. Il leader azzurro invita gli altri partiti a discutere questa proposta senza pregiudizi ma ribadisce che ogni cambiamento deve rispettare criteri severi.
Nel corso dell’informativa al Senato Tajani ha risposto alle domande dei cronisti riguardo alla disponibilità di Forza Italia a votare insieme al Pd sulla riforma dello ius scholae. Ha precisato che Fi non è pronta ad appoggiare automaticamente la proposta dem ma invita il Pd ad accogliere quella presentata da Fi stessa se vuole procedere rapidamente alla calendarizzazione in aula.
Il vicepremier ha rimarcato come il Parlamento resti sovrano nelle decisioni ma spetta agli altri gruppi valutare se seguire o meno l’indirizzo indicato da Forza Italia. Questo scambio evidenzia uno stallo politico dove ogni formazione difende posizioni distinte pur riconoscendo l’importanza del tema immigrazione e integrazione attraverso la scuola.
Questo confronto mette in luce la difficoltà di un accordo rapido tra le forze politiche, con temi di fondo quali integrazione, educazione e diritto alla cittadinanza che rimangono punti di divisione.
La Lega si mostra contraria alle proposte sullo ius scholae sia quelle del Pd sia quelle più restrittive come quella di Fi. Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura alla Camera per la Lega, definisce tecnicamente sbagliate queste iniziative perché ignorano la realtà delle scuole italiane e rischiano di creare problemi pratici nell’applicazione delle norme.
Sasso insiste sull’idea secondo cui l’integrazione non può ridursi all’ottenimento formale della cittadinanza tramite documentazione o durata scolastica; serve invece un approccio diverso basato su valori condivisi nel tempo reale dei territori italiani. La vicesegretaria Silvia Sardone aggiunge che bisogna guardare anche ai risultati recenti come quello referendario sulla cittadinanza prima proporre modifiche legislative importanti.
Le posizioni nette della Lega rappresentano una frattura netta nella maggioranza sulle modalità con cui affrontare questo tema delicatissimo legato all’identità nazionale e ai diritti civili dei giovani stranieri residenti in Italia ormai da anni.
Lo scenario legislativo italiano vede già applicazioni parzialmente modificate rispetto al passato grazie all’introduzione progressiva dello ius sanguinis nella normativa vigente; ciò permette agli stranieri figli di cittadini italiani o nati da genitori regolarmente residenti nel paese alcune facilitazioni nell’acquisizione automatica o semplificata della nazionalità italiana.
La nuova sfida riguarda proprio lo sviluppo dello strumento chiamato comunemente “ius scholae”, cioè quel meccanismo volto a riconoscere diritti civici attraverso percorsi educativi lunghi ed efficaci nelle scuole pubbliche italiane. I tempi richiesti sono pensati per garantire maggiore selettività rispetto alle proposte precedenti .
Neppure nei prossimi mesi sembra possibile trovare facilmente accordo pieno tra forze politiche diverse su questo punto cruciale dell’immigrazione giovanile; resta quindi aperto il dibattito parlamentare mentre cresce l’attesa delle comunità interessate dagli sviluppi normativi futuri riguardanti diritto allo studio ed accesso alla cittadinanza.
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