La politica italiana si infiamma di nuovo attorno a una proposta del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli , che punta a mettere ordine nelle regole economiche tra deputati e senatori. Il Movimento 5 Stelle non ci sta e lancia accuse pesanti: dietro l’idea ci sarebbe la volontà di riportare in vita i vitalizi e aumentare gli stipendi dei parlamentari. Il dibattito si è acceso nella commissione Bilancio della Camera, con scontri netti tra maggioranza e opposizione.
Rampelli: uniformare regole e risorse tra Camera e Senato
Fabio Rampelli ha messo sul tavolo un ordine del giorno per favorire un confronto più stretto tra Camera e Senato, con l’obiettivo di superare le differenze troppo marcate nelle norme che regolano alcuni aspetti comuni ai due rami del Parlamento. L’intento dichiarato è quello di allineare i trattamenti, dalle indennità ai rimborsi, per evitare disparità ingiustificate.
Rampelli ha però precisato che la proposta è rimasta informale, mai depositata ufficialmente. Dietro c’è la volontà di tutelare l’amministrazione parlamentare e il personale, salvaguardando le risorse e migliorando la chiarezza delle regole. Ha anche sottolineato di aver escluso dall’ipotesi deputati ed ex parlamentari con benefici economici, per evitare fraintendimenti o strumentalizzazioni politiche.
M5s: dietro l’armonia, un trucco per rialzare stipendi e vitalizi
Dal Movimento 5 Stelle arriva una bordata dura. Secondo Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera, l’ordine del giorno di FdI nasconde un tentativo di far tornare i vitalizi e aumentare stipendi e indennità, approfittando di una misura che uniformerebbe i compensi tra Camera e Senato. Insomma, un modo per alzare i salari senza farsi notare.
Anche Giovanni Gubitosa, deputato M5S, parla di “finti patrioti” che vogliono introdurre modifiche economiche senza confronti pubblici o istituzionali. Il sospetto è che, se approvata, la proposta possa avere un impatto concreto sulle casse parlamentari, mettendo a rischio trasparenza e bilancio.
La difesa di Rampelli: niente ordine del giorno ufficiale e nessun trucco
Rampelli respinge con forza le accuse. Dice che non esiste nessun ordine del giorno ufficiale, che la proposta non è mai stata presentata in modo definitivo né depositata. La sua idea, spiega, è stata solo una bozza discussa internamente, con la chiara volontà di escludere deputati ed ex parlamentari dai cambiamenti.
Per lui, le critiche nascono più dalla mancanza di argomenti politici che da fatti concreti. Ribadisce che non c’è alcun tentativo di riportare vecchi privilegi o di aumentare stipendi con stratagemmi. Anzi, sottolinea che la proposta non è stata nemmeno messa all’ordine del giorno ufficiale, quindi non è in arrivo nessuna modifica reale. L’obiettivo è solo rendere più coerenti le norme tra Camera e Senato, semplificando procedure e regole.
Tra tensioni e sospetti, il clima a Montecitorio resta rovente
L’accusa di M5S di aver “beccato con le mani nel sacco” Fratelli d’Italia mette in luce la tensione che attraversa il Parlamento, soprattutto in un momento delicato come quello delle scadenze sul bilancio e la spesa pubblica. Il sospetto che dietro iniziative, anche informali, si nascondano aumenti di benefit per i parlamentari alimenta diffidenza e scontri politici, ma anche un acceso dibattito sui media.
Finora la proposta non ha avuto seguito ufficiale, ma resta alta l’attenzione su come vengono gestite le risorse legate al Parlamento. Il caso mette in evidenza la frattura tra chi vuole mantenere regole diverse per Camera e Senato e chi invece spinge per un’unica normativa, senza però chiarire le conseguenze finanziarie.
Questa vicenda mostra quanto siano delicati i temi legati a stipendi e indennità dei deputati, dove ogni tentativo di cambiare le regole si trasforma in un terreno di scontro politico e accuse reciproche.
Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2025 da Davide Galli