Lunedì 29 settembre la Sardegna torna alle urne per eleggere presidenti e consigli provinciali in sette territori. Un appuntamento che coinvolge cittadini e istituzioni in una fase di transizione, con un sistema elettorale ancora tradizionale ma che guarda con attenzione a possibili cambiamenti.
Ecco quando e dove si vota
Il voto si terrà in sette province dell’isola: Nuoro, Oristano, Gallura Nord-Est Sardegna, Ogliastra, Sulcis Iglesiente e Medio Campidano. Insieme a queste, si rinnovano anche i consigli della Città metropolitana di Cagliari e di Sassari. La data è stata fissata ufficialmente con un decreto della presidente della Regione, Alessandra Todde, che ha formalmente indetto la consultazione.
Questo decreto segna un passaggio importante nella gestione delle istituzioni locali, definendo tempi e modalità per il rinnovo degli organi provinciali e metropolitani. Le elezioni si svolgeranno tutte lo stesso giorno, garantendo uniformità nelle procedure e nelle scadenze.
Le elezioni “di secondo livello”: come funzionano
Queste votazioni sono definite “di secondo livello” perché non coinvolgono direttamente i cittadini, ma sono riservate ai rappresentanti istituzionali. Al momento, infatti, il Parlamento italiano non ha ancora discusso una legge che modifichi questo sistema. Perciò, a votare saranno i consiglieri comunali, che sceglieranno presidente e consiglio provinciale.
Si tratta di un meccanismo ereditato dal passato, che la Sardegna manterrà per ora. La ragione è semplice: la legge che dovrebbe cambiare le regole è ancora in attesa di essere discussa e approvata a Roma.
Il Consiglio Regionale spinge per il voto diretto
Nel frattempo, il Consiglio regionale della Sardegna ha espresso chiaramente la volontà di far votare direttamente i cittadini per le cariche provinciali. Una mossa che cambierebbe parecchio il sistema, aumentando la partecipazione e dando più peso all’elettorato.
L’8 luglio scorso è stata approvata all’unanimità una proposta di legge nazionale che chiede proprio questo: far scegliere presidenti e consigli provinciali direttamente dal popolo. La proposta ha raccolto il consenso trasversale di maggioranza e opposizione, segno di un’ampia convergenza politica.
L’obiettivo è rendere le istituzioni locali più trasparenti e vicine alla gente, riducendo le distanze tra amministratori e cittadini.
Riforma in attesa, ma si vota con le regole di sempre
Nonostante questa spinta, la legge rimane ferma e le elezioni del 29 settembre si svolgeranno con il sistema tradizionale, senza il voto diretto. Il Parlamento deve ancora calendarizzare la proposta e avviare il dibattito.
Le province hanno un ruolo importante nella gestione di servizi e infrastrutture locali, e il modo in cui vengono eletti i loro rappresentanti influenza molto il rapporto con la comunità. Per questo, la riforma potrebbe cambiare molto le carte in tavola.
Ora si guarda a Roma, in attesa che il Parlamento prenda una decisione. Nel frattempo, le province coinvolte si preparano al voto, pronte a confermare o rinnovare le loro leadership con le regole di sempre.
Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2025 da Elisa Romano