L’ex presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, ha fatto il suo debutto davanti alla Corte penale internazionale il 14 marzo 2025, in un’udienza che ha attirato l’attenzione internazionale. Questo evento segna un momento cruciale nella lotta per la giustizia per le vittime della sua controversa guerra contro la droga, che ha portato a migliaia di omicidi extragiudiziali. La CPI ha emesso un mandato d’arresto nei suoi confronti, e le sue azioni sono ora sotto esame in un contesto legale che potrebbe avere ripercussioni significative.
La comparsa di Duterte in videoconferenza
Rodrigo Duterte, 79 anni, ha partecipato all’udienza tramite videoconferenza dalla sua detenzione nei Paesi Bassi, dove è stato portato dopo essere stato arrestato all’aeroporto di Manila il 11 marzo. La sua cattura è avvenuta al ritorno da un viaggio a Hong Kong, in seguito all’emissione del mandato d’arresto della CPI, entrato in vigore il 7 marzo. La Corte ha concesso a Duterte di partecipare all’udienza online a causa della lunghezza del viaggio che aveva affrontato.
Durante l’udienza, l’ex presidente ha indossato una giacca e una cravatta, rispondendo alle domande del giudice con un atteggiamento visibilmente stanco. Ha confermato la sua identità mentre la giudice Iulia Antoanella Motoc gli leggeva i diritti e le accuse a suo carico. La presidente della giuria ha fissato la data per l’udienza preliminare al 23 settembre, momento in cui si discuterà la solidità delle prove presentate dal procuratore.
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Le accuse contro Duterte
Le accuse mosse contro Duterte sono gravi e riguardano la sua presunta responsabilità in circa 43 omicidi considerati crimini contro l’umanità . Questi eventi si sono verificati tra novembre 2011 e marzo 2019, durante il suo mandato come sindaco di Davao e successivamente come presidente delle Filippine. I procuratori sostengono che Duterte abbia creato e sostenuto squadroni della morte, responsabili della morte di migliaia di presunti spacciatori e consumatori di droga.
Duterte è il primo ex leader ad essere arrestato dalla CPI dal 2022 e potrebbe diventare il primo ex presidente asiatico a essere processato all’Aia. La sua posizione è particolarmente delicata, dato il contesto politico e sociale delle Filippine, dove la sua guerra contro la droga ha suscitato ampie polemiche e divisioni.
Le manifestazioni di sostegno e opposizione
Fuori dalla Corte, si sono svolti due gruppi di manifestanti, uno a favore di Duterte e l’altro a sostegno delle vittime della guerra alla droga. Circa un centinaio di sostenitori dell’ex presidente si sono radunati, esprimendo dubbi sulla legalità del procedimento avviato dalla CPI, considerandolo un’azione condotta al di fuori delle Filippine. I manifestanti hanno intonato cori come “Duterte, Duterte, riportatelo a casa”, mentre sventolavano cartelli con il volto dell’ex leader.
Dall’altra parte, i sostenitori delle vittime hanno accolto l’udienza come un passo importante verso la giustizia. L’avvocato Gilbert Andres, che rappresenta alcune delle vittime, ha dichiarato che questo è un primo passo significativo per ottenere giustizia per coloro che hanno subito violenze durante la guerra contro la droga di Duterte. La tensione tra i due gruppi di manifestanti riflette le profonde divisioni nella società filippina riguardo all’eredità di Duterte e alle sue politiche contro la droga.
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